Critica Sociale - Anno X - n. 23 - 1 dicembre 1900

B CRITICA SOCIALE 355 vemrno, dovranno modificare il loro giudizio. Di rado l'Estrema Sinistra ebbe maggior bisogno, non diremo di tattica - che è femmina, e malfamata - ma di tatto, che è maschio. :Pinora ha mostrato di averne. Intanto) ·alla interroga1.ione che abbiamo posto in ca.po a queste colonne, ci pare di poter rispondere senza esitauza: paratisi 110, ma incubazione. LA CRITICA SOCIALE, PRO DOMO MEA ll Bibliotecario ò uscito dalla sua biblioteca do,•e, lunge dai profani, com1rnlsa con fen·or religioso i testi mira,. colosi, e si è gettato sopra di me, cli me attaccato irre– parabilmente dai " microbi sabaudisti n, con quasi tre colonne dell'.Educazione jJolit-ica. Mi poteva capitare di peggio? Eppure confesso che la mia diser.izia Ò ancora infe– riore alla col1>a. Io, infatlì, ho commesso, in due soli periodi di un mio articolo, pubblicato in questa Rivista('), un reato che non ha nemmeno le attenuanti della pro– voca:done grave e 1>er il quale nessun legislatore ha ancora saputo immaginare la pena: ho offesa la.... ne– pubblica italiana che non c'è stata. Sentite ora per quanti gradi di colpa è clìscesa la JJerversità della mia anima. Jnvece di dire, come ogni buon repubblicano cli bi– blioteca direbbe, che una repubblica italiana, sorta in– torno alla metà del secolo, avrebbe miracolosamente educato il paese e tirata su in pochi anni, a fmia d'olio di merluzzo, quella democrazia. che, poveretta, ancor oggi è grama e rachiiicn, io ho osato scrivere che ess[t non ci avrebbe dato cii.e un Governo di Sinistra ))ressochè eguale a quello dei Nicotera., dei Crispi e dei Depretis. ])i J)il1io 1 dimenticando quello che il Bibliotecario scrive spessissimo, asere cioè tutte le inflnite camorre e maffìe e consorterie una gran paura del solo nome di reJJub– blica, cosi da scappare alla sola vista del berretto frigio come le passere in 11rossimità del fantoccio, ho avuto la temerarietà. di sos1>ettare che anche in repubblica. ci si potesse trovare con una maggioranza 11arlamentare mollo simile a.Ila presente. Jo (ascoltate e fremete!} ho anche pensato che un elettore del Casale non dovrcblJe poi es– sere molto diverso in republJlica, e che quindi Po1)Cra clirisanamento della Camera non 1>otre1Jbe giovarsi troppo di un semJ)lico mutamento di forme J>Olitichc,il quale dOYrebbe rispettare ed a1rni nlli\l'garc il regime rappre– sentativo. Purtrop1>0 la mia colJ)a è di tal natura che non può sJ)er,ire assoluzione. Come J)rovarc infatti che io po– trei non avere tutto il torto? dove trovare un monarca cosl compiacente da rimettere le cose come erano ·ven– t'anni fa, e da. permettere poi, per la buona pace mia e del 1Jibliotecarìo 1 qualche a.nno di esperiem:a. reJrnll– ùlicana? È vero che c'è la. li'rancia. ·repubblicana, e che la Francia repubblicana dimostra che I~ democrazia non la dona la repullblica ma la conquista lentamente il paese. ,'I.hlquesta grande Francia, che è stata il labora– torio della storia euro1 >ea.di questo ultimo secolo) le ha J)ur viste le re))ubblìche che abbattevano le nristocra,de, che decapita,•ano i re, che conquistavano le J>rovinciea colJ)i di cannone; eppure do1>0 il 1870ha dovuto assistere (') 11! chi {fC,u/J/(111/Qf/{f(tl"t (CIUTIC,\ Socuu: (ICI 1, 0 110\'Cmllre). alla prepotenza clei rurali reazionari 1 alla presidenza <li ~f.ac -!fahon, alla follia. imperialista del boulangismo, per iniziare fl.nalmente 1 dopo trent'anni ininterrotti