Critica Sociale - Anno X - n. 21 - 1 novembre 1900

E, 322 CRITICA SOCIALE Coloro chc 1 in <1ucsti µ-iorni di speranze e di gare cli uomini e di partiti, nmano rievocare la figura di Qiuscpf}O n e del suo 'l'anucci, dehhono, prima <li Rrrischiarc qualche pronostico, im))rcndere uno studio cli psicologia regale. '.l'ltat is tlte quesliou. . .. Serriamo ora piÌl dappresso l'ar.i::omento; vediamo cioè le condizioni che sarebbero necessarie pcrchè il nuo,•o regno potesse schiudere il desiderato periodo dello grandi riforme. Jliformo consentite dall'antica ma~~ioranza l}ellou– xiana e per opera de:rli uomini della Destra, del Centro od anche di <1uella Compngnia. di ventura battezzata allegramente col nome di Sinistra. disoc– cupata, non è da parlarne. Una. dimostrazione del- 11impotenza. cli questi uomini la sta offrendo, con una evidenza incliscutil>ile, il OalJinett.o Saracco. Como conciliare infa.tti lo sletilt quo del bilancio con gli sgravii dei contribuenti o con quel pili largo sviluppo dei servizi publ,lici e dello pro,•videnze so– ciali che è ormai un bisogno imprescindibile degli Stati modor11i? Come poi pensare a nuove spese mi– litari, quando la pressiOJlC tributarit1 ò così ftl"ave da. esigere sollievi e non rincrudimenti, e quam10 sono nlle viste i nuovi guai dei futuri trattati cli com– mercio? H ()Ovcro Rubini fa. proprio in questi giorni la. figura cli una mummia postn. sul sarcofago della. terzu. Ctnlia; egli non custodisco soltanto Fintc~rità del pareg-~io, ma conserva. golosamente tutto l'oq.n~– nismo dello Stato, quale è uscito fuori clR;:;li amori osceni cli Morcmio affaristn con i\farto dilapidatore. Un'azione, che sia ad un tempo un brusco distacco dai metodi del passato e un audncc ccl illuminato ~wvia– mento verso un migliore futuro, non JJUÒ venire che dal– J'opera concorde dell'8strcma Sinistra e di quei gruppi di Sinistra. che, pure con qualche abile reticenza, hanno dimostrato la neccs~ifa di radicali riforme. L'on. Alessio, che fin qui non ha ap1>artenuto alla Bstrcma ma si ò accontentato di formare l'asanguMdin della Sinistra liberale, ha rcccntemc11tc a.Y_uto il CO· rarr••io di scrivere quello che Giolit.ti e Zanardelli no~t' l1irnnomai esplicitamente dichiarato: essere cioè impossihile un Qovcmo francamente democra.tico senzrL l'appoi!!gio clclPBstrema Sinistra e senza la col– labornziono di alc1mi dei suoi uomini piil autorevoli. Ma, dato pure che si formasse <1ucsta concentra– zione di partiti per la com1uh;ta del potere o supposto anche che il Giolitti si adattasse a. governaro con l'ap1>ogg-iodclPBstrcma initdra e <1uindi con i ca– pis11ldi ciel programma dcll 1 .Estrcma, dove trovare, nella Camera attuale, una maggioranza. schiettamente democratica? li'l~stroma Sinistra non nrrivn ai cento voti, i'duo gruppi zanardclliano e giolitt.inno, quando siano epu– mti dagli clementi duhhi, non l)Ossono c<1lcolal'C che s01)rn altrettanti ,·oti. Sono du1h1lLOpoco meno di duecento voti contro quei trecento o pili che, fino a 1>ochi mesi addietro, hanno sostenuto la. politica apertamente reazionaria. lJn capo dello tato, dunque, che volesse iniziare il l)Criodo tielle riforme rndici1li dovrchb3 non tener conto dello designazioni della Cnmcrra, e chiamar e i1I potere partiti che non costituiscono la. mai.rg -io– ranza. legale. È vero che questo cnpo dello Stnto potrchhc invocare, a giustificnzione della sua. scelta, lo aspirazioni non dubhie della magg"ioranzrt reale elci paese, ma ciò non tog-lieroUl>Oche il suo atto 11011 fosse a11ticostituzio1rnlc. Mn, ammesso puro che il principe non nutrisse troppi scrupoli e aJber1:,011ssc il g-rnnde coraggio di porsi con il paese contro la gua rap1)rescntanza, dovrcbhc ccn·an• 1,oi di uscir sul,ito da nna blc situazione ri,·oluzionarh1 1 mettendo • ..11nocordo la maggioranza reale del paese con la sua nrn.l!:.doranza