Critica Sociale - Anno VII - n. 5 - 1 marzo 1897

ORITIOA SOCIALE 67 sudditanza al Sultano deve conservarsi... per ora. Si de\'8 lasciare il tempo ai valori turchi di emi– grare in mani pill ingenue: quindi sudditanza e tributo. Il tributo è l'essenziale (I). La misera Grecia vorrebbe rendere pan per focaccia, minac– ciando di rifiutare il pagamento del tagliando di marzo. La minaccia cade a vuoto e la povera Grecia è costretta a smentirla ('). La rendita greca, pare, è già in mani pill ingenue. Cristo, sulle mercuriali, non vale Maometto. Nella lugubre commedia, di cui la libertà di Creta è il soggetto apparente, ecco dunque far capolino, dalle crepe dello scenario, la faccia grin• zosa del capitalismo inte,·nazionale e riprodursi in iscorcio la lotta universale tra sfruttatori e sfrut– tati, fra dissanguati ed arpie. Le navi delle grandi potenze non sono che gli Uscieri dei dieci o dodici Shylock che tengono i fili dei rantocci politici che si chiamano re, imperatori, presidenti di repub– bliche, pronti ad incendiare l'Europa, come un semplice villaggio dello Zanzibar, per cuocer.si le uova del 2S per cento. Queste cose devono i socialisti gridare nelle orecchie ai Crispi, ai Sonnino, ai duchi della Ver– dura. Altro non possono fare. Ha torto il ministro llanotaux e hanno torto i giornali ufficiosi come l"Optnione di intimare ai socialisti di opporre 3:i rispettivi Governi programmi positivi d'azione. E questo forse affar nostro 1 Siamo noi che abbiamo strette le alleanze, cucinati gl"intrugli diplomatici, messo l'Europa in quosto teri-ibile groviglio di li– bidini, di odii, di sospetti per cui si dee temere che ogni scintilla dia fuoco a tutte le miccie? La politica estera, lo diceva l'Opinione medesima, non si fa nel parlamento. meno ancora si fa nel paese. Il nostro programma conc1•0to é la dvoluzione, voi ben sapete qual sia; è anche pe1· questo che te– mete una gue1•ra generale e preferite la pull'efa– iione lenta della carogna ottomana. Sarebbe cu– riosa che dovessimo noi levar"i dagli impicci in cui vi siete ficcati o in cui vi ingolfate ognor più! Non perciò saremo noi che spingeremo alla guerra. Un simile contegno sarebbe dav,•01'0da « irresponsabili ». Il compimento (un po· pili, un po· meno subitaneo, poichè ò questione di lempo) dei voti di 300 mila candiotti e di qualche milione di greci non compensa la barbarie che una g-uerra generale scatena. E gli effetti? Vincitrice la H.ussia o vincitrice la Germania, sarebbe sempre il rafforza• mento di un impero militare, che domina già, che spadroneggerebbe più assolutamente su tutta l'Eu• ropa; un levar la lesta del militarismo colle sue scel– ltH'aggini d'ogni maniera; un bastone di pili nelle 1·uotedel socialismo che avanza. No, non ò agli Stati militari dell'oggi, organizzati ed a1·mati contro i lavoratori, che amderemmo una qualsiasi missione sedicente civilizzatrice. Come costoro inciviliscano sappiamo per prova: anche in questi giorni Moga– disciu insegna. [I capitalismo ò pirata e non può essere altro. Paccia esso, come può, gli affari suoi. Non spetta a noi l'aiutarlo. ( 3 ) Pe1• un ordine molto simile di ragioni, non ere• (') f: noti> che I rtddul d: Candla sono ,.Incolati come garantli, dei prettitl turchi. che htt.nno creditori fra i banct.lerl di tutta Europa e 11)eclalrucn1u in Germania. r,i qui Il nero atteggiamento dell'Imperatore Ougllelmo- i: pnl « dlslntereu11.to •• carne dlcona, nella questione! :1) Tel~grammada Berlino, !5sera. al Corriere della.tera, ~fèbb. (') Con eh) ne pare di lmpllcltamente ri1pondera 11.ncbe :'Il prof. Labrlola che. nel Comizio di noma, in nome di un 11,otetico diritto di conqulsla