Critica Sociale - Anno XI - n. 20 - 16 ottobre 1901

B 306 CRITICA.SOCIA.LE rapJ>resentaro da deputati ministeriali, e di minacce alle altre. Quando i ministri non a\'essero da offrire ai deputati, in compenso dei voti fa\'orevoli, il di– ritto di saccheggiare i bilanci comunali, i de1>utati a,•rebbcro molte ragioni dì muno per vendere i loro voti i nostri costumi politici si risanerebbero e il Oov~rno centrale smetterebbe cli essere il corruttore e il ricattatore dei cittadini J>erdiventare davvero il loro mandatario. rnoltre i Comuni perfettamente auto– nomi sentirebbero ben presto il bisogno di associarsi fra. loro in federazioni regiouuli per esaurire da sè tutti gli nffari d'interesso comune senza dover chiedere il permesso del Governo centrale: l'attuale ttrtificioso e innaturale ordinamento delle prefetture o sotto1>roretturo dO\•rebbe necess11riamentc sparire; sullo basi dello autonomie comunali sorgerebbero eia sò le autonomie regio1rnli; tutti gli arft1ri, che non fos– sero cht,,yero d'interesso rrnzlonnlc, sarebbero sottratti ulla. giurisdizione dei prefetti nomimiti dal Oo· verno centrale, e affidati ad organi elettivi autonomi; l'Ctalil\ finirebbe a. J>OCO a poco col trasformarsi da Htato unitario a Stf,to l'edcrnlc, conquistandosi tutti i vaub1,i::-giinestimabili del .rede~a.lism~ senza. il_ ~i– sogno di una vera e proprm r1voluz1oue amnum– stratlva la quale diflicilmentc J)Otrebbe anelare di- nnzionale del consiglieri democratici donebbe ap1>pnto discutere i mezzi migliori per iniziare e iplngere innanzi Il mo,·hnento. Il giorno In cul I nostri Comuni si fede– reranno fra loro e lanceranno audacemente al Go,•erno Il grido di guerra, in quel giorno In pesante organizza– zione reazion11ria sentirà. unn scossn 1 che a, 1 rà effetti pari n quelli di una rivoluziono politica vittoriosa. sgiunta' da una rivoluziono politica._ . .. Si deve certamente a questo rag1om, p1u o meno confusamente intuite dalle masse dei partiti 1>01>0- lari la g-rancle fortuna, che ebbe, appena lanciata ancl10 in maniera incompleta o difettosa, l'idea di 111ùtgitnzione 1>erla conquista dell'autonomia comu– n1tle. A. cominciue dogli ultimi mesi del 1898, tutte lo lotte atnministrative, per merito s1>0cialmente del– l'Ai-<mfi/ che dette l'indirizzo all'agitazione, furono combattute dai partiti J>OJ>Olari non solo sulla piat– taforma. della protesta. contro la reazione 1>ellousiana, ma anche con lo spiccato carattere di rivendicazione dello autonomie comunali. Le strepitose vittorie amministrative, che posero a. un tratto in mano dei partiti popolari circa trecento Comuni con non meno di tremila consiglieri, furono nnturalmcntc seguite eia un'agitazione anche più in– tensa per la conquista. dell'autonomia. Nell'agosto del t890, i socialisti mnnto,•1rni conv~ca~ano p~r l'ot– tobre successivo un Congresso provinciale dei con– siglieri comunali so~ifl:li~ti_;e l'Ai~nti! (N. 959), lo– dando caldamente l'1111zrntava,aggiungeva: }la quest'atto per riuscire veramente utile, deve essere imitato da tut~ le altre regioni Italiane; o non solo i s ociali sti, ma anche I consiglieri repubbl!cani e_d~m?" C 'ra.ti <:i doncbbero tenero i loro Congressi provrnciah; e tutti i slngoli Congressi dovrebbero senire di prepa– ro.zlone a un Congresso nazionale. I consiglieri comunali domocrnticl, re1mbblicnni e soclnllsti nell'ammi~istrarc l'azienda munici1}8ledobbono combattere con due d1ffl.coltà. n11solutnmente insormontabili: la mancanza di autonomia comunale o la disastrosa condiziono economica di tutti i Comuni italiani. Un Consiglio comunale democratico 1 non pub inlzlnre alcuna rlrorma pcrchè c'è se•npre Il pronto li Prefetto ad annullare le deliberazioni o con la legge alla mano o senza la legge. L'attuale Stato italiano mastodontica mente accentrato, divoratore ~pen– slcrato Cd ingordo della ricchezza nazionale, non ha. ratto in questi clnquant'Anni che esc~gitare ogni giorno I nuo,·I mezzi di tassazione per riempire le casse sempre vuoto del Oovorno cenrrnlc; o J>Crquesto non ha la.