cli rcpulJ– blica, !'ancor timido Governo democratico di Walcleck– Rousseau!. .. )fa io mi accorgo di divagare, ed il Bibl.iotecario mi richiama bruscamente alla. storia. d 1 ltalia e mi rimanda a meditare sugli articoli di Giuseppe nensi. Consiglio pericoloso, illustrissimo signor Bibliotecario. Perchò io ho imparato, JJroprio da quegli articoli) che nella. forma– zione dello Stato italiano le forze democratiche erano ancora tanto giovani e scarse da non sapel' resistere alle forze organizzate e, diciamolo anche, alle insidie ed alle violenze della parte consen•atrice e reazionaria. Ora, le nostre simpatie, la causa della civilt!t, il nostro ideale di giustizia possono ben essere dalla parte dei vinti, ma ciò non toglie che i vinti siano sempre i pilL deboli. Che sarebbe dunque avvenuto cli uno Stato, necessa– riamente a forme rappresentatiYe, dove le forze vera– mente democraUche fossero ·sta.te J)er numero e per or– ganizzazione inferiori alle altre? Certo in un tale Stato avremmo a,•uto ancora per molti anni la prevalenza. dei partiti aperta.mente rea:donari o cli <Luella.1>seudo•clemo– crazia megalomane e parassitaria che costituì la malau– gurata Sinistra. del Mezzogiorno. f~ ])recisamente questa irrefutabile· induzione che non vuol ca.}liremai il nostro Biblioteca.rio. Egli si ostina a credere che, poichò egli ba dello buone intenzioni, e il suo partito ne ha pure di buone, e il Cattaneo etl il Ferra.ri ne hanno avuto delle ottime, la reJrnbblica, anche se rosse stata instaurata in Italia quando il J)O· polo si solle,•ava per le benedi:doni di Pio IX ed ascol– tava la. messa prima di salire sulle banicate, a.ncbbe concessa. la. libertà a tutti i partiti, avrehbe J )roclama.ta la libel'tà di pensiero, avrebbe aboliti gli eserciti stan– ziali, e avrebbe fatte tutto le altre belle cose che, a tutt'oggi 1 solo una novantina di deputati SO}H'acinque– cento si mostra disposta a volere. Ahimè! che poYera cosa sono umi le inteniioni davanti alla realtit della vita e della storia.! Anche alla monar– chia il Bibliotecario ed i suoi amici hauno attl'ibuito in– tenzioni che paiono tanti dogmi inconfutabili: la rnonar• chia vuole le SJJesemilitari, la monarchia vuole la.Triplice, la. monarchia vuole la reazione, ecc., ecc. 1n veriti\ la monarchia. non ha di queste volontà. perJ)etue e conna– turate; essa, per quell'istinto di conservnione che è molto pii'1forte delle nostre intenzioni, vuole quello che ,•ogliono i pii1 rol'tii e muta di intenzioni ,i seconda degli uomini o clei partiti che le si stringouo intorno e no assumono la difesa. Con ciò io non intendo - come pare SUJ)J)Onga. erro– neamente il Bibliotecario - nè di conciliare due termini irreducibili: -socialismo e monarcato, nè di sconfessare le ))resentì tendenze repubblicane del partito socialista. italiano. Jo credo soltanto che si possa. diventare e ~i possa. essere repubblicani in diverse maniere: o J)ersua– dendosi del ,•iziato fondamento giuridico della. monar– chia, o attribuendo alla monarchia. tendenze che si sono palesa.te nel J)assato prossimo e remoto, o constatando l'attuale impotenza delle istituzioni e dei J)artiti mona.r– chici a risolvere le pili gravi questioni clella 1iostra ,,ita nazionale. li primo modo è quello dei giuristi puri, di coloro che, come l'on. i\lirabelli, credono che, poichò i 11le1Ji– sciti furono formula.ti male, la monarchir~ non alJbia al– ' cuna. ragione cli essere. i)fa i loro argomenti sono argo-

RkJQdWJsaXNoZXIy