sul paesi do\·e 110n 10110 • n1u:lo11ali1:\ ,•itali .; addltua all"llalla Tripoli, come allrl addilo l"Albania. Noi 11011 crediamo che 11 partito 1ocialistR IXIHl\ eAAel'6notato d'1;1lo1"tm:a nè di i:flui Be,di fronte :1gli attuall oo,eruJ, non aHA. a.ltra dl– vi.a che que1ta, categorica e bre1e: abtrl.luo le ma111 ! diamo che il partito socialista debba dare al mo– vimento candiotto sangue e denaro. In questi ma– ledetti intrichi e finchè i popoli non prendano al– fine su di sè la direziono degli affal"iinte1•nazionali, non saprete mai di sicuro chi lucri del vostro olo– causto. Forse, mentre credete di terge,·e le lagrime alla bertuccia ellenica, è rorso moscovita che balla o S-higna 11elfondo. Forsauco (scusato il paradosso) clu più s·avvantaggia è il turco che credete reri1•e, cui levate invece una spina, e che più è liberato dai tumori che gli danno rovello, più si l"insalda e s"inturca o si allunga la vita. Perciò quando sentiamo che Barbato salpa per la Grecia, che P1•ampolini si offre pronto a partire con parecchi de" suoi, noi, pur sapendo quanto è di generoso nel loro pen– sitH'O,e scovrendo rinconsapevole tendenza di atti• rare maggiori simpatie sul nostro partito. pensiamo - i cinici! - che han già avuto quelle di Odoardo carfoglio; e ci chiediamo se l'Italia sia proprio liberata dai Turchi e se non ci sia oggi stesso, nei ~~:~:~~e~e~u~e~.o~!•/ p<:~\f ~~ai r~~~lt so~i!~a~!~avda~ bene una battaglia di Navaf'l'ino. 11,. All'ITALIA DELPOPOLO L'Italia del popolo (19 febbraio), a proposito di quello che noi chiamammo dnltonìsmo eloltorale dei socialisti, risponde, citando il dualismo che minaccia di dare la. "ittoriu. al Governo noi collegio di Lugo, che noi e ab– biamo ragiono di lamentare il (alto - ma. abbiamo sba– gliato nel non avorio preveduto.» Sbagliato? In che modo1 f: che no sa l'Italia del po– JJolo so avessimo preveduto o non preveduto 1 O forse essa vuol dire che, prevedendolo, dovevamo compor– tarci di\'crsamente 1 Dovevamo insomma evitare, per quanto c1·a da noi, che un partilo socialista. in Italia nascesse o si rafforzasse, e lasciaro cho vivesso soltanto un partito repubblicano? Questo ò il senso - se no hanno uno -dello parole doll"llalia del JJO)>Olo. Ed ò il caso di domandarlo so lo dico sul serio. f: curiosa, e lo confessiamo. a. costo di recare un piacere ai nostri amici-avversari in seno al partito; troppe volte, quando in questo questioni ci sentiamo dar ragione, è allora che siamo tentati di dubitare d'averla. La nostra debolezza eviclontomonto non è nei nostri argomenti; ma negli appoggi non chiesti che <'ssi ri• covono. i\la. 11 1,iu mùraviglioi,c, vien JlOi. Lo scri1.t01·econ– timm dicendo con molto sdegno che questo (cho i so– cialisti combattono contro i repubblicani) e non sono lotte, son l'appresaglie :.. E subito soggiungo: « ì repubblicani di Recanati, che ci scrivono essere di• sposti a votare por· il socialista Badaloni, e quelli degli altri Collegi cho dimostrano all>·ettanta gcne1·osilit, lo ricordino, se non vogliono sotrocaro collo 1u·oprie mani !"idea repubblicano. • Noi non abbiamo mai invocata In gcnerosilrì di alcun partito a"versario, nò erodiamo che un partito che si rispetti debba llaro dei v9ti per gene,·ositù: i voti si danno 1>cr la convinzione 'che si ha clell'ulilifa che re– cano al pa1·tito in cui si combatto. r.: abbiamo sempre sostenuto che i socialisti nulla mai dO\'CSSoro faro por atlb-aJ"e dei \"Oti su di sè, dì alLri p:u·titi. Ciò 11011 put'>a,nroniro che mediante rcquivoco. I voti, se ,·engono, dovono essc1·e dati •la.ciascun par• tito nel suo esclusivointerosso.

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