Critica Sociale - Anno VII - n. 6 - 16 marzo 1897

94 CRITICA SOCIALE mandano,di generazionein generazione, la Gerusalemme libe1·ala. Gli elementi, per concretare lo suo riforme, l'autore li trae, tanto da un questionario dislribuito ai migliori collivatori, quanto dall'Inchiesta ag,·a,·ia e da.Ile altre pubblicazioni di stu diosi o del Ministero. I mali, messi in rilievo oggi, era.no pure segnalali nell'Inchiesta ag1·aria, uscita un dodici anni fa: consultandola, avanti di met• torci a propagandare una campagna, sapremo toccare le vere miserie del luogo e sapremo proporre qualcosa di pratico. E il Caletti appare - a mio giudizio - f:e\t~ce~:u q~a~ ~o aJ;~~~e 18a1::s~~os!~~! !~~~~::a 1~ blica; tasso che sono una dello manifestazioni più sa• lienti della lotta secolare rra borgo e campagna, rra terrieri e artieri e industriali in genere. Sono del pari suggerite dalla nuda. necessità econo• mica lo proposte di stazioni (più che di una. sola sta• zione) sperimentali ovine, di Casso rurali, di Coopera– tivo por lo svernamento e por il JHLscoloin Maremma, di mutue assicurazioni contro la mortalità. del bestiame. di latterie e rorni o macellerie o depositi di prodotti armentizi sociali i come b ovvia la dimanda di un mi– gliore regime dei pascoli comunali, ora ronti di lucri - in parecchi luoghi - poi municipi e per le camarille. I.."csompiodella pro,•incia di Parma ra scuola: il nostro rinnovamento agrario o rarà. ,;ran parte alla mutualità. o sarà un rammento di più da aggiungere a.quello del credito rondiario (ch'b divenuto una insostenibile cappa ipotecaria) e a quello delle Banche d'emissione trasror– mate in antri di ladri e di ralsari a benefizio dei poli– ticanti. Dovo essere una agricoltura cooperativistica, perchb le condizioni internazionali - similmente a ciò che v1~accaclonclo nei rapporti J>Olitici - piuttosto che individui, esigono nssociazioni, collettività, meglio atto alle lotte doll:, concorrenza, o mono barbaro - appunto porchè collettività. - nelle manirestazioni di tali lolte. Ma, por la collettività, non è niente alTallo pratica l'imposta sullo lane greggio che il Cololti propugnai nò le condizioni nostro o straniere sono tali da P"r suadoro della necessità. di una. barriera temporanea. La mancanza di qualunque dazio protettirn non potrà. che costringere a. più rapido mutamento - e nel senso sopra tracciato - l'economia. dei piccoli proprietari : essi potranno, eia un lato, migliorando e razze e foraggi, produrre !:mo fino che sono al sicuro da ogni coneor• ronza.; dall'altro, restringendo la pastorizia noi luoghi o noi torroni che lo spettano di diritto, e r,wendo tesoro, poi terreni t·estanti, dello scoperto della chimica e del~ l'agraria, potranno ricavare quei prodotti cho ai loro monti meglio si addicono o che sarebbero - poi loro magri bilanci - un bonoflco o non prlSsoggoro conrorto. MASSIMO SAMOOOIA. PROF. A. PICCAllOL0: .4.l.>oli:ionedella ,ervitìt della gleba nel Veroolle,e. - Vercelli, 1897. Il carallero essenziale dell'agricoltura di gran parte d'Italia, fin verso la. metil. del nostro secolo, è stato !a. Jll'evalonza del lavoro sul capitale. Eccettuate le plaghe irriguo - che intensificano la loro produzione con un capitnlo facilmente appropriabile o monopolizza.bilo - tutto lo altre, in gran parte a.ccide1?tatoo poco fertili, non potevano essero portate n, un grado medio di pro– duttività che a ruria di braccia, legate alla gleba o con cnteno legali (schiavitò, servitù) o con contratti allot– tatori pel coltivatore, quando, i vincoli di rerro, per lo lotto rra. reucli o Comuni, rra terrieri e mercanti e per le mutate condizioni della produzione, vennero ad in– rrangersi o divennero inutili (enfiteusi, contratti a mi– glioria, colonia pariiaria). Questa condizione speciale, di prevalenza del lavoro sul capitale, come l'importanza somma che assumo l'a• gricoltura negli Stati piccoli, barricati e guerreggianti da ogni