Critica Sociale - Anno XII - n. 1 - 1 gennaio 1902

CRITIC.A. SOCIALE tare tutti i rischi dCll'inclu<itria ·ngricola senza avere nè l'istruzione tecnica moderna, nè i capiÌ:ali nè il cre– d~t~. Veramente, il_ ('rCdito_ l'hn._ avuto, ))ercht gli stro1.– zm11sotto rorma d_i :5CIH.allo d1 contadini arricchili, gli :~~~::a~::rf:tz;,~ 1 a.~:~~a~e c 1 ~~1~p~~1~~~h~:;~:~~~a i~e;~~'. colto, e rovinandolo con l"u<:iura. ' 1 :lla il danno pi1'1i:r:L,'0 ò venuto al nostro contadino dalla elc,•atezza degli nffltti e dnll'esaurimento della terra. Questo e~nurimento - effetto <li un;\ restit.uzione immfflcicnto - è tale, che il contadino i::uole oramai considerare come raccolto abbondante quello che gli rende dieci o dodici volte la semente. Ci sono terreni noti, da. un pezzo, per la loro sterilitil. Una 1><11·ec~hiotr, cr.ra_zionodi feudo), Vinnifrnèri, è stata bollata d1u cont11drn1con uni\ frMe co;pressivn: 11 Vi1111i- 911èri,t:<tia cay<t<ldru, ~ ti '~,i veni a l<t'peri li (a. predi), per av\'crtirc 11 contachno eh non <'Oltil'are quelle terre pcrchè ci rimottcrcbl)c anche ~li ,rnimali dn. lavoro, chJ dovrebbe cedere nl padrone per pa!(are l'affitto. ~la e1-"li ò abituato nel ndclebitnro il Mtti\'O rnccolto alle meteore JJiutto!lltoche nlla J)O\'erH~della terrA.. e, con unii rno;se• gnazionc nrnsulmana, esclama: 11 A rìsicu si JJÌ[/{JhiMllt i cabl>Ui! li (IP grt.bello-=affìtfjl e arriiìChia un nuo,•o af– fitto con la Rteflsa speranzn. d'un J>Overodiavolo che si vcdn fallire i numeri d'un terno e ritorni a giocare. E so~Jlira. sempre: 11 r.. ·;, J 1 am1ùta t·e11ibo11<1,!" Nò sono quciìti i soli mali ai quali soggiace il conta– dino. n1!~1:a~I~~;:?~, 1 ~~~11~10s•~~1 t;;:st:1~;~~1t~a ci:sèrtl~ ~1::ea0 ~-~i compiere; <1uesto easnmonto, insufficiente ad ospitare tutti i 11\l'Oratori di un feudo, resta anche lontano dai dh•ersi 1>unti di questo, per cui il flttaiolo, prima di cominciare i la\'Ori, rizza sul suo ap))czzamcnto come una piccola capanna nbisi.ina in pietrn, ricoperta di te– goli o di ,u,iunchi - il casoflo - do,·e si rifu~ia per tutta l'epoca dei ltwori, e il cui posto migliore riserba al cal'allo: In fnmiglhi resta in paese. Nò ,,otrebbe fare altrimenti, p('rchò qualunque miu-lioria, ch'egli nppor– ta-;so sul latirondo 1 ro..:itcrcbbc tutta a l'nntaggio del padrone allo scadere dcll'uffitto (art. 4:jO C. t:.). Se a tutti questi mali, e alla mancanza di sicurezza, di l'iabilità o di acqua JJOtabilc, !ili14tgiung-a la malaria, che infesta il latlronclo e 111ictcogni anno centina.in lii vittime, il <1uadro clcllo miserie non potrìt presentarsi 11H1 triste. Ma tutto <1t1elltO il contadino soffriva finora pai.fìiva• mente; q11Pst'1111no in"cce egli s'è tc,•ato a protestare. 