Critica Sociale - Anno VII - n. 11 - 1 giugno 1897

CRITICA SOCIALE 169 minali1 senza preparare agli uomini deffavvenirc un ambiente più adatto e più omogeneo 1 Ebbene: lutto ciò è darwinismo, è positi\'ismo 1 è antropologia criminale! Gli esclusivisti ammettono il determinismo storico, ma non si accorgono del detel'minismo biologico cd an– tropologico: noi, che modesta.mente vediamo l'uno e l'altro, invece di dirci materialisti storici, possiamo chia• marci, senz'altro, materialisti. Ecco la. conseguenza, cui sarebbe oggi pervenuto Marx, se fosse vissuto! A. DE BEI.I.,\. Alcune parole di postilla all'articolo di Antonino De Bella. Chi scrive queste linee non mutò d3:vvero opi– nione, ci1·ca il valore di Carlo Man, nei pochi anni decorsi dall'inchiesta del Tambur-iui: o la mutò nel senso che la sua ammirazione pe1· il genio in– commensurabile del grande tedesco s'è venuta au– mentando, come più gli fu dato di penefrarne la profondità e di scorgerne cei'te faccia che allora restavano, per lui, tuttora immerse nelrombra. La gloria di l\far·x è di quelle che crescono ad ogni anno che passa, perché ogni nuova. esperienza sto– rica è come una chiave che schiude un nuovo cas– settino di quello scrigno di intuizioni podentose; scrigno dai mille segreti e dalle mille sorprese, miniera inesauribile di trovate intellettuali, la quale - a chi l'abbia appena sondata - fa apparire ab• bastanza allegra la mania di coloro che s'affaticano a « completar·la ». Ma l'opinione espressa in occasione dell'inchiesta Tamburini non ha quel significato che l'amico De Bella sembra attribuirle. Nessuno certo vo1·rà pre• stare a chi la espresse l'intenzione microcefala di chiudere in un libro solo tutto lo scibile. Lo scri– vente soggiunge qui modestamente di non aver ueppure avuto l'intenzione di compilare un cata– logo delle opere del filosofo di Treviri - catalogo che i cinque soli numeri, messi dal 'l'amburiui a disposizione degli interpellati, avrebbero fatto d'al– tronde troppo incompleto. Nel Capitate di i\fa1·x - questo volle dire l'au– tore di quella risposta - v'è tanto che basta pe1· esercitare l'attività di un çe1·vello umano durante uu lungo periodo di solitudine; anche se il prefato cervello non aspiri a completare, ma si contenti di intendere davvero quel fo1•midabile volumè e di spremerne il succo. Quanto al resto della disputa, noi lasceremo vo– lontieri che risponda - se vorrà - chi ò più spe• cialmente preso di mira e ha pili dill'di nella sua faretra che noi non abbiamo. Ci limiteremo, pe,· conto nostro, a poche osaervazioni, più che alt1·0, per aprire ad altri la via. Innanzi tutto, la « ,•olgare cronologia » non ci pare che sum•aghi le prime asserzioni delramico De Bella. Egli SCl'ive che il darwinismo venne in auge nel 183::i; e che il 1\fanifesto dei Comunisti fu impedito di esercitare tutta la sua influenza dal fatto che il danvinismo e re,•oluzionismo spence– riano non erano ancora diffusi e non gli offrivano ancora la cooperazione cli un ambiente ideale pro– pizio. Fra questi due riflessi - almeno per ciò che ha tratto al darwinismo - ci sembra stridente la contraddizione. Se il darwinismo era in auge fin dal '35, come mai non aiuta,•a la intelligibilità del Mantfeslo che uscì in luce in principio del '48? La verità è che il darwinismo non venne in auge, anzi non venne al mondo, se non molto tempo dopo la pubblicazione del Manifesto; e, se quei due punti di vista cognati si porsero aiuto, l'aiuto fu, a dire il meno, l'eciproco ed equivalente. Anche il darwinismo molto dovette e deve tuttora eca J IU D d lU lottare pe1· imporsi al misoneismo della scienza