Critica Sociale - Anno XI - n. 20 - 16 ottobre 1901

CRITICA SOCIALE 307 Parma era chiamata Leyc,,JJer l'auto11omia 1 nelle mani del Gruppo - ahimò! - re1)Ubblicano pro1>0• nente diventa una semplice Associazio11e fr<i i, Comuni Ualicmi: è 1111 sem1>licecambiamento cli nome, ma. dice una infinità cli cose, porchò della gente, che hiL JHturn.del solo nome, figurillmoci che !Htura avrà. Il, suo tempo della cosa. Jnoltre il Comune di )lilano si dichiara pronto ad assecom/m·e - quanto ad as– sumersi la resJ)onsabilità cli iniziflfe e dirigere, non c 1 ò neanche da parlarne! - ad assecondare l'agitazione it patto che sia. legale: ceco un'altra parola, che a prima Yista apparir:\ oziosa e superflua, perchò è ben inteso da tutti che un'agitazione 1>er l'autonomia comunale non può avere lo scopo di spingere i Co– nnmi a prendere la santa carabi un; ma appunto perchè ò su1>erflua 1 la J)arola legate ha il suo signi• ticato e il suo valore: essa sb~ lì a s1>egnere la pa– rola agitazione nell'ordine del giorno, in attesa del momento in cui bisognerì1, spegnerla uei fatti. Nel Congresso dei consi;:dieri comunali repubbli– cani tenutosi pochi mesi addietro a Bologna, il re– latore A. Galimberti,a1>partcnente anche lui al Gruppo ~onsiµ-liare rc1)Ubblica110mila nese, tentò di spiegare i motivi per cui la proposta fat.ta dai repubblicani di )fihrno assunse una forma così modesta, " tanto modesta che anche i consiglieri di 1mrte conserva• trice 1 dopo essersi bene assicurati, per dicltiara~ioue <lei.11roponenti, che l'azione della Lega sarebbe stata rigorosamente " legale ,n osarono l'ardimento (?) di unirsi alh~ maggioranza in un 11ttocli sommessa(!!!) ribellione ai voleri del potere centrale ,, ( 1 ). Ora ecco Jo ragioni della ribellione .... sommessa (che paese di allegri frasaiuoli è il nostro!): Una proposta di tal natura ,•ole,•ae doveva esser fatta dn noi: Io spirito che la originava era repubblicano, J>erciò che considera,,a. nel Comune una funzione edu• cath•a "'ch•ile, economica e sociale,, nssegnatagli dalla flua storia secolare cli gloria, in opposizione alle so))rar– fazionl dello Stato, ed in quanto tendeYa a restituire ad esso Comune delle J)rerogath•e, in quanto anche con ciò si sarebbero necessariamcnto ridotto quelle dello Stato, come vuole il pensiero repubblicano('). Dopociò, quando si trattò di concretare in una. mozione scritta. tale pen– siero1che in fondo (1110lf.o in fo11do!) ern di ribellione, fiJ)JlarYeevidente la questione da risohere, se fosse conveniente di presentare innanzi ai colleghi del Consiglio, intero nella sua crudezza, il llensicro repubblicano di ribellione a1>ertaedichiarata, A nebbero le altre frazioni, e in modo SJ)eciale il Grup))O democratico, il più forte J)er numero, accolto con cntusia.-,moeguale al nostro un tale criterio, oppure non ancbboro, per ragioni di op– portunità. (allo quali invero non Ili J>0te"a.negare un certo ,•alore, in quanto tende,·ano ad c,•itare cho alla. rormn rosse sacrificata la so.-:tanza della cosa) respinta. e modificata. la nostra. ))roposta? Un appello ri\'olto a. tutti i Comuni d 1 Jtalia - oInteso sopratutto a<lottenere Padesiouo del maggior numero possibile di essi - non dO\'Cvnnecessariamente J>0CCtu·c di int1·nnsigcnza parti– gianesca: e ))oi, il ratto solo della. costituzione di una Lega. trn i Comuni contro lo Stato, nllo scopo, tra l'altro, di ol,tencre il " riconoscimento della loro autonomia 111 sernbra,•a, ed era infatti, tale un atto di ardimento, di cui anche il partito repubblicano pote,•a rallegrarsi o tenersi pago. Lo ra~ioni portate in difesa del moclesto ardimento o della ribellione sommessa sono, dunque, due: 1° .i.