parto, con una popolazione urbana. numerosa, agiata, dodicata. allo arti od ai commerci, spiegano più che a. sufllcenza quel moto rivoluzionario dei primi se• coli dopo il mille, che condusse - nonostante i la. parto minima che vi presero le classi più direttamente inte– ressate, o l'opposizione, in allora tutt'altro che disprez– zabile, della. Chiosa - all'abolizione della servitù della gleba. Facile a comprendersi, del pari, b la. lotta acca– nita contro lo castella e l'obbligo ratto ai signori di abitare lo città; come gli esoneri, le rranchigio o lo B1011ot a 110 B1 n protezioni largite agli abita.tori dei borghi rranchi, a cui si unirono i diritti di \>esca, di pascolo, di legnatico, di albergaria, e - in casi speciali di bonifiche, di poca salubrità. o d'altro - la costituzione di parlecipan.n o di rorme congeneri di possesso collettivo, non sono che rotretto di una stessa 1>olitica.Le conseguenze di tale politica, o, meglio - facondo omaggio alle leggi econo– miche della storia. - i moventi, lo causo intime, cliessa politica. sono dal Piccarolo riassunto in questi tre capi: lo maggiori entrate ed aiuti che verranno al Comune, l'aumento della popolazione rurale, l'allu.rgamento della giurisdizione. La preoccupazione dell'alimentazione urbana, preoc– cupazione che spinse, in molti luoghi, a proibire l'espor– tnziono dei cereali, come a renderne obbligatorio il trasporto in città, e no rece stabilire i prezzi in base alle esigenze dello città. stesse; si comprendono solo collo studio della runziono tutta. speciale che l'agricol• tura di quei tempi esercitava, runziono che trova. un ~::~igos:i\~c;;!r~: ~~~'~eto~~~~~a n~i p~~~:::r1i. st ~~a~ ugricoltura povera, scarsa di braccia, taglieggiata in ogni senso (Francia del principio o Russia della. metà. di questo secolo). Ed ò por accumulare i materiali in– dispensabili allo studio della storia dell'agricoltura, che io prego l'instancabile e dotto autore di dare una ma.g• gioro estensione, noi campo economico-agrario, allo sue ricerche; ricerche che, comparse ora. - por l'occasione di laurea. - in veste dimessa o non troppo ordinata, o limitato al solo Vercellese, dovranno figurare in un'o– pera, non solo di maggior mole, ma di utilità certo in– contestata: nolla storia, ciob, dell'abolizione della ser– vitù della gleba nell'intera alta Italia. Lo spirito critico o d'indagine, che l'autore ha adot– ta.lo, è qun.nto mai moderno e positiv o; l'argomento scelto ò dei meno conosciuti o tratta.ti, o, di tale im– portanza, che nessuno, erodo, vorrà metterne in dubbio l'utilità, in quanto che, rivoluzionando la conoscenza del J)assato, o disvelandoci il recondito congegno del progresso, ci ra concepire lieti presagi per l'avvenire. M,\.SSUIO SAMOOGIA. La Dfrt•io11e qet Pa,·tito SOcialilla Ualiano ha pub– blicato: CONGRESSO SOCIALISTA Firenze It-13 luglio 1807. Rapporti della Dfrezio,ie del Pa'rlito - Rcla;ioni sull'o,·gani::-:a:ione, sulla tallica, sulla stampa, sulla p1·opaga11da - Verbale delle discu,sioni. Ceni. 75. f..· un i;otumetto jillissimo, ùlleressante, chiu11que se– gua la vita, lo ,viluppo interno ciel partito. Il g,·uppo delle donne socialiste mila11e1i ha dato fuo,·i iri questi giorni, ù, occasione cleSle ele:;ioni politiche, tm chia1·0 ecl ene,·gico appello, perchè portino it lo1·0 contributo di lavoro alla lotta comune, ALLE DONNE ITALIANE. ln JG pogine sono genialme11te 1·iu1sunte, cm, parola calda e con 1·agionamento po,itioo, le 1·agioni vitali che esigono ii concorso delle don11e - lavoratrici, profe,- 1ioni1te, madri di famiglia - aU'ope,·a emancipatrice ciel ,ocialimw. P,·e:;o cent. 6. Pe,· 20 e piU copie sconto ciel 20 °/ 0 • l.'1mo e t'allro opuscolo po,sono aver,i all'ufficio della Critica Sociale. Abbiamo pure sll·alciato in opu.scolo: LABANCAROTTA DELLA RELIGIONE di GIOVA~NINO JlO:S-AUIU..:o. Al 110&11'0 uff~io, pre;~o cent. &.

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