Critica Sociale - Anno XI - n. 24 - 16 dicembre 1901

370 CRITICA SOCIALE Senonchè, <1uesto movimento, invece di essere a– morfo, disordinato ed impulsivo, può organizzarsi, assumere una disciplina, farsi riflesso. 1~ aJlora che Ja Jothi di classe, cioò la spccinle forma del movi– mento proletario, da inconscia si fa conscia, acqui– stando, dalla sua consapevolezza, atteggiamenti e metodi più ordinati ed uniformi. Questo è il primo periodo delle organizzazioni operaie, periodo che segna certo un notevole progresso. Ma a questo periodo può succederne un Rltro. Jl movimento proletario non solo può essere conscio delle forme e della YClocib\ che esso assume, ma può essere consapevole del fine cui tende, cioè del momento in cui deve cessare l'attuale lotta prole– taria per la avvenuta sop1>ressione della classe domi– natrice. Quando l'organizzazione operaia è giunta a questa fase, essa ha in sò tutti gli elcme11ti onde si compone il movimento socialista; ossia essa. è 1}iù sociaUsfa delle forme di organizzazione che l'hanno proceduta. Una mirabile analogia con tutto ciò che siamo andati dicendo, ce la offrono le scienze fisiche. Quando noi consideriamo empiricamente l'azione di una forza che produce moto, noi non abbiamo ancora una no• zione scientifica. del fenomeno. Questa nozione più completa cominciamo ad acquistarla solo quando conosciamo le leggi che regolano quel dato movi– mento. ].!'inalmente noi raggiungiamo la più alta. co– noscenza, che del fenomeno sia oggi possibile, quando, coirsiderat,l la forza. motrice nel suo clivenire, noi ))Ossiamo J>revcclerein qual modo essa ))Otrà" finire,,, ossia in quali nuove energio,_potrà. trasformarsi. Quale fu, in fondo, l'afl"ernrnzione ciel Congresso di Bologna.? Questa: che la finalit,\ ciel moYimento dove essere la socializzazione dei mezzi di produ• zione, con che si volle prescgnare alla lotta di classe proletaria. un termine pill o meno remoto: la sop– pressione automatica della lotta. stessa. Nò s'intende con ciò che, predeterminando il fine, si vogliano introdurre elementi spurii nella genuinità. del movimento. Elementi spurii li introduco il cleri· cale qu:tndo dice: il movimento deve servire alla religione. }<;lomentispurii li introduco il repubblicano, quando afl"erma. che il movimento J>roletario cleYe g·io,•nro alla repubblica. Ma nessun elemento eterogeneo penetra nel movi– mento delle classi lavoratrici, sia. che il riformista in– tenda arrestarlo alle ))rime e più facili riforme, sia che il socialista preveda cli continuarlo fino alla vittoria. del proletariato. Sono due concezioni queste, che dif– feriscono ))er un maggiore o miDore S))azio assegnato al moto ascensionale, ma cho sono connaturate al• l'essenza stessa del moto. Coloro, quindi, che temono che le finalità. socialiste snaturino le organizzazioni economiche ciel proletariato, confondono il termine, assegnato aJlo sforzo concorde dei lavoratori, con lo ; 1~~ic1ac~~~:~1zJiJ~~i~!~~~in~c;~if 1 i; 1~\ em~it:~1;i~~;~i yimliziale, ma è soltanto una JJreuisione. Una ))revisione però - ci affrettiamo a soggiun– gere - che non è affatto inutile .• ron soltanto la previsione del modo, con cui il moto giungerà al suo termine, conferisce alla concezione generale ciel movimento uni\ SUJ)eriorità indiscutibile; ma la CO· noscenza del fine chiarisce o coordina le leggi stesso ciel moto. :Non è, infatti, hi prima volta che dalle finalità del socialismo si sono dcdf) tti molti consi~li Jler l'atteggiamento del prolotaria.to negli scioperi, e l1amico 'l'urati ne sa p ur <1ualchec osa. Ma\ so l'organizzazione proletaria, che ha. dinanzi a sò a meta cui tendere, ha una conoscenza J)ilt precisa del suo destino, o se da questa sua. antiveg• genza le ))roviene una maggiore uniformità di con· dotta nelle contingenze pratiche della sua lotta, è logico, naturale cd esatto che si