Critica Sociale - Anno VII - n. 11 - 1 giugno 1897

CRITICA SOCIALE 163 polcl' schiaccial'0 colla. fo,·z.i codesto nemico. i\la, come il Bebcl confessa.va si11co1·amcntc ,il Hoichsta.g, i socia.– listi non hanno ,·oglia. di fa1·si buc,u·o la pelle cltti fucili )lauscr.(l!.'d i· questochesconcei·tafxl ùTilamalcdellamenle il pio redallore del gioi·nale milanese). Il loro ido,tlo essi 1cnbino di rag~iungcrlo invadendo (i bai·bai·i!!) lo assemblee logislalivo cd amministr.d,i\'O coll'aiuto del suffragio universale. Pcrchè lo Stato o la società. non dovrebbero difendersi da. codesta. invasione, togliendo tt scala pc,· la qua.lo i nemici montano all'a.ssalto delle loro istituzioni, doi loro beni m:llCJfali e morali 1 E il 23 maggio lo stesso scrittore, a buon conto, rincalzava: Oggi hi grande preoccupazione di Gug\lelmo Il ò, si comprende, il J>Cricolosocialistico, a combattere il quale egli repul..1. pcl' aHentura. utili certi provvedi mcmi che in maltà danneggiano i pa.rliti legali conservatori an• zichò i rivoluzionari. Non sappiamo se !"ispirazione del progetto di leggo sullo Associazioni sia venuta direttamente dall'allo, ma, si può presumere che osso corrisponda. ad idee preva– lenti in alto. li f',itto ò che le sue disposizioni non sem· brano nè pratiche nò cfllcaci. Sono inopportune, un •~naci·onismo, non meno della. fo.mof.la C mstw·::tìoi·lage. i-; forse minor inconveniente faro un:~ leggo d'eccezione che restringere le libcrti1 pubbliche per combattere cel'to tendenze. Nel pl'imo caso si incorro nell'odio d'un par– iito, nel secondo si offende la gener:~litù. dei cittadini. E quando pure si voglia. rima.nero nel diritto comune, me~lio è, corno dicemmo un'altra volta, a.ttaccarc il ma.le :tlle radici e sopprime,·e il suffragio universale, che ò il grande nutricatore del socialismo.· 11 quale, l'ipoliamo, non è J)e1·ic:oloso /tw,·i delle assemblee legisla– tive ed amministrative, ma è pe1·icolosissimo. qui <love può abòaUe1·ee spoglim·e soUo il m.anto della legalità. 1 socialisti non erigono barl'icate, ma minano l'edilìcio delle istituzioni coi bollettini di voto. Nella Dieta di Prusshi, che ò eletta a doppio grado, i socialisti non cont,u10 e la ma.ggior<.tn7.<L.1'ima11e ai partiti conserva– tori e liberali motlcl'ati. E odioso, torniamo a dirlo, il ritil'aro un dirilto ch'è stato concesso, ma la Dieta. di s,tssonia ha ben a,vuto il coraggio di restringere il di– ritto elettorale o non s'è penlita. del suo atto. Del resto, il Bismarck ha confessato più volto che l'inli·oduzioue del suflhL~io universnlo nell'impero ru un orrore, e ciò ch'è accaduto in Germania dopo il suo ritiro nella vita privata. non ò atto, certo, ad infirmare 'JUel suo giudizio. 01· dunque la partita non ò che rimessa e tutto fa c1·edere che la corsa al cesarismo sara ben presto 1·ipresa in Germania e indirizzata pil1 l'ecisamente al suo scopo più vero. Quale sal'à. di fronte a così insistente minaccia,.la condotta dei socialisti? Qualche lume, per una risposta, ci porge un te– leg1·amma da Berlino, che la Tribuna pubblicava il ?~ maggio, prop1·io solto la notizia del trionfo della mo:done l{iclrnl't: BEHLINO, 20, ore 12,50 pom. - (lfcnnann). - A fronte della cononte reazionaria che prevale nella Dieta prus• siana, nella stampa. socialista viene sollevata hi proposta. di 1·inunziaro all'anlico 1wincipio di non prender parte alle elezioni della Dieta stessa. Nelle elezioni del prossimo venturo :urno i socialisti iutonclono di concorrervi, vottu1do pe1· i candidati pro– gressisti e pel' i liberali. La. stampa progrossist;t sostiene la proposta, dicendo che i progressisti potrebbero garantire I,~ riuscita cli alcuni candidai.i socialisti nei collegi che presentassero nHLgg:iorprobabilità; a fronte di che i socialisti si ob– bligherebbero <L votare alt.ro, ·o per i p1·ogrossisti. In tal modo