Critica Sociale - Anno XI - n. 7 - 1 aprile 1901

106 CRITICA SOCIALE soltanto fatto appunto ciò che Pisacane temeva: ab• biiimo ritoccilta e corretta l'antica orditura, ma so– stanzialmente l'abbiamo lasciata in 1>iedi. È avvenuto lo" strano connubio 11 della rivoluzione col principio s110antagonista, finchè questo ha potuto sfruttare le conquiste di quella; dopo, s'ò ,·isto che tutto s'era ridotto ad intonacare a nuovo la vecchia. orditura austro-borbonico-papale. Pisacane prosegue col llimostrare Pinefficacia delle riforme, precorrendo anche qui quella moderna scuola di socialisti i quali sostengono che tutte le riforme concesse dalle classi dominanti vanno, in realtà, a vantaggio di queste e non fanno che rafforzarne il dominio. " Tutte le leggi, tutte le riforme, eziandio quelle in apparenza popolari, favoriscono solamente la classe ricca e colta-, imperocchè le istituzioni so– ciali, per loro natura, volgono tutte in suo yan– taggio,, (pag. 157). La liberti\, il suffragio universale non saranno che inganni " finchè i mezzi necessari all'educazione e all'indipendenza MsoJuta del ,•ivere non saranno guarentigia. d'ognuno,, (pag. 158). (. 1 ) (Contimut). 01us1-:rPER~:~s1. () A,bblllmO RIJJ)CllRbl&oguo {Il R\'Verllre eomc <JUCilll Rportegnil - nel loro nssoluto Cli unllAICrnlc sem11IIC!SIIIO- SIRIIO ben lnngl dall'essere IIO}Oltl Integralmente dAI soclnllnno odierno, e eome slru:o, In gran 1rnrte, 11cll'C\'Oluz1O11e 11c1 1Hffcrenz1111ncnto(lclln dottrina, rlmnstl rclri!(i;lo dCllR scuota Rno.rch1sln. (,\'ola dt/l(/ CRITICA). UN'UTOPIA (A proposito lii un recente scritto del prof. A. Chiappelli) (1). Alessandro ChinJ>J)elli ap1>artiene a quello scarso o illuminato gruppo di JJrofessori uniYersitari, che, in cambio cHguarrtare al socialismo con superno dis1,rczzo o con degnazione presuntuosa e sarcastica, ne hanno intuita la gran(liosa importanza e sono usciti dal cerchio chiuso dei loro studi }Hlrlicolari J>er indagarne, con la stessa severit:\ metodica, che pongono nelle discipline che ])rofessano, i molteplici aspettl dottrinali e 1>ratici. Or egli, che su tale argomento J1a J)ubblicato già. una Memoria (') e un volume ('), in che, se ra difetto la critica, si ammira 1>erò, clisposata a una forma im– peccabile, una cognizione quanto mai erndita e com– J>luta della genesi filosofica, dei precedenti storici e della costituzione definitiva della teoria e del partito socia– lista, ha voluto in q_uost'ultimo suo articolo prendere in breYe esame l'orientamento odierno del socialismo in– ternazionale e indirizzare un apostolico appello alle classi dirigenti. L'appello ci pare utopistico; l'esame, so preciso nei ratti, non scevro da errori nello spirito e nelle illazioni ultime; tutt'insieme 1>oi l'intonazione dell'articolo non inspirata a quella imparzialità serena e spassionat-a, a cui il chiaro scrittore ci ha adusati. Yedia.mo cli moti– yare succintamente questa nostra impressione. . . . In jJl'imis et ante 011rnia il Chiappelli, che pure di so– lito, anche clove, conrutando i nostri pl'inci1>ii,non col– })lsce giusto, sa. dist.inguersi, 1>er In scelta degli argo– menti, dal volgo dei gazzettieri, cade in un grosso con- (I) l <lOl'e1•i,SOCKIUdelle CUIR$i supe,-Otn-i e le 111,0,·eil'(IB(o1·11u,~1011, 11cisocklti-smo, In X. A.11to1oyk1, 1° rcbbri110 l'JOJ, JH1g, <117-4i. lV) 14 premal!e fllosoflclle !Id soci,ol/smo, Xapo11, tlJ>, (lell'Unl– versltì11 tS9'i. (I) H I/QCl{//,j.