Critica Sociale - Anno VII - n. 6 - 16 marzo 1897

Critica Sociale RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO SCIENTIFICO Nel Regno: Anno L. 8 • Semestre L. .a- All'Efllitero: Anno L. IO - Semestre L. &,&o. Lcllere, vaglia, cartoline-vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE - MILANO:Portici Galleria V. E., 23 (2. 0 9iHO 11,lle) Anno VII - N. G. I .Non. si veude ,,, 1ntme,•i scpm·ctti. Milano, 16 marzo 1897. SOMMARIO Attualità. Il l}YOfll'OJIUlla•mt'll:0(1114 (1-'JLll'M TURATI), Il 11urnlfuto del Paruto. .1h1cora la f'edera;;ior1e palermitana (Noi). 0101·1010 • ,conf(tta •: le ele;;(Oul polltltlle i,, ..t1ullia (l,A CIUTICA SoclAU). Il partito ,oclalUta e la potmea a'tallatta '" Ortente (Dou. ROMKO Soun e UN 0iU!OAR10), Pro turchi e cri•llant (U1 ,u.so) . Studi sociologici. Cn Comwu, dell"Italia mertdlo11ate: M!ll/t:Ua, Ili, IV e v (UN TltA\'IIT). PllCOlO(l((I della bancarotta (ANTONIO RKSOA). I( nuo~o patrloW•mo: o 1n"Opodto della vaoe ar, I rana; I (Rosc1us). P'iloaoaa, lelterat.ura • ...ariet.à. U claHt •oclall nel procerbl monferrini (ROCCA PILO). ll0ll,ttt110 t>Eblloora/fco: • Indullrla anentltla. e lmpogla,. di ,,, Cot.KTTI ()(. :SUIOOOIA). - • Abolltlone della senitù della gleba .. di PICCAROI.O (M, SUIOOOIA). Anmmct. Pu'1-bllca:1on1 pcrcenute In dono. L'auttazione elettorale avendo asso,·bila quasi tutta t'autvtlà della Dti-ezto>iedella Critica, questo fasctcoto esce con br·eve ,·ttanto SHl/a sua aata. IL PROGRAMMA-MENZOGNA Ìl ll'oppo tardi, dopo tanti discorsi, per la censura generica; è troppo presto por la critica minuta, mentre ancora ignoriamo por quanta parte del P.~~-~~a~1~ra~~- ~~v~r~~tt!~i1~noa ò e~:\~: 1 1~esl~~à~ nessun p1·ogramma di Governo meritò, quanto que– sto, il nome di programma-menzogna. Non un rigo, nella lettera marchionale, che non sia contraddetto e disdetto dal rigo che segue, che non dissimuli un'insidia, che non prometta, con mellifluo sorriso, la coltellata nelle reni. Il colpo di Stato vi è inviluppato, come in carta d'argento, nelle proteste d'amore alla libertà, di rispetto alle guarentigie statutarie, di scrupolo della legalità. Si maledice all'Africa, si dimostra l'impossibilità di restarvi con vantaggio ed onore, e si conclude con un nuovo hic manebimus opttme e colla burla insulsa dell'lltnterland e della « influenza sul M.ar Bosso,. Si parla di decentra monto necessario 1 e si promette di rinforzai·e, coll'auL01'it,\ dei prefetti, il pugno del Governo cent,•ale sulla testa degli am– ministrati. Si denunciano le malversazioni delle consorterie locali, e l'arme di difesa, che dovrebbe darsi, dunque, al popolo contro di esse, la si mette ... nel pugno delle consorterie medesime, con quel– l'altra scempiata ironia del ,·efe1·e1ldum facoltativo, che è il nferendum a rovescio. Si protesta di voler « migliorare la composizione del corpo elet– torale », di voler armare gli inte1·essati contro i sopraffattol'i, e coll'ipoc1·isia del sum~agio plurimo, che lascia un voto (seppure!) a Cristo e ne dà Lre ai farisei che lo appendono alla croce, si avvalora ancor piil la strapotenza del censo. dissimulato in J>arle dieh'O il diploma, si lacem l'eguaglianza dei diritti politici sancita dall'art. 21 dello Statuto, si rafforza - mentre si va imposlurando di armonia e di coopa1-azione fra le classi - il dominio degli spogliatori e si tenta sospingero gli spogliati dent1'0 il cui di sacco della rivolta. E gli scribi venduti turibolano la bella J>ensata citando, a giustificazione impudente del rinculo italico, il salto in avanti del Belgio, che, colla mi– naccia della rivoluzione, conquistava - pur colla pastoia del voto plurale - il suffragio universale luugo tempo conteso. E intanto i partiti si eclissano: il sintte van~ulos del Governo li accoglie tutti attorno a sé in pace ed amore. Zanardelli sbadiglia nella villa di Ma· derno, Giolitti parafrasa Rudini, Cavallotti gli ri– lascia sempre nuove patenti di lealtà. Invano Ettore Sacchi, mentre geme l'epicedio sul tumulo dell'E– strema Siuistra 1 te11ta anco1•a galvanizzarne il qua– triduano cadavere; la sua voce vanisce nel de– serto; i morti non levano la testa; altri rispondo al suo appello, altri cui non era diretto e che ra– \'ean prevenuto. I repubblicani politici, ipnotizzati dal 101•0 feticcio - l'/stllu;lone - inconsci del torribile problema moderno, giocherellanti coi loro castelletti di carte che il vento rovina; con la testa girata sullo spalle, flsa al lihero Comune del medio evo, putrefatto da quattro secoli; vaneggiando di un « popolo • che non ò pitì altro che un nome; hrancolando fra l'as– surdo della diagnosi e l'equivoco della cura; met– tono a nudo la inconsistenza di un partito cui. mancando una qualsiasi spina dorsale economica, manca un avvenire pur che sia; e scambiano, il– lusi, con luce d'au1·01·a i guizzi e i barbagli vani del loro tramonto. Fra tanta miseria e sfacelo, un solo accenno di vita ,•innovatrice. Il piccolo nucleo socialista, l'an• tiguardo proletario, cui si apparecchiano forrnida· bili prove, povero di mezzi e di influenze, ricco solo di enlusiasmo 1 tutti contro esso, esso contro tutti, balza nella lotta, vi incarna, solo, la resistenza al passato che minaccia terribile, e riempie del proprio fuoco la catacomba italiana; e ad esso vol– gono, attratti dal fascino della vita, gli intelletti ed i cuori che non sanno dispc1·are della civiltà, nè chinarsi alla brutale violenza, nò patteggiare colla lu1·ida ipocrisia. FILIPPO TURATI. Chi pote,,e mandarci il primo nume1·0 della Ori• Uon dello 1cor10 anno tSfJG, ci mc1·cbile una 1qui1ita c01·te1ia.

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