Critica Sociale - Anno VII - n. 10 - 16 maggio 1897

148 CRITICA SOCIALE dei fanciulli, la quale ripercuoterebbe i suoi elfetti su larghissima sfora anche nel lavoro maschile. Il gruppo femminile s'O fatto iniziatore d'una mode– stissima inchiesta, appunto sulle condizioni delle donne e dei fanciulli nelle officine. L'inchiesta 1·ag– giunge un doppio scopo: prepara le notizie che abbiam detto. e dà modo di accostare l'elemento femminile, il più refrattario ad ogni propaganda. Mostrando l'inte1·osse che p1•endiamo alle sue con• dizioni, noi lo attiriamo insensibilmente verso il partito. Ci pare che cotesta iniziativa, modesta in appa• 1-en1.a, che ha più carattere di studio e meno di agi– tar.ione, può esse1·e esplicata in molto più. altre dire- 1.ioni. La legislnzioue :11ociale ò tutta una trama, tutto sta a sape,·la l'icama1·e. Ci manteniamo sul te1•reuo del programma minimo, ma di questo non facciamo soltanto una bandiera scintillante per attirare alle urne i passeggel'i, o per vela1·e, come in qualche luogo s'è fatfo. lo stendardo ve1·0 ciel pa1·tito; ne facciamo unn solida base per erigere dal fondo le CO· lonue del nostro edHlzio. Lavoro che pare terra terra cd ò l'ivoluzionario più assni dei g1·andi discorsi elettorali che radon le nu,•ole. E appunto perchè non rade le nuvole, ha il vantaggio di non stuzzi• cal'8 i fulmini o la gragnuola. Un lavoro di questo genero, che per oggi non possiamo se non sommariamenle accennare, si con• netle per pii1 fili, chi ben vi rifletta, ai più alti lini del partito. E di 8!SO sopratutto ci sarebbero grati i nostri deputali socialisti che, lanciati da noi, quasi sentinelle perdute, nel gran mare legislativo, 11011 hanno dal partito alcun aiuto in quella che doVl'ebbe esse1·0 la specifica opera loro. Peggio an– cora. essi ne sono di continuo stornali, chiamati un po· dapertutlo a coltivare i facili entusiasmi onde v'è esuberanza, e a sostituire, soltanto in apparenza, quel lavoro locale di dissodamento faticoso e frut· tuoso, che noi non vogliamo o non sappiamo fare .lbbastanza. t-h. Il, discorso della Corona , dei repubblicani Questo litolo riassume l'impressione che ha lasciato in noi il programma. testé uscito dell'Estrema Sinistra repubblicana, firmato tla. ventotto deputati (fra essi il Do Felice) o dettato dall'on. Dovio. Che cosa è mai di più scialbo, di più vago, di pill e luogo comune», di mono preciso ed Impegnativo insomma, di un discorso della corona! E l'on. Bovio che, pensatore artista, ha spesso lo sprazzo del pensiero lucido e profondo, si è tro\"ato, per comporre le varie tendenze. compresa rassenia di tendenze, che tenzonano nel Gruppo, racimolato fra repubblicani puri e ca,·allottiani 1·allih o legalitari in• dipendenti, n. dover nmmanniro un discorso della. Corona repubblicano, nel quale la repubblica rosse il mono possibile menzionata., o la. sua personalità. di scrittore rosso stemperala bensì nell'intingolo, ma assente dalla vivanda. Cosi egli ci ha dato la sua nebulosità carat• tcristica e l'amor della frase sonora e il \"Olopindarico che gli ò consuelo; ma non cì ha. dato un programmo. Un pl'ogrnmnu~ o ò parlamentare o ò di tutto un par– tito: in ambo I CilSivuol essere (JUnleosa.