Critica Sociale - Anno VII - n. 19 - 1 ottobre 1897

290 CRITICA SOCIALE della cooperazione, la determinazione precisa dei l programmi minimi vennero rimandate a un Con– gresso successivo. L'opportunità di meno frequenti Congressi nazionali, men tre florida or si svolge la vita regionale del partito, fu riconosciuta col de– ferirsi alla Direzione ogni decisione sulla data del futuro Congresso. La questione agraria, malgrado la molto elaborata relazione del Gatti, cha ebbe il torto di giungere un po' tardi, fu piuttosto tron– cata che risolta coll'ordine del giorno Agnini, che mette la piccola proprietà, come tale, fuori delle porte del partito: troppo recisa decisiono, forse, per aversi per definitiva ('). L'ipertrofia politico- elet– torale si rivelò in un modo salientissimo: mentre le due prime giornate passarono in una calma e correttezza stiam per dire eccessive, il Congl'esso trovò un'eccitazione a certi momenti quasi isterica tostoché fu posta in discussione la tattica elettorale. Malgrado ciò, il Congresso segnalò un notevole progresso nell'educazione politica dol nostro partito. Discussioni sempre elevate, neppur l'ombra di re– torica, bandito c. il discorso per il di.scorso», peste dei Congressi. Lo sfogatoio dolle Commissioni aiutò in questo la severità dei congressisti. Oratori brevi 1 sintetici, che andavano ritto al nucleo delle cose. Vivezza senza asperità, battaglia cordiale, non mai personale o pettegola. Dei mandati imperativi, ci parve, minor abuso e nessuna ostentazione, e più largamente interpretati. Erano dogma: oggi li ve– diamo censurati da più d'un giornale del partito. Di più, le questioni immature condotte a mag– giore maturanza e meglio definite nei termini. Se il Congresso non fu un punto d'arrivo, fu certo un punto di partenza pei lavori da farsi e assicura l'utilità del Congresso successivo. Finalmente, il Congresso segnalò e avvalorò la tendenza del partito a uscire dal semplicismo delle formule, ad avviarsi a più complessi e sostanziosi adattamenti, rituffandosi al tempo stesso nella schietta onda proletaria, che è a lui quel che la terra ad Anteo. Questa tendenza si rivelò sopra– tutto nelle tre discussioni dell'azione economica di fronte al proleta1•iato industriale; dei programmi minimi; e della tattica elettorale. . .. Quanto all'azione economica 1 no11osel'emmo giu– rare, massime se guardiamo ai rendiconti pubbli– cati dai nostri giornali, che il Congresso ci abbia tutti guariti dall'infatuamento eccessivo della lotta politica. Ma il consentimento largo e cordiale che accolse le parole e le proposte della relatrice, so– pratutto quando insistè sull'enorm~ importanza del lavoro femminile nell'industria, sulla necessità di organizzarlo e proteggerlo, sulla reazione economica e politica che ciò produrrebbe sul movimento ge– nerale del proletariato, dimostrarono che ciò che ella diceva era sentito da molti. Sull'argomento, vitalissimo, ritorneremo. Diamo intanto l'ordine del giorno, unanimemente approvato: Il Congresso dichiara: Che l'azione politica del partito non deve andar dis– giunta dall'azione economica come quella che sola può ( 1 ) L'ordine del giorno Agnini, o piuttosto Gatti-Agnini, perchè accolse le proposte Gatti, salvo le ultime sulla piccola proprietà, raccomanda: fra i· contadini dtsolJbltgatt o ln-acctantl. leghe di resistenza diretto a sostituire alle cointeresunM il salario a gior– nata, ad ottenere i probiviri agricoli, la limitazione delle ore di lavoro e l'aumento delle mercedi; r,·a gli olJ!Jltgatt, associAzionc per la riforma e successiva difesa dei patti colonici; fra t mez– .;;adrf, associazioni per riformare e ricondurre la mezzadria al suo tipo sincero e assicurllre :tlla famiglia del mezzadro un mt– ntmo tntanc,tblle; pet ptccolt proprfeear'i.. .. nienl'altroche la dia– gnosi del malanno onde dov!'anno morire. assicurargli il carattere di partito di classe e mante– nergli il carattere rivoluzionario; Che codesta azione deve spiegarsi spQcialmente in due modi: 1.° Colla partecipazione ai movimenti di resistenza economica (scioperi, leghe di resistenza-, propaganda socialista. fra. gli operai economicamente organizzati). A tal uopo i socialisti operai dovranno iscriversi nello singole organizzazioni professionali di resistenza, pro– muoverle dove non esistono e adoperarsi a svolgere in esse la coscienza.di classe e la convinzione della neces– sità. della lotta politica. Oovoesistono Camere del lavoro dovranno spingerle a spiegare una seria ci.I intensa propaganda di organizzazione economica e a curare l'organizzazione <leiproletariato agricolo-industriale. 2.° Coll'agitazione per ottenere una seria. legisla– zione in difesa del lavoro. Que5ta agitazione costituisce il nesso più naturalo fra l'azione economica o l'azione politica del partito. La Direzione del Partito, volta a volta, compilerà disegni di legge per la protezione del lcworo,cho siano un'espressione dei desiderati delle organizzazioni eco– nomiche, p1•ovocando la di&cussione su lii essi nelle organizzazioni operaio, convocando Comizi popolari noi grandi centri industriali prima. <lipresentarli alla Ca– mera e continuando l"agitazione sino alla vittoria. l<'ra i disegni di legge per la protezione del lavoro il Congresso ritiene della massima urgenza quello relativo al lavoro delle donne e dei fu.nciulli. Dei programmi minimi, la discussione in seno alla Commissione rivelò che mancava un concetto infol'matore unico, pacifico (si direbbe curialmento) in tutto il partito. Il relatore si contentò di ottenere che questo innanzi tutto fosse cercato e fermato. Claudio 'l'reves, con l'eloquenza brillante e un tal po' paradossale che gli è propria, sostenne i pro– grammi minimi dover essere essenzialmente socia– listi; Maironi li intendeva ecletticamente, con larghe braccia umanitarie. Non mancava chi li l'iduceva alla piattaforma d'un giorno o d'una stagione. La quasi unanimità fu raccolta sulla dichiarazione da noi formulata e che riferiamo qui sotto, in base alla quale il partito dovrà cominciare i suoi studi; e auguriamo li cominci davvero, poichè la 1·iforma dei programmi minimi rifletterà la sua luce su molte questioni pratiche, che quandochessia ci tro• veremo fra mano. (1) Il programma minimo dei socialisti non è il lo1·0p1·0- gmm,ma di governo. Il socialismo non potrà comincia.re ad essere attuato se non dopo ta conquista dei pubblici pote1·i; nel che è da intendere, non già. la.conquista di qualche seggio o di qualche, minor corpo deliberante, ma la presa di possesso da parte del proletariato so– cialista dei congegni fondamentali del potere politico. Il programma minimo dei socialisti non è quindi un programma socialista. Esso non è che l'indice sempre mutabile e progressivo di quelle riforme di maggior portata, le quali, mentre appaiono compatibili col fon– damentale ordina.mento economico di un du.tomomento, ne agevoleranno la.graduale evoluzione a forme supe• riori, sia elevando il tenore di vita dei lavoratori, sia consentendo un più normale e cosciente svolgimento delle lotte di cla.sse, sia. ringagliardendo le forze del partito socialista. Questo riforme il partito socialista chiede ai partiti {') Le comunicazioni relative ai programmi minimi devono farsi a Claudio Treves, via Sant'Anselmo t, Torino.

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