Critica Sociale - Anno X - n. 10 - 16 maggio 1900

150 CRITICA SOCIALE hcra, eioò la famiglia costituita senza J>reventh•a bene– clizione del prete o dichiarazione del sindaco? So dR.nero i conservatori giacobini volessero instau– rare l'ordine famigliare a norma del Codice civile, do– ncbl>ero arrh'aro all'assurdo di vietare l'unione sessuale o la procreazione a chi non Rbbia ottemperato all1obbligo preventivo del matrimonio civile. r:, per impedire il con– trnblmndo, tanti cinti di castità, colle chiavi dei luc- 1•hettl nelle mani del sindaco. S'ingannano ror,ie le donne e si procreano bastardi '-OIL111to per mezzo o per col))a del semplice matrimonio religioso? Oh! le scorrilnrndo extra-matrimoniali e le ,!ivngnzioni libertine delle classi danaroso ed oziose, di cui :1:011 rn1>1>ro'Jentanti coloro che battagliano in Senato! So chi hn contrntto il solo matrimonio religioso, od hn co:-itituitn una famiglia senza alcun rito chiesustico o l'iiuch\Ntl<', nn-icon<logli dei ftgli non li nrn1~da ni trovn• tclli, uò li ra denunziare nllo stato civile col nome della madre, ma li notiftea como figli suoi, e dò. loro il JlN>– Jlrio nome, h~ condizione della prole ò salva, ed insieme ne rcsln gnrnntita In. ragion della. madre. Questo si fa i,;empro dn chi, per J>rincipio, contrae l'unione liùorn; ~arcbbo interes.,anto uno. statistica in propo;;;ito pei nati tlal matrimoni Jrnrnmente religiosi. L'unico modo di recar l'ordine e la moralitla.nel campo dei rap1>0rti sessuall,.ò lo stabilire il principio della re– spo1111abilib.\ assoluta e piena. Per tutelare dav,•ero, come dicono, ·i-ordino delle ramiglic, e cioè per tutelare le con• 1lizio11idella madre o clella 1,role, il solo pro,•, 1 edimento efficace ò <1uello di ammettere la libera ricerca della 1mternltù. I bon1>onsantlconservatori ,ii turan gli orecchi a eosl Insana prOJ)Oslzlono. A lor signori la cosa potrebbe fruttar nolo od amareggiare J>iaccvolldlvagn1.ioni. E i camJ>ioni torneano In Senato, intorno al fantoccio dei due matri– moni, per l'ordino delle famiglie. AJ)J)rovl li Senato il progetto ministcriale o(l il con– troprogetto dell'Ufficio centrale, quando la faccend:~ venga. l)Ortata inu,,nzl alla Co.mcm, i socialisti non avranno cho da dichiaran•isl ad ogni modo contrari 1 contrnP1>0- 11endo Il principio della libera. riceren. della paternità, essi cho non rapJ)resentnno gli egoismi e le ipocrisie di una casta gaudcuto, nò le vacuità. di un nnticlericulismo ~concJu,-lonato. ll01H(l 1 1 Htff(l(IW. Uso DEL PCBBLICO. 0J(~i che il Senato, come il lettore sa, irnl)rovvisa• mento 1>lotorizzatodal richiamo dei senatori impiegati, rmtomobili e telcgrafl:ci, ha. prescelto, con 20 Yoti di ma~giornnza, la rormula del progetto Bonasi, nulla ab• 1Jian10da aggiungere o da mutare alle ossenazioni, l'iCritto '" mentre si dlscute,,a II dal nostro collaboratore. !.'alta Camera. italiana - Punica. al mondo 1 crediamo, e-hosin tuttn di nomina regia - si ri\'ela sempre 1>er ttuel che realmente devo essere ed è: un contrafforte wt ab1mdanti<1m del potere esecutivo; e quando mai mi• nnccins,;e di non esserlo abbastanza, J>ro,·\'ederebbo un3 bmvll inrornatn. A tem1>iplìt ri))Osn.ti,<"1uestosingolare plcounsmo costituzionale - Innocuo in cotesta funzione 1,ositl\"a,mn lngombrnntissimo in quella negativa di so– stituire, J>erchò colruso non si logori, il reto regale, mc· ritcrù un cenno In qualche angolo trn11quillo dei mlni– mis-;imi programmi dei J)nrt.iti popolari. Solo ci lnscln scettici Jllpotesi eho il progetto appro– vato in Senato 1>ossn esser mai 1>0stoall'orcline del giorno della Camera, do,·e lo attenderebbe un sicuro naufragio. 