$JIIO e il 1>lll8itl"O mode1·110, J,'Jrcm:c, &llCCCS&orl 1,0 :\lon– nler, l8!l7. venzionale equh•oco, facendo sua la ,•ieta frase, ri])etuta mille Yolte 1 a consolazione dei tranquilli lettori, dai gior– nali reazionari, della crisi, 1Jrofo11d(1, determi11atasi teori– camente e ])rnticamente in seno al socialismo e nOèr– mando che questo lrn. abbandonato i 1·igidi dogmi <lel mal'xismo J>Cr <li\ 1 enire non altro che 1m mo1>ime11to della coscie11z(1, morale. Che crisi 1>rofonda ! Se crisi c 1 ò stata e c'è, fu ed è - ben lo disse, 1>armi, il 'furati - una crisi di giovi– nezza1 di salute, <li vita; una crisi progressiva, non re– gressiva; un passo in ayanti, non un moto cli involu– zione; una rielaborazione piì1 complessa e consapevole dei primieri elementi costituth•i, non una rinuncia. Jl marxismo non fu mai ·"ittorioso e Yero come ora. Che vale, se i volumi ciel Marx e dell'Engels, se le pagine, che, profughi, e.~si dettavano, mentre l'Europ:~ era in fiamme, hanno del le parti caduche; se non clnJ>])ertutto, come essi l'aticinavano, la 1,ropriet:\ si accentra, e se i socialisti dell'anno di grazia I901 devono, anzichò il paragrafo tal dei ta.li del Manifesto (lel 1Ull'lilo comw1isfa, cc;>mpulsare la. real.tà che vive loro d'intorno, per saJJere qual è la \'ia buona? Anche se non una delle facciate del libercoletto glorioso dovesse salvarsi dall'astiosa e sot• tilo critica avversaria. e dalla franca o spregiudicata au- 1 tocritica nostra 1 basterebbero a. guarentirlo da.lln cadu– citi, e dall'oblio la Jlroposizione iniziale: u La storia ,1elh1, societi't,si11om e8istifa l: 1111a storia, di 1111a lotfci rii classi ,, e il mònito conclusivo: u Proletari m tutti 1>aesi,u11i- tcvi I " Qui sta. il nocciolo 1 l'anima del marxismo; qui sta il segreto delle 1,assate e delle ruture Vittorie. Questi sono i nostri dogmi intangibili e intatli; dogmi ])Crò, che noi, come Lutero faceva dei versetti della Bibbia, interpretiamo e aJlJ>lichiamo non scolasticamente e uni– formemente, ma con libera e razionalo larghezza. Nò In verità, eh~ in es~i ò racchiusa., esce alterata o offesa da questn nostra inter1>retazione o attuazione; chò non è clessa una. verità angusta e stecchita, dalle suscettività. Jrnclibonde e formali; è invece una ,·erità amplissima 1 profonda, generale, che compendia virtua.1- mento in sò stessa molte \'erità. subordinate, od è J>Crciò logicamente capace, a seconda. dei suggerimenti JH'es– santi dei fatti, cli applicazioni multiple e varie. Così - non bisogna illudersi, 1n•ofessore Chiappelli - ò pur sempre lotta di classe genuina, a.utentica, schietta quella che combattono oggidì i 1>artiti socialisti dei Yarì paesi, 1 non meno schietta e non meno vera di quella, che essi combattevano nei primi incerti, contesi loro 1mssi. 1::ssi ormai sono adulti, hanno fatto l'ossa e i muscoli validi, sono ski.ti cresimati indelebilmente dalle persecuzioni l'eaziÒnarie, 1 pOSSeggono·distinta, non racilmente confon– dibile la loro fisionomia. Ben possono togliersi dalla loro solitudine e dar la mano, per un tratto cli Yia, alle a.le estreme della borghesia, e il llillerand sedere ministro della Repubblica francese, i collettivisti tedeschi al– learsi, nella questione agrnria 1 coi liberali, i socialisti italiani (che il Chiappelli, vago degli esempi inglesi, americani, germanici, non cita mai) costituire coi radi– cali e i repubblicani il vin.dice e vigile fascio delle forze J)Opolari. Non per questo il loro vessillo si dispiega meno libero e ardito; non 1>er questo e1~si hanno rin• guainato l'nrma e q motto della. lotta di classe. Solo J che, nell'uso di quest'arma e cl.i questo motto, essi si sono ,•alsi e si valgono degli accorgimenti, che sono loro con– sigliati dall'esperienza. e dalle circostanze. I La borghesia, come il proletariato - lo nota, contro 1 il Marx, anche il Chiappelli - non è un tutto omo• • geo; si divide o si suddivide in gruppi e sottogru1>pi

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