Critica Sociale - Anno VII - n. 11 - 1 giugno 1897

CRI'l'ICA SOCIAI,E 171 propricfa della torrn. Ma. poicl11) una tale trasrorma– ziono non s'improHisa, e d'altronde il malato stesso, ingannato da empirici ciat'latani, non si preslcrebhe oggi ,tll'operazionc, ""è chi suggerisce la cura. localo dei lopici, nella. forma di Coope1·ativc, lcgho di resi• stcnzn, ccc. lo credo che questi rimetlii allora soltanto potranno esercitare qualche ofllca.cin, quando la mala.lUa abbia gfa superato il poriollo prodromico. Oggi, per aiutare nnrc1·mo a non lasciarsi intanto soprarfarc dalla lun• gho1.za.del morbo, consiglierei sopratutto gli eccitanti'. a dosi generoso. Esco dal traslato o mi spiego. Anche l'agricoltura. subisce la legge della domanda o dol\'ofTcda; e poichù la. più patte lici conlaùini d"Italia si ciba ,li frumentone, ò naturnlo che, spccialmento nolln. mozztldr·in 1 pa.ùrono o colono si t1·ovino d'accordo nel domando.re al tenono il più che si,~ possibile dì 'lllCI prodotto. Cosi ltl mcfa do! 1>odcre \'iene colti"ata a granturco. Ora, poichò qucslo cereale è sommamente depaupcrantè, tnntochò, giusta i calcoli del Seimi, ogni ettaro a granturco esigcl'cbbc un capo di bestiame grosso nella stalla, no viene (o 1\ rcnomcno tende a gencrnlizzRrsi scmpro più) che un podere, che un tempo basta\'n. a dicci persone, dopo qualche tempo non ne alimenta che cin((uc. Questo ratto, aggiunto alle altro causo generali di aumento della popolazione, alla dif– fusione dello macchine agricole, ccc., ha già dato origine da noi :li cosideiti casengoli, contadini senza podere, che vivono i 1>il1sulle campagne, in casupole che si fabbricano da sò lungo le strade maestre, e che rnp• presentano la classe dei braccianti campagnoli, la quale fra noi non esisteva affa.tlo o ora si va rapidamente formando, o dù. anche qualche contributo alremigra.– zione. Questa classe ò il terreno naturale 1>erle future loglio lii resiston1.a, por il socit\lismo operaio. Ma si tmUa, ripeto, di una. classe 1u1eom in formazione. E intanto? lnhu1lo il to.mbm·o, su cui dovrcbi.Jcro pit', Lo.ltcre i socia.listi, sai·obbo l'ish·uziono ambulante. Il bisogno no è cosi sentito, che oss:l 1101\0nostre campagne, in un:t form:l spuria, già esisto lla. un pezzo; e sono in• calcolabili i bonefìzii cito potrebbe rendere un servizio bono organizza.lo, mcrcò gion1.ni maestri che qua e là. J>ortassero l'alilt' dolla. vita. nuova, dan<lo rorm:1. e coloro allo svarialo osservazioni che i nostri contadini gii'~ hanno fatto nello cittit dO\"C furono chiamati poi servizio militare, e llove magari loccù loro prestare man fol'le alla. polizia. nello sciogliere riunioni, nel do– mare scioperi o cosl ,•ia. Il nostro contatlino, per quanto rozzo, ò veramente « scarpa grossa o ccr\Cllo fino •· forse le ch·ilti1 che ebbero culla in questo regioni non sono estraneo a co– testa finezza, cho si ri(lctto nel purissimo idioma, infar– cito di trcconlisrni talora danteschi, o nella ricca e p1·ofumafa pocsi:L po1>ola1·e,lcll'Umbria. Mern.viA'liosa. ò l':unmirazionc cho questi analfabeti nutrono per chi « sa tli letto1·c .,, o la ,·011c1·a1.ionequasi superstiziosa ])01' tulle le cnrlo stampato che capitano loro fra mano. I libri che si ll'OVllllO più ~pesso in (]110fl-l0campagna sono ,·accolto tli stornelli e dispetti o antiche leggende di Of'lando, dei SarA.Cini,ccc., ma bisogn,~ vedere di <'ho iLltenziono ò circontl,do il fol'lunato che può alla vcgghia diloltarli con codesto letture! Ora, so i socialisti, olt1·c a 11n·o1lportuna. propaganda orale, sapessero spargere fra questo masso ,·orgini opuscoli piani, sopratutto rac– conti, la. cui morale fosso con\·crgcnte, ò da. scommcl– toro che, unli o 1Jisu11ti, restcreblJcro nelle ca.so, passe• robbero lla una ad altra mano, con molli!