'Forse l'eco dello ngitnzioni del continente e l'intuizione un J)O'VAA"a dcllfl libertà. cli ngitnr~i legalmente, A"aran• tita llnll'attualo Oover110,gli diedero il coraggio d'in– tra,•edero un avvenire meno triste. Duo_causo nuo,,c, ncucndo il diMl gio e conomico, so– prnµ-gmnsero J)Oia ,:,rettnre in mezzo a.ll'agitazione gli elementi piì1 re;;tii: il fallimento d'un piccolo istituto cli credito in prO\'incia, che involò, d'un colpo, i 1>ochiri– sparmii dei contadiui ngiati, e le malattie della \'Ìte, che distru;;~ero le risorse di migliaia di flttaioli e di piccoli pro))rietari, e costrinsero alcuni ad emigrare ed altri lasciarono in paese a covare la miseria. E lo sciopero cominciò, e si affermò, come dissi, sulla riduzione del cnnone d'aflUto. JI fenomeno era nuovo e, per quanto si 1>re\·edesse che la resistenza non sarebbe durata, perchè mancavano te orgnnizznzioni che la rendono possibile, pure preoc– cupò i padroni. Si temerono tumulti e violenze e, in un momento, furono disseminate 1>erla prol'incìa compagnie di ber~a~lieri, cavallej?gieri e pedoni. I nostri poveri soldati, che immaginavano d'ìntrapren– dero una campngnn contro chi sa quali briganti, rurono JJreS1todiitingnunnti. - Dovo .;;ono i ribelli? - si doman– darono, vedendo i <'ontadini tranquilli come in qualunque att,ra epoca Nè In. cnlnm venne mono, trnnne in qualche paese ove ~oprav,•onncro rn.,!lionispeciali, nè si dovet– tero lamentare violenze, se si eccettui qualche pi~colo incidente, In cui non si poterono nemmeno accertare le rosponsabilitiì. M'a i contn.dini 1 llisorganizzati, mancavano d'Lrna. rap• presentnnza legale, o furono costretti a trathtre i.;;ola.– tamente coi ris1>ctth•i JHldroni. Per tutto il mese di :,1:ettembresi \"idcro in cittft J)ic• cole squadre di contadini, che ,•enivano a domandare ai padroni la riduziono dell'affitto; ma i padroni si trin• ceral'ano nella, invi_olabilità dei co11trat.ti, e l'esempio di qualche propr1etar10 1 elle accordò subito la riduzione non ru imitat.o. ' Il bi:,1:og110 dell"unione si rc'\:eallora pii'., J)Otente 1 e verso la metà di ottobre i contadini di a1onteS.Oiuliano 1 Paceco e ~lnriìnla, che cominciavano gi:l ad organizzarsi, con– cretarono ri'-JJctti,•amcnte le toro richie,tc e le es1>0'-ero in due memoriali, che pre,entarono al Prerctto rtclla. J>rOvincin. Alle richieste, a,·anzate, in forma ufficiale, per mezzo del rnJ)pre<:icntnnle il Oo,•erno, i J>lldroni risposero alla loro volta. con un memoriale, nel quale pur ricono– scenrlo il disa_trioeconomico, la ingiu.:;tizia ;li alcuni con– tratti " il bi~og110di rironnC' 1 c.;;si tor,uwano a negare la riduzione degli iiflltti, achluccmlo nnC'Ora la. inviola– bilità. dei <'Ontrntli; COll'iCntivnno ill\'CCC a fare qu:\IChc nntici))O ni llttaioli Oisognosi o stabilivano per i brac– Ciitnti il snlnrio giornaliero cli L. 1,70. J contacliui 11011 furono :-1od<lisfaUida queste conces– sioni e continuarono ad a-itener.,;i ilal lavol'O. Ala la stagione Cri\.giii inoltrnta e il ritatdo dei lavori minac– eitl.