si poti-ebbe 1·ocare un gran colpo alla maggio– ranza reazionaria della. Ca.mera.prussiana. Questo progetto ha molta probabili fa di essere messo in esecuzione. Po1·se il corriSJ}Onden le della ~l'rilmna si affretta un po· l1·oppo nelle previsioni. Di fronte alla con– vinzione, che si fa strada, della necessiU\. di poi-tare anche sul te1Tcno elettorale colesta ti: concenti·azione B oteca lJ no t11arco a 1·ovescìo dei pa1·tili » che gì:\ vodiamo sperimen– hu·si nella maggio1·e assemblea dell'lmpe1·0, l'iman• gono ~aldc lo 1·esistenze tonaci delle tradizioni del partito, fedele ancora in gl'an pule alle decisioni del Congresso di Colonia. Cedo ò per altro che i socia1ii:;ti tedeschi, fortis~imi di coscienza come di uumoro. o che si ripromettono nelle elezioni del– l'anno p1·ossimo di tocca1·e i due milioni e mezzo di voti, sentono vivamente la 1·esponsabilifa della situazione. Essi sentono come la necessità di spez– zare innanzi tutto - e a qualunque costo - la feroce 1•esistenza e di scongiurare i teneb1·osi di– segni della .1unlle1·sclla/l, congiu,·ata coll'lmpe1·a– tore ai danni di tutta la nazione, sia il còmpito che oggi loro si para dinanzi, sopm e prima d'ogni alti-o - la condizione sine qua non della possi– bilità loro di lotta e dello vittol'ie future. Pe1·ciò lo loro discussioni e il 101·0atteggiamento si impo1·– ranno alla meditazione dei socialisti italiani. LA CntTICA SOCIALE. LA CRISI AGRUMARIA e i la··vorat:ori Oggi, che ltl riuestiono agrumari.~ appassiona tanto l'opinione pubblica, specialmente in Sicilia, e che ve– diamo l:L Camem destinare un·a.pposita sedut:t alla discussione di essa, e la stampa più autorevole lmtt,uo l'argomonto con maggioro o minore esattezza, nH~ quasi sempre in rapporto ai produttori; 1·epuLiamonon esser privo d'interesse per il nostro partito l'occupa!'si ùolla ciucstione, dal punto lii vista delle classi lavora.frici. I.a present.o crisi, che dura da. alcuni anni, ma che si era. mantenuta finora allo st,tto latente, co!JJiscoun,i delle più fiorenti produzioni 1loll'isoh1,e forse il mag– gioro prodotto dell'esportazione: lo slalislicho umchtli portano un valore di pili che 30 milioni di tll'e. I pl'imi ad esserne colpiti furono gli speculato1·i cd i produttori; e solo 01'a,dopo parecchi mesi di crisi ..tcuta, i lavoratori cominciano a 1 isentirnc gli effetti. Certa– mente, d,t alcuni anni, i prezzi degli agrumi non Cl'ano più rimunerativi come una volta, il frut.to però si von– de\'a e si esportava, e quindi il lavoro veniva alimen– tato, sia flUello addotto alla coltivazione, sia quello addotto al traflico. Del resto, il saggio dei salari, nello campagne in ispecie, era cosi basso che non a\'l'Obbe pel'me~so una ulteriore riduzione; e la richiesta della mano <l'opera colla crisi non m·:L venuta meno, era. anzi aumentata; perchò i proprietari, non e-:tlendo disposti a rinunziare ai loro redditi eccezionali, a,·cwano reso più intensa la collivazione dogli agrumeti, nella spe- 1·anz,t di supplire coll'a.umentato prodotto all'abbassa– mento dei prezzi. ì\la, da alcuni mesi, lo cose t>recipilarono: sotto la minacci.~ di un notevole aumento del dazio di impol'ltl· zione negli St;Lli Unili, la crisi si ò improvvisamente <Lggra,·ata, per modo che solo i frutti scelti tro\'ano compr,LlOri, mentre la. grande massa dei protlotti resta invenduta sugli alberi. Per poco che un tale si.do di cose perduri (come paro quasi cc1'lo), ai proprietari non conve1TÌLcoltivare le loro lel'l'c, o gli speculato1·i dovranno chiudel'0 i loro magazzini. S,.ll'i1, allora, per la Sicilia un Yero disaslro, poichè lo conseguenze non si limiternnno a qualche provincia, come ò avvenuto per le precedenti cl'iSi, imi si cste11- de1'anno a tutla l'isola e a buona parto delle p1·ovincie tlol mezzogiorno.

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