~ciato nessun mnrglne allo imposizioni t-ributarìe dei Comuni; o \ntnuto la. clvilti\ ha aumentnto i bisogni della popo– lnzlouo. Aumento, quindi, di $J)CSO o illlJ)OSSibilil-àdi allargnro gli introiti, porchò ormai tutto il cam1>0trihu– tnrlo ò stnto invaso dnl Oo,,crno centrale. Da una cosl disastroirn. condizione di coso i J)artiti popolari debbono uscire in tutti i modi, se non ,,ogliono nndar contro la loro rovina. Autonomia comunale e diminuzione imme-1 dlata. del carico tributario: ecco In piattaforma, su cui i Comuni, tutti d'accordo e caJ>itanati dai maggiori, dovrelJbero muo,·crc battaglia al Ooverno. E il Congresso '. e Il Congresso dei consiglieri soci1tlisti del ì\fanto– vnno si tenno il t 0 ottobre 1899. Carlo Vezzani, con hi sua solita lucidità e praticità di criterio, pro1>osc che fosse costituita una l~ga lombanla di resistenza trl\ Comuni per conseguire le ma,i::-giori autonomie municipali. JI Congresso preferì di aspettare " un futuro Congresso, a cui intenerranno gli altri partiti popolari per accordarsi intorno ad una agitazione larga e tenace contro l'oppressione fiscale e politica dello ,·tat.o ,,; e intant.o, "' ritenendo che la causa dello tristi condizioni fìnan1;iario doi Comuni sia da riccrc11rsi nell'eccessivo fiscnlismo dello Stato ,,, de– liberò di im1>rendorc urn., lotta dentro e fuori il Co– mune, contro l'oppressione fiscale dello Stato ,, ( 1 ). .Per gli ultimi mesi del 1 09 e 1>er i primi del '900 fu uno stillicidio ininterrotto cli ordini ciel giorno, votati dai Consigli comunali in faYore dell'autonomia. . . . Ma. blsognaYa fare qunlcosa cli più concreto e di collettivo. JI 23 febbraio del 1900, nel Consiglio co– munale cli Parma, il consigliere socialista. Laghi 1>ro– J>Oll6''1\e gli altri consiglieri, anche della minoranza, unanimi ap1>rova\fano un ordino del giorno: Il consiglio comunale di Parma: considerando che la vigente lcgislazione,mentrecarica di oneri s1>ettanti allo Stato gli •;nti locali, ne inceppa I movimenti con esagerata tutela e ingerenze go,·cr– native; SCOJ)rj~~ 11~~~ 0 1f 1 ;rb~ 1 ro c;::.~~~0 11 :i" sC~tes::~s~:u~~:nizi~:~ completa dalle spese e uffici di carattere nazionale; delibera: di promuo,,ere unn Uf}a tra i Comuni del Regno per ottenere sollecitnmento l'autonomia tributaria e ammi– nlstmtlva 11eccssnria.alla funzione economica e tributarla del Comune moderno. Pochi gi'orni dopo, il 7 marzo, si moss.e finalmente ancbc il Consiglio comunale di .Milano 1 il quale, su pro1>osta. del Grup1>0 repubblicano, voto il seguente ordine del giorno, a1>poggiato dai socialisti, accolto dalla Giunta, consenziente la minoranza tranne quattro consiglieri: Il Consiglio, considerata la prePondernnte ingereuz11- dello Slato nella ,·ita del Comune, col 1>aralizzarne le iniziative, coll'assorbiro gran ))arte delle sue entrate, col rh·orsare su di essi oneri, che donebbero essere a carico proprio, che non gli t>ormottono di svolgere la sua aziono civile ncll'cconomln. sociale, ò convinto che, come rimedio alle tristi condizioni attuali, si impone la ne– cessità. che si riformi la legge comunale e pro,,inciale J>erchèsia riconosciuta la suo nutonomiaj delibera inoltro di a.ssecondare qual~lasi agitazione legale, a cominciare dal 1>romUO\'ere l'associazione fra i Comuni italiani diretta a conseguire l°im'ocata riforma. Im,ua inoltre l'onore,•ole Giunta a provvedere in conrormità. JI lettore ò pregato di non indugiarsi troppo ad ammirore la bellezza classica della forma; osservi invece come, con quest'ordino del giorno, che avrebbe dovuto essere il coro1rnmento dell'agitazione finora fttttn o il principio di una nuova fase risolutiva 1 si inizi! invece lo spegnimento dell'agitazione per le nutonomic. Quella, che nella tradizione popolare e nclh~ stessa deliberazione ciel Consiglio comunale di ('} ,0·01ttl! S. tOOf; vedi, ttmpre I* l'aulonomla comunale, anche I S. tOOI e lffi.

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