\'1\dn1111i ritcvn11ti per il raccolto futuro; fu allora che i padroni si decisero n co,wodcre un riba..:;somedio del 10 °/ 0 sull'atlltto e tut1i, tranue pochi ostinati, lo :1romisero. Ora, l'aratro è tornnlo a trncciare il solco alla mes~o futurn, ma un altro lavoro s'luizia pure per le campagne. ln tutto Il tem1>0dello scio1>eroun concetto ben chiaro si flssb nella mente dei contadini: il concetto che la loro mi1,eria era np1)unt.ofrutto della. disor~anizzazione. Dalle autorità e dai padroni stes"i essi senth•ano che la ele– "atczzn. degli affitti era una causa della concorrenza che i contadini Ai race,•ano frn di loro. Con"inti di questa vcriti,, ossi eo111inciarono ad orga– nizzarAi in U!Jh", sul tipo di <1uclle del )fanto,·ano. Ne soi10 sòrte, per iniziativa di giovani socialisti, nel terri• torio di :Monte San ùluliano, Castellammare, Paeeco e ~farsala. ~larsata lllì giÌl una f'eclerazio11eagricola, che contiL venticinque Sezioni, e vi predominano gl'interessi dei J)iccoli proprietari vignaioli. Paceco ha fatto ancora di meglio: mcrcò l'opern attìrndell'on. V. l'ipitonc, e un la,•01·0di prepar.1zione che durl\\'tl da due anni 1 ha inau– gurato una Cooperntiv1t agricola, con un caJJitale versato di sette nula. lire, ritccolto per azioni da l,. 25. Anche le numcroRo I,e~hc di Monte Sat1 Giuliano, che sono, forse, le pili ttorcnti, mirano ad iniziare la cooperazione. E la spernnr.a rina.;;ce. JI contadino che, fino a ieri, non iìa11e,•ache maledire 11\padro11e come AUOoppressore e al Governo che erodevi~ somp1·enllcato cli lui, intravvedo ogg-i nella orgnnizzazione della sua classe un a,•venire piì1 umano per i suoi tt!'.(li.Iuratti,se le.Cooperative agri– cole atteechir1urno e sarà eliminata l'opera parassitica del ~rande gA.belloto, i contadini, aiutati anche da una lcgislnziouo OJ}))Ortuna,trO\'cranno 1111 compenso più equo alle loro rntiche; potranno, n.-.sociati,giovarsi del nuo"o strumento tecnico che la scienza ha messo, da un pezzo, n di<ipOflizionodell'uomo, e sarà una vita nuova JJer la nostra isola, Se 1>oi c1uesto lavoro cli redenzione do"esse fallire, l'a\'Venire dell'agricoltura sarebbe, da noi, riserbato cer– tamente n!Pindustrialismo agricolo, il quale costituirebbe anch'esso un \'Antag~io sullo stato attuale, J>erchè il suo svilup1>0 offrirebbe pili larghi guadagni al capitalista e al Ralariato, per lo sfruttamento più razionale della terra: ancmmo però In com1>leta proletarizzazione dei nostri contadini. Per ora, il bilancio dello sciopero si chiude con un attivo con!iliderevole: iufatti, calcolando a ventimila i contadini scioperanti e a nove ettari la ostensione media del terreno nrfltt1tto dn ognu110di essi, anebbe ogni con– tadino, col ribnsso medio del 10 °/ 11, un guadagno di circa L. 75 Rull'nrt\tto precedente, o IR.conquista. complessiva sarebbo di tm milio11e t! ci11quecentomil<I, lire. Que~ti ,•1rntn~gl,o quello, non indifferente,d'un ris\'eglio salutare J)er il migliornmontodegli agricoltorì 1 non banno poi altra garanzia che la.1ibcrtà 1 la grande dis1>ensatrice dì giustlzin. M1c11t:1.•: Cnuu. i\'ei pros,,ii,ui numeri l'esame sul disey,w di legge 1>er la l1ttela (lf!l lavoro delle donne e dei fanciulli, quale è uscito <l<tll'opera delllL C-Ommissim,e letta <lagU Ufr,,ei <lella Ca– mera.

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