Critica Sociale - Anno VII - n. 11 - 1 giugno 1897

CRITICA SOCIALE 105 In una parola.,nel caso in csamo, non ci troviamo già. di fronte ad una crisi causata csclusivamento dalla cattiva distribuzione dello ricchezze, sibbcno ad un fatto, conseguenza. p1·incipalrnento di una viziosa. politica do– ganale ed economica. Ciò posto, paro a mo che abbiano più ragiono lo masso che, conscio dell'imminente pericolo, si agitano, reclamando l'azione del Governo, che non quei nostri deputati che alla Came1·a si disinteressarono completa– mento della questione, ritenendola estranea all'int0rosse dei lavoratori. Con che non intendo arratto censurare i nostri rap– presentanti in Parlamento, i quali, certamente, non conoscevano la speciale condiziono economica nostra, la causa vera della crisi cd i rimedi possibili. lo ,•olli solo porre la. questiono por richiam a.re su di ossa l'attenzione dei nostJ·i miglio1•i, nella speranza. che la discussione possa. inliui1•0 sulla condotta. avvenire Jel partito, non già. limitatamenle alla. questione agru• maria, ma in lutte le altro che si potranno presentare o che l'interesse dei lavoratori richiede siano risoluto in un senso piuttosto che in un altro. r..n. questione è dclii, più grande importanza, se si pensa. che tale in– tervento può essere sposso decisivo, a causa della pres· siono, che noccssariamonto eserciti\ sul Governo la m:lssa del prolcl..1.rhlto Ol'g1rnizzato. Così avvenne, ad esempio, pcgli zolfi: il Go,•crno, dopo tanti tentenna– menti, si ò deciso a faro qualche cosa solo quando temette che l'agitazione dei soiratari turbasse l'ordine pubblico. E non si trattava, allora, che tli poche decine di migliaia. di la,·oratori ! Esempi autorevoli in questo genere ci sono venuti dalla Germania. e dalla Francia, dovo il partito socialista combattò ballaglie campali contro i dazi sui cercali, n. ra.vore dell'imposta p1·ogressiva e su tante altre quc– slioni, nelle quali (sebbene mo,·en,Jo da un punto di vista tlh'e1·so) si ò trovato alleata, nelru.zione, taluna dello rrazioni più avanzato della. borghesia. E si dove, principalmente, a questo atlcgginmento il mera,•iglioso incr•emcnto che il socialismo ebbe in quei paesi in questi ultimi anni come partilo politico: la sua aziono si ò rivelata spesso così emcace da ronder·lo arbitro della situazione, come aHenno ultimamente in Francia al tempo del ~linislero Bourgeois. li partilo socialista, cho non ò un partilo doUrinario, rnt, che ha la sua ragiono di essere nelle cose, senza. rinunziare a nessuna dello suo flnaliti1, senza ripiegare alcun lembo della sua bandiera, dovo pur·e interessarsi tl tutte lo peculiarità. della nostra vita economica o as– sumere in ogni occasione la. diresa. delle classi disere– dato. Taio, pare a me, I~ sua. fun;·ione positiva nell'attuale condizione di cose. La soluzione cui accenna qui sopra il nostro col- 1aboratoz•e siciliano merita senza r1ubbio di venir ventilata, e noi perciò demmo ospitalità alla sua opinione circa una questione tanto importante e minacciosa. Ma dobbiamo, per la verità, osservarirli che egli a torto, ci pare, lamenta l'astensione dei deputati socialisti dalla discu!l;sione testé avvenuta alla Camera. Appunto la soluzione (se c isì possiamo chiamarla) che egli princ-ipalmente caldeggia, cioè un dh•erso iu41i1·izzo di politica doganale. e spe– cialmente la abolizione o la riduzioue della pr-ote– zioue enorme accordata ai cereali e ad altri pro- è:I U IU O é:I U dotti di consumo popolare, fu sempre cura gelosa ciel gruppo socialista, che, solo o quasi solo (cia– scuno ricol'derà i nume,·osi disco1·.si dell'Aguini), non pe1·dette occasione di lottare su questo terreno a fa.101·0 della massa dei consumato1·i, sia chiedendo lo sg1·avio dei dazi, :-ia deounziaudo i mercati che si compievano alla Camer·a fra protezionisti fon– di:.H'Ì e protezionisti industriali o mercantili. E ap• punto perché lo reca nelle seri i più opportune, quando cioò si 11·attò di politica dogauale o dell"iudil'izzo finanziario generale, non co11vcnh 1 a che mostrasse di faPlo uell' nleresse lecuicamenle e regionalmente limitato di un gruppo di produttol'i, com'era il caso delle recenti iuterpellanze. l'ur lroµpo cotesta lotta del g1•uppo socialista fu e rimarrà. isempre accademica fluchè il paese, lunge dal secondario, si manter1·à affatto indifforente,come so la questione dei consumi non lo l'igua1·dassc, e fìnchè i gros!