Critica Sociale - Anno VIII - n. 10 - 1 luglio 1899

Critica Sociale RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO Nel Ke,;110: Anno L. 8 - Semestre L. Il - All'El!ltero: Anno L. tO · Semostre L. 6,&o. l-elle,.e, va!]lia, ca1·loline-vaglia all'Ufftclo di CRITICASOCIALE• MILANO: Portici Galleria V. E., 23 (2. 0 PIiio 101111) Anno VIII (1898-99) - N. 10. .Non, .-ti vemle a. ,u,,wert sepan,.ti. MIiano, 1. 0 luglio 1899. INVIA ECCEZIONALE di qiiesto Nmnero - che ·viene spe– diw, oUrechè ngli ablJonati,a nwlte pe1·so1w indiccttecl dn wn'ici come abbouati p1·obabili - è t111('he au– tol'izzata la, vendita ltl p1'ezzo di Centesh:ni 10. SOMMARIO A\tua.11\à, R1J)IOflando (l~A ('RITICA lj;oc1AU!) Il no•tro cd»tJJIIO (Pror. \"ITOl\,Jn I.Anll!OI.Al Pen:hi .tamo uniti (\·1u•1u:oo PARBr'O). /11.run·e,tone di Comuni (CLAUDIO Tllln'UI, I 1octall.rti e la Repubblica: notlra corrl11po11dein:apnrigina (i\ll• Tt'RO l,A BRIOLA), Studi sociologici. I.a politica eronornfrn deli,. C'lou/ 011e,·at1:1 ltaU<w-e 11d mome11to vre6ente (LUIOI El""Alnt). Una Rl'f)ubt>ilca ftat,nna (Glttll!l'PK R~N'tll), [,e origini della ren.iit>llf' I e Il (UN TRA \'f'T). la tto,·fa. cltllO mue,·ia c,·uce,ue (l,A CRITICA). Blhl1oteca cU 1n-opagawta. AV V E R TE NZ E. Cot01·0che 1•icevono il vresente fascicolo, e che non hanno già saldalo l'abbonamento pel semesh·e eh.eoggi si inizia, sono 1,ivamente JJ'"t{Jali cli inviarne tosto l'im– po1·to all'Amminiso·a:ione, la quale ha g,·an bisogno di 1·im·dina,·e le fila e 1·,J)aral'e i danni gravissimi p,·o• dotti ({alla (or:ata 1o!;pe111ione del maggio 1898. Quelli, clw non inle11do,,u prewlt;ro o "Onlinual'C t"af>– IJonamento, ci fat·anno una vera cortesia segnalandocelo con uguale sollecitudine. Come avvertimmo nella nostra circolare, stanle la pali/a inlen·u.:ione di 13 mesi e mez.=o, idue &nni 1898-99 co,tiluframio una ,ola annata della Rivista e le sca– denze del :JO giugno e 3 I dicem.b1·e 1898 equivar– ,·an110 ad ugwlli scaden.:e del 1899. Non facciamo eccezione ,e non pe,· coloro che espressamente ci signi– ficano di vote,·e che il l01·0 abbonamento, benchè già ,at<lalo pet 189 , ,·icominci ox novo dal gio,·no della t·ipt·esa. Provve<lenmo o co,i numct·i doppi o con pubbeico:io11i accessm·ie a compensare {Jli aventi diritto dei tre ntt meri mancanti del IG maggio e J_• e JG giugno. Inviliamo gli inte,·essali a signifi.ca >·ci i mutamenti d'indirizzo avvenuti, e s<o·em.osem1J1•e grati agli amici che ci indicheranno indù·i:ii cui IJJedfre numeri di sag~iQ. ~ 'AMMINl::iTHAZIONI-:. RIPIGLIANDO i narra di un monaco spagnuolo, docente di non ricordiamo quale istituto di iviglia o di Sala– manca, che, avendo passato lunghi anni, sotto la tirannide dei Mori, sepolto nelle casematte di una fortez1 ,, rdstituito ,illlne in libertà, si ricoudusse immediatamente fra i suoi benevoli e benamati ascoltatori d'un tempo e, riaperto il testo alla pa– gina a cui lo aveva lasciato prima del sofferto se• questro di persona, l'iprese tranquillamente il suo dire colla consueta formula introduttiva: neri dtce– bamus .... Non altrimenti, nè con animo diverso, dopo il turbine che la travolse insieme a tante cose e a tante persone, e le tappò la bocca per ben Ire, dici mesi, la c,-tttca Sociale ripiglia l'interrotto colloquio cogli amici e col pubblico. E questo non avviene soltanto per il fatto subbiettivo, che nè essa, nè coloro che fedelmente le si slringono attorno, potevano, per tempestare di violenze ma– teriali, in alcuna cosa mutare. Ma avviene sopra– tutto per una cagione più concreta ed estrinseca. Ed è che, agli occhi nostri, pur mò riusciti dal buio della tomba allo dotce tome della vita solcata dalle lotte civili, il mondo - questo mondo che ci attornia, impastato di fatti e di pensiero, ricco di abbiezioni e di grandezze, suscitatore di affetti, di dolori, dì entusiasmi, di speranze, di rammarichi - tutto questo mondo così bello e cosi brutto, così odioso e cosi idolalrato, non ci appare mutato in alcun suo atteggiamento essenziale; ond'è che il nostro oggi e il nostro ieri, a dispetto dell'inter– vallo d'ogni luce muto che li separò, ci sembrano toccarsi colle gomita, proprio come l'ieri e l'oggi del calendario. Si, la inopinata tempesta ha schiantato fiori, ha disperso froodi - frondi secche sopratutto - ha batt •to al suolo in atteggiamento sconsolato la baldanza bionda delle messi; ma la terra, la fe– conda terra, eterna genitrice, di che cosa fu sce– mata, dove fu guasta 1 Non fu forse penetrata anzi più a fondo dagli elementi fertilizzatori che, sospesi nell'atmosfera o sparsi alla superficie, l'acquazzone trascinò e ruse in sè nel suo impeto! Dov'è che il danno, il terribile danno, la devastazione. il sac– cheggio delle cose ideali, che ci son pii, care della vita, dov'è che la rapina inesorabile, che pareva aver tutto annichilito e per sempre, lasciò traccio maggiori di qualche interesse personale momenta– neamente turbato! Ecco, gi,\ i nuovi germogli oc• chieggiano dai tronchi devastati e le rupi brulle rinverdouo. Domani sarà pl'imave1·a un'altra volta. Non mai più agile e pronta si vide agire la provvida legge, che è nel fondo delle cose che hanno un fondo. nella quale è sempre savio fidare: la legge di compensazione, che diventa - nei di• sastri legge di riparazione. e Colla vostra as– senza - ci scdve qualcuno con parola ll'oppo

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