'l'uttn <1uesta discussione senatoria 11011 ru nitro che una 1>arnt11, e ra 11nrto di quell'ostruzionismo sistematico e perdigiorno onde ò maestro il ~liuiste1·0 Pelloux, gran rimru1,!;flatorod'ogni sno J>roprio escremento, massone con f'inocchiaro, sa,1ti{lct111,· con padre Adeodato, turco coi turchi, e castrato cogli Scopzii, so fosse il caso. 001>0i discorsi menzionati nell'articolo, a traverso una proli.ssa logorrea di dls-;ertnzioni accademiche, non ci ru, di J>Oliticnmcntenotevole, che quello dell'ateo fl. losofo Negri, schieratosi col guardn11igilli per amore della sacrestia; con che seoprl la finalità vera del di– segno di le!,t'gC': di c.-;serccioè un pegno di ruture rorni• cazioni fra i moderati e i elericali ambrosiani, per ten– tare, r:lrlbus 1mllis, di cacciare di nido i - sov Yersh·i 11 e rimettervi o rinrorznni In liquidata cnmor "rn.bn ,•n– beccarina. LA CRITICA. L'ULTIMA FASE DELL'ECONOMIA L RIAN I.a società dell'eguaglianza. A misul'a cho l'incombenlo cala,lrofe dei rap– porti capitalistici di;sol l'O la compagine dell'eco– nomia moderna, la libertà della terra si viene gl'adualmento ricostituendo sulle macel'ie del vec– chio mondo in isracelo. Le crisi si succedono, come onde d'un mare tempestoso, rodendo la base del sistema dello sfruttamento e dell'impoverimento ge– ne,·Jle. La socielà moderna è la negazione del dlrtllo inabolibile alla te,·ra: ma questa negazione è il mostruoso pa,•lo d'unartificiale coartazione delle spontanee energie economiche. Il processo econo– mico della proprietà 03clusiva terriera si svolge a danno della ricchezza e del benessere dapprima di pochi, poi di tutta la società. La necessità di pre- · eludere l'opzione operaia. base artificiale del profitto e della rendita, del reddito cioè estorto a danno del lavoro, imporla la cl'eazione di mille ostacoli alla produzione. Questi ostacoli arrecano il disgre– gamento delle forze produttive e la creazione d'una dep,·essione squallida dell'industria. Allora, sinistro annuncio di decadenza., scoppia la crisi, che va ad incenerire vistose rortune e, deva1orizzando 1aterra, la mette alla portala dei lavoratol'i. Qui comincia la tragica lotta di ,·esistenza che il possesso fon– diario tenta contro lo forze dissolutrici. Quanto maggiore è la quantità di terra lanciata in circolazione ad un prezzo di sottovalutazione, tanto più grande è il numero dei salarfati reinto– tegl'ati nell'opzione e tanto maggiore è la massa dei capitali restati privi di profitto. Onde, serven– dosi di quell'ist03so capitale rimasto libero, la terra ricostituisce la sua inibizione. Questa inibizione, ottenuta con la creazione di ulteriore capitale ecces• sivo conti•o., 1 alore, inacerbisce la limitazione pro– duttiva, acuisce la depressione, esacerba ed acce– lera la Cl'isi. Sicchè ogni crisi diviene a sua volta causa rapidamente crescente di nuove crisi. Allora la violenta dis,oluzione dei rapporti capitatlstici genera l'annientamento completo dell'esclusiva ap– propriazione fondiaria.. Frattanto la claise la.vora· trico si è venuta via via emancipando con la con• quista della« unità fondiaria• ('); perciò, al cessare dell'era capitalistica, abbiamo come risultato di tale decompoSizione sociale una economia dissociata com• posta di piccoli possedimenti terrieri indipendenti. Lo:·ia afferma ('} che la stabilità di tale nuova forma economica deriverebbe dal fallo, che l'espe– rienza avrebbe insegnato che ogni altro tentativo lt) SI è vi1!0 che, parallela ali.I, toprnvalulnione, c:aglone di arreato nell'aecumulatlone e delln conseguente dtpruslone di 1\rolltto, vi è una progru,tv11. formadone di terre lncoltt. Queste ttrrf', nello italo di c!econwoslz:lon,, sono a!Jb:,ndonate dal Pr<'· 11rletiirl o divengono ncce11lblll a queg:t optrll d:soccu1>ntlche altrimenti non potrebbfN aequl1tare l'opzione. - Loa.u, Co•tltf(• don• •conomtra odltrtu,, pag. 7i8. ('J Lonu, hl, pag. 731.

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