<lichiaro, di preciso, di logicamente filato; dtL ))restarsi allo illu• strazioni della pro))agandu, o da fol'llire la tessera a un·azione concreta legislati,·a. Qui la tessera. manca del tutto. E so alcuno leggesse nel popolo un brano dello scrillo boviano, lascerebbe gli ascoltatori con spalancata la bocca. Chi lo capirebbe! Nessuno. Constala nnzilulto l"aumento dei ,·oli repubblicani, senza assegnarne i moventi, anzi -supponendo esisterne molti che sfuggono all'esame. Ma dal ratto, dal nudo (dto di cotesto aumento, si propone di desumere il programma. Date queste premesse, non è davvero me– raviglia che l'impresa gli sia cosl poco e cosi male riuscita. La parlo critica, colla enunciazione pura e semplice di alcuni fra l mali che travagliano il paese, può essere accettata da qualunque opposizione avanzata e nulla ha di spiccnl4menlo roJrnbblicano. Coscienza moderna, necessità. di o,·oluziono graduale, nuovo esigenze, dcea• <lenza dello istitu1.ioni, mo.lessero o apatia nel paese, assoluta assenza. di missione nello Stnto, impero dol– l'tu·bitrio, dominio tielle cliontolo, sono concetti generici, formo buono a golla1·vi qualunque contenuto. Il 1n·o– ,:rauunu. spiega l'un male coll'altro, lutti con ciascuno, ciascuno con tutti, facendo un inestricabile garbuglio. Nessuna coordi n11.zionoovidonto di effetti e di cause, nessun tenttt.ti\ 'O di risalire a una causa. suprema, o almeno pre,·alonto o fondamentale. Così a qualsiasi co• struziono positiva mnnca h1 base. L"idealismo molnflsico del partito si rivela, venendo ai rimedi, nellt\ JJre,•nlonzaassegnata alla parte mor:lle. e Noi diamo il primo sguardo alla morale, perchù ò fondamento della giustizia o fine della. democrazia.• Che cosa noi pensiamo di questo capovolgimento et - roclito nella successione dei fenomeni, non occorre qui ridiciamo. Anche in questo numero della C,-iticu, un nostro collnboratoro, il Ronsi, esprime ed illustra molto bono il nostro pensiero. Lo. e questiono mornlo » ha dunque, noi programma dol Bovio, così gran braccia, che nmpletto e subordiua. a sè un mondo di coso: la libera. stampa, i lìheri o onesti f;omizi, la questiono politica o l'economica. in– sieme. « Che Il cittadino sia suddito e il lavoratore sia. servo non è più tollerabile - esclama - m& le loro rivondica1.ioni, primo. di essere politiche o sociali, 1$0110 morali. • Or come si rimedia! « Rialzando il senso mo• raie». E dire che da venti secoli, por questa utopia, il Cristo pendo dalla croco! Nella parte propria.mente politica. il programma ili• chiara che « l'esame della Carta. è ormai il primo e più urgente bisogno del paese •· Pare che la. parola e1am~ sia qui un euremismo: dovrebbe dir boccialu,•a. In(alti l'esame dovrebbe essere dirotto n duo fini: il suffragio universale (che la Carta, a. dir vero, non esclude) n la. effettiva. responsabilità del potere. La punta repubbll· eana parrebbe star qui; ma.non ne siamo sicuri; poichè poco più sopra. è asserito che cotesta. responsabilità. è oggi e esclusa dall'assenza. di una legge che la. disci– plini >. E allora non si tratterebbe che della effettiva. responsabilità doi ministri. Xon basta. Il programma rimprovera allo Statuto di essere una concessione, e nato in una. regione, pel' quella soltanto, in tempi diversi dai nostri ». Ma no, on. Bovio, non qui giace Nocco. Oli è che quella con• cessione è stata ritolta. Gli è che della. e Carta » non rimangono più che brandelli. Altro che esame delln Cal'ta ! Si tratta. di riconquistarne qualche rrantu010 ! E porchò fu sb1•1uHlellata t Se vi foste posto questo cosl ovvio problema., avreste visto che la. morale ha colla J>Olitlca. poco dw.raro, e non avreste posto, come fate, quasi un episodio, rra la politica o il metodo, la que• stione soci1le. Nella quale !'on. Bovio cosi disegna. il còmpito della evoluzione sociale prefissa all'idea re-– pubblicana:

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