legale. Ossia '-' IV dovrehl)C permettere al Ministero dcmocratico•radicale di indire le elezioni e di formarsi una rn8ggioranz:t. Ho detto meditatamente (o,·mm·si un ma~~ioranzn. Ora nessuno, spero, vorr:\ credere che io intenclR.con ciò CHprimere quel complesso cli costrizioni illecite e criminose con cui i M.inisteri si sono fin <1uiassi– curato qualche anno cli vita. Al contrario, un Onbi– netto clemocmtico-radicnle potrebbe formarsi una. magg-ioranza. impedendo appunto tutte le costrizioni e tutto lo frodi adoperate a. falsificare la volontà. popolare. L'on. Sacchi, nel suo discoreo dì Cremona, ha detto cosa non vera quando ha accusato il paese <liessere il solo res1>onsabile di tutti i suoi mali. Certo il paese ele~g-o coloro che n1>1>rOYano la poli– tica imprevidente e dilapidatrice, che soffoca le sue attività sane e lahorioso; ma. clii travia. il suo µ-in– dizio? Non ò forse la classe dirigente italiana, Oo– vel'no, poteri locali, clientclo fHmigliari? Il paese, è vero, si lascia. facilmente corrompere; ma quale pill colpevole fra chi co1-rorn1)ee chi si lascia. corrom– pere? Tralasciamo dunque di riYCr:illl'Osul 1>aese anche le colpo non sue, e facciamo invece che esso sia li– bero; libero di trar profitto dell'opera inch·ilitrice dei partiti estremi, libero di csprim 0 re la sua. vo– lont.\ e il suo giudizio. AllorR, cerro, un pac-se di nrnlcontcnti non manderà pii1 alht Camera una mag– gioranza di conservatori. Mo. una elezione politica, nella cinalo il Govcmo si proponesse di far rispcttflre la sincerità. <lei sut:. frngio anche contro le ca11101Te ..locali, sarrhhc un atto npcrtamentc ri\'oluzionario. lia classe dii·ig-cntc in rtnlin, specialmente nel )Cezzog-iorno, non vh·e di forza propria; \'ive della protezione del Governo e della forzata assenza dei purtiti f)Opolari. 'l'ogliero ad essa codesta protezione o permettere ai partiti po– polari di dare un contenuto politico al malcontento inorganico delle plebi, sig-nifiea l}Orrelo tato contro 11athwle·classe dirigente e dalla. pttrte di coloro che finora furono esclusi dal potere. Orn, non ò chi non vcdn. l'nudncia del còmpito che spetterebbe acl un principe, il quale osasse tutto questo. Non solo gli biso~nercl,ho affidare il potere a partiti che non sono ancorft la maggioranza. lcg-nlc, ma dovrebbe aiutare la. parte democratiC3 del paese a lilJcrnrsi dalla. parto cons n·utrice. Ossia doHCIJhe mettersi a capo di un movimento che, 1>er <1uanto pacifico, sarebbe però csscnzinlmcnte rivol_ozionario, o del quale, se si conosce il punto di 1)3.rtenzl, non si prevede ugualmente il punto d'arrivo. • .. Pili su io ave,-o consigliato uno studio di psicologia regnlo senza osare di 1>rccorror11c le conclusioni. Ora, dopo lo nuove inliuzioni elio mi p:liono ricavritq Jm– parzialmente1 credo di poter ntrermaro che il princi pitto non (}UO fan;i esso 8tCRSO Rtrumentodi una ri11110- vazio110 in senso democratico. 'l'rop1)e cose occorre nh– batterc e trO()p3 suscitare, perchò un principe, qual che sh1. la sua volontà e la. sua i11tcllig-cnz11 1 possa affron– tare un tale e6mpito . .Xonsolo, infatti, co11\'ien Yinccrc le ahitudini intellettuali connaturato cd i preg-iudizi di casta, ma trascinare inoltro dietro a sè, discipli– nandole e indirizzandole, quelle forze dcmocrntichc cho finom non hanno dimostrato molte simpatie per il princ i1>fl.t o.Doncle duo ordini di cliflicoltà Cg"t1r\\– mcntc grn.vi : disfar:;i 1..leg-liHntichi amici, e co1u1ui• st.:rsi b fidu cia dei nuovi. ro non nei.ro la possil>ilità. dei miracoli; ma i mi– mcoli ne lla pol itica sono molto pili rari che altro,·c. 1,; un 1mrtito, che dovesse ori<'ntare la sua aziono sulla 1•ossi1Jilità di un mil"acolo, mostrcrebl>e cli non a,·crc alcuna vitfllità Ctl alcun KCnno. Pensiamo dunque ai casi nostri, la.:;ciando alPagilc

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