-simo frutto. E questo ò da. farsi 1u·ima. che i crescenti disagi fiac– chino del tutto lo fibre o tolgano ai ccr\'elli i.L facoltà di asso1·bire. Ancora. ho vivissimo nella. mente un momento in cui mi fu dalo per I.L prima volta di cogliere un lampo del pensiero collettivo dei nostri contadini. Quando, nel ·01, il socialismo era ancora ben poi::a cosa in Italia, e nei nostri paesi lii montagna nssolutamcnte nullo, un oscuro calzolaio ideò un Comizio poi pdmo maggio e da ·sè si preparò un palco nella. J>iazza principale dove tenno il suo b1·avo discorso. Orbene, senza alcuna preparazione, il numero dei contadini venuti dalla campagna fu stra• bocchcvole, o, quando i c,u·ahiniori accennarono a vo– le1·li impedire di nduna.rsi in c,unpagna, si videro quesli contadini a.vanznrsi a. ci,·condarli lcnli. silenziosi e mi· 11acciosi, come rosso per 101·0la. cosa più naturale del montlo. OrR lulto ciò non l'UOI tlire gran che, ma in– dic{1,come anch·essi sappiano che qualcosa. si agita 11el mondo o como aspettino dni socialisti di sentirsi defi– nire questo indefinito dandogli contorni nctli e sicuri per rinchiuderlo in figure tipiche, racili o vive. lo credo (non dirò cosa. nUO\'a) che in Italia, paese agricolo per eccellenza, il grosso dell'esercito socialista dee cercarsi nello campagne. ,\Ile arnnguardic, già for• malesi nello ciW1, i buoni agricoltori porteranno la fede forte dello anime semplici e la lealtà. dello anime forti. En:uso LEO~AHDJ. DISCUSSIOII ULLE RIFORME TRIBUTARI Imposta progressiva. La <liscussione è incominciata. La C1·itica, col– l'abituale signorile ed illuminata larghezza, ha di– chiarato apel'lo il campo, deside1·osa, come sempre, che lutto quanto tocca alla vita del partito venga notomizzato e posto completamento iu luce. Primo ò stato il carissimo compagno - di scuohl e di fede - Bo111.0,il quale con quella sua chia- 1·ezza e sempliciUt, frutto delle meditazioni che vengono consentite alla mente ed all'animo, saldi nella fede comune, dalla ll'anquillila della vila ag1·cste, ha risolutamente attaccato il 11ost1·0 pro– gmmma di r•irorme tributarie. e \'impo~ta p1·og1·e.s– siva in modo speciale. Gli l'isponde il ~lortara, ed io tento ora di te– nergli boJ'Clone,partendo da altri concetti, enfrando. anzi e meglio, cacciandomi terzo fra. cotanto senno. lo sono col Bonzo quando accenna alla neeessit:'1. <!elle imposte, sia di fronte ai desidemti attuali del partito, sia di fronte alle nnalità previste e fatali \·erso cui tendA il regime borghese preparando il frionfo del socialismo. Nò dissento da lui quando profetizza incouvenienli, crisi. squilibrii alle prime applicazioni dell'imposta prog1·essi,•a. Ciù c1·a1tronde ~i manifesta ad ogni l'evisione di imposte vecchie, e ari og11i imposizione di nuovi tributi .. ton è, nò sar;\ pcculia1·it1\ clell"imposta pl'ogressiva. Cont1•0 di essa pe1·ò sembrami che uoi non dob– biamo appuntare troppo le ar·mi por una ragione che mi porge lo stesso Bonzo. Egli infatti mi dice che pe1· giungere al pe1·fotto 01·dinamento socialista. nel quale le amministrazioni pubbliche potranno 1)1'ele\'are di1·ettame11to ,talla pro,luzione quanto oc– corro per i pubblici servizi, ò necessal'io che lo Stato assorba gradatamente la ricche1.za pri\'ata. Ora io ritengo che uno dei mezzi - e forse il solo attualmente - più efficaci pe1· ottene1·e questo

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