Critica Sociale - Anno VII - n. 24 - 16 dicembre 1897

:no CRITICA SOCIALE capo opposto; egli si leva, la panca salta in aria, e ì colleghi vanno rovescioni; 3.' Il portafogli della Guerra, causa apparente della crisi, non è il pernio della crisi. La sostitu· zione del Ministro della Guerra fu la sola facile e spiccia. Al Pelloux sottentra il San Marzano, con• fessata travestitura del Pelloux medesimo, soste– nitore e relatore in Senato della legge che fu occasione della crisi, incaricato di farla restituire dal Senato nello stato primiero, per poi farla in– goiare tale quale alla Camera. La crisi è risolta, per questo lato, non a seconda, ma a ritroso del voto della Camera. Si domanda: il Ministro della Guerra è un Mi– nist1·0 costituzionale e parlamentare? Come avviene ch'esso provoca le crisi e non vi soggiace? Osarebbe egli mai il prestanome, il vicario visibile di un Ministro della guerra« pili vero e maggiore:», per, manente, inviolabile 1 sottratto al controllo della Camera - dell'aiutante generale Ponzio Vaglia, poniamo, galoppino eminente, in questa crisi, per la grazia di Dio? . .. Tale l'inizio, tale lo svolgimento. Quando un ili– nistero è battuto dal Parlamento, il voto di questo designa implicitamente il successore. La facoltà del potere permanente (Monarca o Presidente) si esplica nell'attuare quel voto, e, se oscuro, nell'interpre– tarlo: qni è la latitudine di cui gode. Sinché la contesa politica riducevasi alla classica altalena dei due partiti tradizionali, il designato era sempre il leader dell'Opposizione. Oggi, col complicarsi ne– cessario delle correnti politiche e sociali, la solu– zione può apparire sovente più malagevole: ma la designazione esiste sempre, ed è essa che addita la soluzione e vi pone limiti certi. Nulla di simile nel caso presente. Osservava un burlone che, giusta le corrette norme costituzionali, il re doveva affidare l'incarico di costituire il nuovo Gabinetto all'on. Pozzo. La comicità della proposta chiarisce l'assurdo della situazione. In realtà il re si tolse d'impaccio non affidando, ufficialmente, l'in– carico a nessuno. « Sua Maestà - annunciò il Rudini il 6 corrente alla Camera - s'è riservata di deliberare. • Il nuovo Minlstero oggi è nato senza che alcuno abbia avuto il mandato di costi– tuirlo. I fisiologi chiamerebbero questa « genera– zione spontanea •· Ma, a parte ciò, è ben certo che la Camera, come non voleva la crisi, così non aveva fornito indicazione veruna. 1'utte le soluzioni erano dunque possibili, perché nessuna era necessaria. Di qui l'agitarsi dei gruppi, il contendere sul numero dei portafogli e sottoporta– fogli, il leticare da mercanti in fiera. Se il Rudinì potò accarezzare con le idilliche lusinghe tutta quanta la gamma parlamentare; se potè stringersi a Venosta e accalappiare Zanardelli, occhieggiando in pari tempo a Sonnino ed a Cavallotti: egli non fu il padre, ma il figlio della situazione. Anticostituzio– nale questa, nessun Governo ne può uscire che non sia anticostituzionale. Anziché lizza di programmi, doveva esse1:e inconfro di cupidigie e cozzo di clien– tele. La passeggera rottura dei negoziati Rudinì-Za· nardelli fu ben definita dall'Avanti; « un urto di camorre scontratesi alringresso di un Gabi11etto troppo piccolo •· Or qui un altro fatto è prominente. Il Rudinì fu bensì il faccendone della crisi. Ma accanto e dieh·o a lui era qualcun altro; qualcuno, la cui volontà doveva prevalere: il Ministro degli esteri. E1·a il Visconti Venosta colui che prefiggeva i limili delle concessioni: colui che, se ecceduti, minacciava di andarsene (e allora il.. Ponzio Vaglia a insistere che rimanesse!) ; colui che disponeva del diritto sovrano di veto. Quando si parlò di rassegnare il mandato e parve che il Rudini venisse po~to in dispn.rte, caposaldo d'ogni altra combinazione si presentava il suo nome. Si noti che il Visconti Ve• uosta, senatore e assente da oltre un ventennio dalla politica militante, non ha nella Camera sè– guito di persone o di voti. Altra e analoga domanda: il Ministro degli esteri è un Ministro costituzionale e parlamentare 1 La soluzione d'una crisi di Gabinetto, la distribuzione di undici pol'tafogli, dieci dei quali riguardano i negozi interni del paese, sarebbe a,trare di politica estera 1 O vi è anche all'interno una politica stra– niera, che regna senza aver l'aria di governare 1 . . . N ,i preghiamo i lettori di considerare questi dubbii, cui siamo costretti a dare - si capisce il perchè - uno svolgimento molto sobrio. Il chiac– chiericcio pettegolo, la cronaca piccante della corsa alla cuccagna ministeriale - che lascia ìl popolo indifferente (per la gran fiducia nei padroni, pro– testa l'Opinione!) e che diverte gli scettici e gli spensiel"ati - potò copril'li, non sommergerli. Perchè è in quei punti interrogativi - è in cotesta acquie– scenza all'usurpazione dei diritti del Parlamento - che giace il sintomo della e nuova politica aulica» e il pericolo forse imminente di futuri disastri. È in essi che ha la sua spiegazione la minaccia, sempre meno inverosimile, e la quale anche testè ardiva rar capolino, di un autoctono Ministero Son• nino; il cui adempimento sarebbe - nelle presenti condizioni del Parlamento E:J dopo i recenti voti del paese - la rivincita del crispismo e l'instaurazione del vero « Gabinetto colpo di Stato •· FILIPPO '!'URATI. RIVISTA INTERNAZIONALE La guerra commerciale. Lond,·a, 9 dl!JemWe. Il conte Goluchowsky l'u il primo uomo di Stato che avesse lo spirito di raccogliere dall'umile cam1>0degli studi sociali un·atrermazione ed una. previsione ormai gib.volgarizzata anche nel giornalismo non eccezional– mente colto. Ma - oh! gloria della modesta idea su cui scende e si posa benevolo lo sgual'do di un alto perso– nag gio ! - come la. mendicante dei racconti favolosi, alla qua.le si è abbassato lo sguardo e l'amore di un pl'i ncipe, e ssa assume improvvisamente una veste re-– gaie; noi monile di una. annunciazione ufflcialo, la po– vera gemma, estratta faticosamente nei laboratorii della. scienza, riFulge di tutta la. sua luce o attrae l'attcn• ziono di tutti. Quindi i diecimila giornali dei due mondi, che non a.vrebbol'o nè meno spesa. una parola a pro– posito di un poderoso e geniale libro di osservazioni e deduzioni rivelatrici, hanno in queste ultime setti– mane consacrate parecchie colonne di meditazioni ed obiurgazioni alla questiono della colossale guerra com• merciaio del secolo XX, bandita nel discorso del Oolu– chowsky. . . . Ad ogni modo, resta al ministro tedesco il merito, se non di avere scoperto, almeno di avere visto e di avere parlato. - La. fantasticheria bismarkiana dell'eterno regno della spada aveva già mantenuto per troppo tempo un dominio inconcusso nella stampa. quotidiana, nelle discussioni parlamentari e nel pensiero dogli uo– mini di Stato, aveva già. tt•oppo allucinata la politica verso il passato, percbè noi non dobbiamo riconoscere

RkJQdWJsaXNoZXIy