dica che l'organiz• o zazione " ,rnimata. da s1>iritosocialista" ò certamente " superiore ,, a quella che non lo è ancora.. Perciò io non mi pento amitto di a,•er voluto che a Bologna si anormasse questa superiorità incliscu• ti bile. . .. ?ih1 1 abbandonando 1>er ora queste deduzioni teo– riche ed affrontando l'aspetto concreto o 1>raticodella questione, io ))revedo le obbiezioni, i dubbi, le do– mande dei miei contraddittori. Il mo,·imento dei contadini è dunque ....: chiederanno - su1>eriore per maturità di coscienza a tutti gli altri movimenti proletari? E tutti i contadini delle Leghe sono dav– vero Altrettanti socialisti, come afferma\'a a llologna }'on. ]?erri? Le organizzazioni operaie delle città do– vranno acquisire Jo spirito di quelle contadine? l~ fino a qual punto, e in qual modo, o in qual tempo? 1>rocuriamo cli rispondere con qualche ordine. L'attuale movimento dei lnvoratori della terra è sorto in maniera eccezionale. Nelle plaghe d'origine, il movimento è nato, quasi spontaneamente, in seguito alla predicazione socialista. Fu l'aratro socialìsta che dissociò il terreno prima. aspro e refrattario, in ma• niera che, quando i nostri abili organizzatori getta– rono nel solco fresco ed a))erto i semi del movimento nuovo, <1uesti crebbero subito in vegetazione di co– scienze, in fiori di solidArietìi, in frutti cli vittorie mirabili. Altrove, la organiz.zaz.ione economica non susseguì nlln predicazione socialista, ma si disposò con essa, così da formare un tutto inscindibile. In cotesti luoghi il contadino ora rimasto fin qui segregato dalla vita civile, così da 1>arorc una s1>ecie di Ro– llinson Crusoè, solitario o disperso, in mezzo al mare delle nostre ))assioni 1>olitichc. li partito socialista arrivò fino a lui, lo educò alla organizzazione, gli additò strade fino allora. ignorato. E il contadino, entrando nella sua Lega, intravYide al di là di essa qualchecosa di piir luminoso o di 1>iì1grande. Che meraviglia., dunque, se nl Congresso di Bologna questi contadini vollero ria.0Cl'marc l'origine del loro movimento? Che meraviglia so essi, educati dai so– cialisti, o raccolti in Yirtl1 della fede socialista, non vollero Hascondero le tendenze e i caratteri della loro organizzazione? A me, qunndo a Bologna la im– mensa maggioranza dei congressisti accolse con un formidabile grido d'entushtsmo le nostre finalità re– mote, parve che si suggclla.sso l'opera pili grande o certo ))iù duratura. del socialismo italiano, che è - bisogna ricordarlo - per più di tre quarti rurale. Ma, so l'affermazione dei contadini radunati a Bo• Iogna non ora che una legittima constatazione di fatto, ciò non ci autorizza aneo1·a 1\ dedurne che lo altro orgnnizzazioni opornie llebbcmoora, fare altret• tfmto. Ln questione è molto dclicntn, o desidero di non essere frainteso. 1 nostri contadini hanno avuto bisogno, per organiz– zarsi, cliuna larga visiono dell'avvenire. l 1 er loro la CO· noscenza della finaliUl socialista ò stata in molti casi un bisogno imprescindibile. Erra il Treyes quando crede che l'ostacolo della 1>ropriotà privata appaia più chiaro o 1>iì1determinato nei raJ>pOrti della pro– cluziouo agricola. Al contrario, le infinite formo di cointeressenza, lo molte varicth. di salario in natura, la persistenza del piccolo nflìtto o della piccola pro– prietà, tolgono a molte categorie cli lavoratori cam– pestri la percezione lucida della lotta fra. la classe cnpitalist.ica e la. classe lavoratrice. 'i aggiunga a ciò il minor grado di coltura. delle masso contadine, la loro minoro abitudine alle forme associative, la Joro maggiore diffidenza a Yincere gli impuJsi egoi– stici, o ai comprenderfl subito come occorra una vi– sione, direi quasi mistica, del fine lontano, per farli entrare in quello Leghe, nello quali gli operai di

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