\'oneravamo sicuri doll'ap1>ro,·azione delle altre frazioni della mnggìornnza, e specialmente dei (') HdllC(l.:/omi l'o/ i.lk< I, Ho agosto 1901. (') Il J1C1u1lero r<'lpubbllcano (tdu<1/lsta della scuola di Cattaneo e di •·errar! ,·uole questo; ma Il 1rnn1lcro repubblicano ml\z1.lnla110 unitario a nulla è J>l11 contrarlo cho a11'auto11omla comunl\le • In 011po1lzlonealle 1011ratrazlont dello Slato ~ e 111 quanto ~ con ciò 111 riducono 11ecesaarlamen1e le 1ircrogath·e dCl}O Slato .,. In lutto quello, che Il O&llmberll scrh•e, 11011 e•è di 1nnzlnh1.no che l'aggeuh·o tdHooUva, u quale, da buon niaul11lano, non 11gnl1tea pro11rlo niente. B b 1ot a G110 B éln democratici, a un ordine del giorno II intero nella sua crudezza :i· A 1>arte il fatto che non è molto serio il render reaponsahili di tutto ciò, che si fa o non si fa a ::\lilano, i domocratici, laddove la re• sponsahilità t.occa rrnchc ai socialisti o ai repubbli– cani, stiaccolati, incompetenti e buoni solo a tenero comizi inconcludenti, si può osservare che, so i de– mocratici erano dn.vvero decisi a diminuire l'agitn.• zioue fino a renderla digeribile ai moderati, in questo caso i repubblicani milanesi avevano tracciata chia .. rnmentc davanti la loro strada: dal momento cho non era possibile dare alla dimostrazione di Milano quel carattere cli dignità che pur avevano a,•uto le votazioni 1>er l'autonomia dei piccoli Comunelli di 1Jrovincia 1 i repubblicani, che hanno il monopolio della i.: ribellione aperta e dichiarata. ,,, potevano star– sene tranquilli e non ft1rne niente. Ma in questo modo la proposta non sarebbe stata fatta da nessuno e il Municipio cli Milano non nvrebbe 1>artecipato al movimento. :Niente di malo! i Comuni italiani, come 11011 nvevano avuto bisogno ciel modesto ardimento, della ribellione sommessa o dell'agitazione legale di ).filano per mettersi in cammino, così per continuare per la loro strada non avevano bisogno che a caJ)0 di essi venisse a mettersi la "capitale moraJe ,, con lo spegnitoio in mano .. Il Comune di Parma si ora. fatto già. iniziatore della Leget, e non aveva an1to paura di chiamarla Le!Ja, e non aveva sentito il bisogno di assicurare i conservatori " c he Paz iono della Lega sarebbe stata rigorosamente lega.le ,,; i consiglieri repubblicani di Milano poternno qu indi rispnrmiarsi il disturbo e h1sciare che le cose conti• nuassero per la strada di prima. 2° Bisognava essere flebili per raccogliere l'ade– sione ciel maggior numero possibile di Comuni. Ed eccoci arrivati all'errore fondamentale, cli cui tutti siamo responsabili e che è stato la causa 1>rima dello sviamento dell'agitazione. Quando il Vczzani nel Congresso mantovano dell'ottobre •99 proponeva che si cominciasse subito dal costituire una Lega lombardit dei Comuni, che iniziasse per conto suo l'agitazione in attesa che questa si estendesse alle altro regioni, indicava la. via vera da seguire per rtrrivnr presto a buon porto. Una Lega regionale non ha bisogno di un numero troppo grande cli Co– muni aderenti per cominciare a muo,·ersi; laddo,·e una. Lega nazionale, dal titolo presuntuoso e magni• loqueute, ha bisogno dell'adesione di almeno un mi– ~liaio di Comuni per mettersi in cammino. Una Lega re~ionalo è naturalmente composta di Comuni in condizioni superg-iù omogenee, con interessi piì1 o meno simili 1 e può avere una unità. cl 1 inclirizzo 1 che clitlicilmcnte si può trovare in una Lega 11popletica di Comuni sparsi per tutte le httituclioi del paese. Nclht J-1egaregionale ::;li amministratori dei Comuni confederati si conoscono fra. loro personalmente, pos– sono mettersi e mantenersi f'tlcilmente a contatto fra loro, rnccoi;liersi con J>oca spesa o fatica in convcg-ni preparatorii, affiatarsi, coordinare l'opera loro, influire sui Comuni vicini 1>ertirarli nella. Legaj Jadclorn in una. Lega nazionale tutti i Comuni sono in corri– spondenza con un unico centro, il <1ualc non può mantenere un contatto rwrcnnc con tutti, e non può s1>ronare i Comuni torpidi e restii, perchè non ha in essi degli addentellati di relazioni personali, non può insomma far altro che mandare unn circolare d'invito e aspettare r>azjentementc che le adesioni piovano come elio vuole. La Lega. nazionnle dev'essere quindi necessariamente lentissima nelle mosse, cont.racldit– torin negli elementi costitutivi, torpida nell'azione. Peggio ancora, una Lega nazionale deve per neces– sità raccogliersi intorno a. un unico centro molto importantet J)er esempio llilnno, ingelosendo le altro grandi citta, che si a1>partano dal movimento, lad– dove una Lega regionale si riunisce naturalmente

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