-1.iprop1fota1·'ì lerr·ieri, legati a ban– chie1·i e a intromettito,·i d"ogui genere, costitui- 1·a11110,direttamente o pe1• interposte per-sone, la grande maggioran1.a dei due rami d~I Parlamento. Quanto J>oi alla questione !-ìpecialc e al valore del rimedio proposto dal nalleriui, ci piace segnalare uno slud io del prof. Sai violi nella Uifonna sociale che ha la data del 15 maggio e che esce mentre stiamo per licenziare que~to numero della Cl"ittca. Il Salvioli non discorda essenzialmente dalla dia– gnosi del Ballerini, ma O molto pit'1 pessimista circa la J)OS!-1.ibililà. e circa i l'isullati <lolla cura. Dopo avei· dimosl1·ato quanta pa1·te dell'attuale crisi si debba alla folle speculazione d~i capitalisti e dei ban• c hie1 •i e alla spensieratezza dei produltori siciliani ( r.he al tempo dei lauti guadagni fecero come la cic :lla, convertendo i 1•icavi in spese di lusso), egli accenna agli attuali desidel''ì degli interessati e li commenta così: Tutti questi rimedi, elle a. prima vista presentano tanta s emplicità. e spedi1ezzn, urtnno invece contro le gru.vi e insormontabili dilllcoltà che sprizzano dul si– stem a capitalista, nel quale non si può aggiustare un lnto senza. scomporne un altl'O, non si può corregger~ un diretto senza. aprire la via atl un malo maggiore. B tutto un edifizio che sta. in piedi a ruria di compensi e di espedi enti, rab bercialo e puntellato dalle fondamenta. all'ultimo pia.no. Guai a toccare una. pietra o tentare uu ritocco, tutto può rovinar~ o seppellire architetti ed operai. Per quanto gli inconvenienli siano gravi, si ò impotenti a rimediare; ogni rimedio causer6bbe un malo ma~giorc. Chiedere alla. Russia. riduzioni di tariffe! (1) Ma.biso• gnerebbe concederle una dim nuzione nei dazi sui ce– reali, o allom come strillo,obbcro i produttori italiani di grano, i latifondisti meridionali, che imposero alla Camera. italiana. un dazio affama.101·0 di L. i,50 per quin• 11110 di frumento! Dircbbol'O cho ò ro\'inata la. gmni– cultum nazionale per pochi pl'Opr·iet:u·i di a~rumetl, tlomanclerebbero sgravi di rondiarin, minaccerebbero ri– voluzioni. Diminuire poi il dllZio sui pe1rolii signiliche• rebbo una perdita per le tlnanzo e queste, pel'isca l'a– ~ricoltura1 non possono 1 inunciaro a un centesimo. Ridurre le tariffo rerroviariol Ma i banchieri sono diresi da contratti e non si p!·estano a scemare i loro lucri. Ili• nunziare alla. compartecipazione al prodotto forroviario da pa,-te dello Stato1 Ma vi ò sempre la ragione finan– ziaria, più forte di tutto , che lo vio la. Lo Stato donebbe imporro altre tasse od esacerbo.re le esistenli, o questo ( 1) QuHlo lnvno parrebbe Il rimedio principe, come accenna n.nche Il Bn.llerini. li Salvloll lnformA, dt!AUlllCndolo da dati ulll• ciall, che il va,to impero rOAl'O Importa a1 11ualmcn1e in lhr.lia 111111. media di clrf"a tOO m1Uonl di lire d"' e11olprodolli, mentre l'e1111or1adone dell'ltall:i. per la ltuuin non ravgiun~e che la 'U• \ura medhl d1 8 nulìonì In cifra tondn. La Ruuia, che non h: i.un albero d1 airumi in tutto li l!UO 1erritMio" q11lmli n.. ouna ra– gione di dafeea, 1u,ò ques10 11rorto110di qua11;i l 300 1/1 dt:I vnlore, come rappr~sMgha contro il dazio i111ll11no del G0•; 0 del ,·alore sui cereali, e conlro il du.io anche maggiore 1ul petroli.

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