uf– ficiale e della ignoranza gregaria. Ma nel 1835 Darwin, giovinotto di 2G anni, viaggiava ancora per ter,·e e per mari raccogliendo dati ed osserva– zioni per quella che ru la sua prima opera o che usci qualche anno di poi: il Via{Jgio di un natu- 1'alista attorno al 'mondo. In quest'opera, corno nelle successive (le Osse;·vaztoni geo_tog{che ~ gli Scogli ili corallo) vi era bensì Da1·w111, non v1 era affatto il da,•wiuismo: Darwin non e1·a ancora darwinista, se cosi ci è lecito esprime1·ci. Sarebbe lungo e non facile indagare come, a grado a g1·ado, egli lo divenne, a trave1·so i numerosi studi mo°:O· g1·afici di botanica e di zoologia, che rivela1·ono 10 lui uno dei più poderosi osse1·vator-i e scienziati del nosfro secolo. Ma questo predarwinismo inte– riore non interessa affatto la nostra questione. La prima e vera opera nella quale il concetto darwi– niano si affe1·ma, applicato ad un 01·dine di cose che interessa tu1te le per.ione colte e non soltanto qualche specialista. è 1'O1'/gine delle Specie. pu_b~ blicata nel '50. li Manifesto aveva allora ben u11d1c1 anni cli vita. E curioso - e lo nota Edward Aveling- in un articolo dell'ultimo Deveni,· socia/ (aprile '97) - che, propt·io nello stesso anno che usci"a in luce l'Ori!Jine delle Specie, il Marx pubblicava la Cri• lica delCli:cononiia voliUca. dOstinata a rivoluzio– nare le dottl'iue sociali, così come il libro di Darwin doveva. rivoluzionare la biologia. « Non fu questa - scrive l'Aveling - una coi11ciden1.a accideutale, più che non lo sia stata la scoperta dell'o~sige1~0 fatta insieme in Inghilterra dal Prles1ley. in l-'1·anc1a dal Lavoisiel', in S\'ezia dallo Scheele. Questi non sono elfetti del caso, ma risultati della evoluzione costante del pensiero umano. Lo sviluppo della chimica verso il 1774 aveva preparati i mezzi e il tempo necessari per la scope1·ta dell'ossigeno, la quale, per così dire. allo1·a s'imponeva. Lo sviluppo della biologia e della scienza economica aveva. nel 1859, aperta la via e prepa1·ato il tempo necessario per le due teol'ie gemelle dell'e\•Oluzione e del plus· valore. • Se nel computo ('>'onologico ci pare che il De Bella pecchi di anacl'Ouismo, non sappiamo nep• pure arrende1·ci alle considerazioni ch·egli ro1·mula iDtorno alla pretesa precedenza logica del Darwin. rn questa materia sa1·ebbo necessario intendersi meglio. Che cosa si vuol significa1·e colla frase p1·ece<lenza logica! Che l'uomo fisico è pl'ima del– l'uomo economico? Che l'animale ò p1·ima del– l'uomo 1 Che la p1·eistoria è Jll'ima della storia? Ma qni siamo ancora, iu 1·ealt:\, sul terreno della Cl'OllOlogia. Non vogliamo imhai-carci - e non ci ò neces• sario - iu una questione che. atti_ene al problema della classificazione dello scienze. E palese che tale classifica1.ione può riuscire affatto dive!'sa a seconda dei critel'i che le si mettono a base: la scelta dei quali è soggettiva e arbitraria. Per la questione che tratta il De Bella, di fronte al rimprovero che egli muove ai marxisti (egli ci correggerà: agli esclusivisti del marxismo) di non tener conto sufllciente dei pl'esupposti biologici. la precedenza logica non dovrobb'essere che la J)rece– aenza necessaria diJl vensie1·0. In altre parole, non si tratterebbe di sapere in quale ordine procedono i fatti l'uno dall'altro, ma in quale ordine proce1e il pensiero nella loro scoverta. Ora noi neghiamo 1·ecisameute che, sotto questo aspetto, la scoperta biologica preceda la scoperta economica. Se dovessimo scegliere fra le due ipo– tesi opposte, la contral'ia ci par,·ebbe la pili vera.

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