Critica Sociale - Anno VII - n. 3 - 1 febbraio 1897

CllJTJCA SOCIALE al ventre di queste carogne della penna. Anche Da,•ide Besana, il famigerato 888, domandò mise~ ricordia in nome della sua })ancia. Date loro calci! Certi organismi non si correggono che distruggen– doli. Nel Pigott ci dove,•a essere pure della vendetta. Perchò nelle sue « Recolleclions di un giornalista irlandese», Pàrnell e i pa1·nellisti sono malmenati o qualche volta presi a pedato. Davide Besana è an• cara una vergogna ambulante. Riccardo Pigott si schiantò il cuore con un colpo di l'ivoltella. Bravo! Sei stato una canaglia superlati ,,a, ma almeno ci hai dato il documento che lo sapevi. Ed eccoci alla tl'agedia. Due anni dopo Pàrnell era in terra come un bagasciel'o. Il trionro clamo– roso del 1889 era, nel 1801, una mai-eia funebre. Il n 110,•embre - una data immo1·tale nella poli– tica del regno - egli uscì dalla Co1·tedei di\·orzi e come il più infame adultero di quosto secolo». Gli strilloni, che prima race\•ano echeggiare il suo nomo come dell'o1çroglio il'landeso accumulato, in questo UO\'Ombrodisgraziato lo sbattevano sul ma,·– ciapicdo como una cosa sucida. Colui che fiaccava le borioso maggioranze alla Camem dei Comuni coll'ostl'uzionc. che ro,•esciava i gabinetti colla tat– tica cho tutti gli in\'idiavano, che sedeva alla Camera da dodici anni come una nazione, non era più cho un ,·olgare seduttore di malmaritate che si camuffa,•a o ruggiYa dai balconi col lungo tubo di tela dei pompieri. Egli :.weni violato il settimo comandamento o i cristiani domandavano la sua testa. L'uomo, diccrnno, che coll'amicizia del marito si ò insinuato nel cuore dalla donna, il libertino, che per soddisfare la sua malnata p!lssiono distrusse una famiglia, ò un mostro che ciascuno dovo evi– tare. Non può più rapprosenta1'0 un popolo. Egli ò fluito. La stella di Avondale ò tramontata. Egli non ò rimasto che un tronco di immoralità iu mezzo a noi J?er ricordarci il suo peccato. o· Shea, la donna 11nmemore della fedeli.\ coniugale, la saco1'– dotessa della concupiscenza, b. S\•ergognata che si deliziava dei baci illegali, il disono1·e del sesso femminile gli sia compagna nell'obbrobl'io ! E tu, Jrlanda, piangi. 'l'utte le tue speranze di risurre– ziono, tutti i tuoi sogni di assorgoro alla grandezza delle unzioni emancipate 11011 sono più che un mucchio di adullerii. Il tuo chte(latn, il tuo un– Ct'Otoned /itng, si ubbriacò di o· Shea. Egli non è più cho il dfscrowned htnu che perdette nella bocca di una lèmmina la tua indipendenza. Down wlth Pàniell - abbasso Pàrnell ! I pulpiti di tutte lo sètlo e i giornali di tutti i colori si erano en– tusiasticamente abbracciati por la scomunica sociale col fanatismo dei moderni puritani capitrrnati rlallo Stead. il dil·ottore della /Uotsla delle Riviste. Pàrnell divenne la loro sputacchiera. il loro uomo di paglia che si mettevano sotto i piedi, che leva"ano al ciclo come un sacco di vizi o che lascia,•ano cadere nella cionca degli amorazzi cogli orrori <logli s~inocchioni religiosi e dei baciacristi. L'inredeltà eh una donna condusse alla i;uor1·a di Troia. O- Shca con un bagordo carnaio pel'dette un popolo. È il castigo che esce clall'uomo•1stituzione, ò la punizione che produco il sistema dell'uomo che l'iassume in sé lo aspirazioni nazionali. Pàrnell è scostumato o la nazione lo è pure se non lo rinnega. Il leader ò caduto o gli irlandesi cadono se non si 1froltano contro chi ha macchiato lo stemma dello virtù del– l'Isola Verde. Egli ha strappato una delle corde più sensibili dell'arpa simbolica. La pena minore che gli si possa inflig~ero é il l'itiro immediato dalla direzione del partito riassunto negli ollantacinquo alla Camel'a. Vada, si seppellisca, scompaia. I nonconformisti, la cui coscienza ò un programma politico, si abbandona11ono alla veemenza come se si fosse trattato di vendicare un oltraggio fatto a loro come mariti. Sembravano delle furie colle mani piene di sterco. I loro piedi indomoniuano sul sedere del più grande pat'lamentarista dei no– stri tempi col p::i.rossismodella gente in delirio. Il partito ltberalo - del quale sono l'anima morale - non può, dissero, non accorger3i che il suo al– leato por l'autonomia irlandese si ò bruttnto di adulteril. E la coscienza nonconfo1·mista che in– g1·ossava di mcettnu in meelino col grido testardo: o lut o noti diede il la a tutti I politlci, direi quasi, del regno, l'Irlanda non esclusa. Il motto: o lui o not.' divenne generale. I liberali o i radicali, che Ongevano di sonnecchiare por vedere da qual parte ~i;a~~ti~at1·.e1!t~ ~a,~:ifl~~'~;~?i-a ~11~ 0 fe~!i:u?ae!~ di essere home 1·ulers ! > Oladstone completò la catastrore e rin,·igorì la ingiunzione con un ulti– matum dichiarante, senza ~iri fraseologici, « che, malgrado gli splendidi ser\ 1 1gi che il signor Pàrnell arnva i'OSO al suo paese, la sua continuazione nella direzione del pa1·tito produt·robbe conseguenze di– sastrosissimo alhi causa d'lrla11da ». Il ))l'Ofotaavern pal'lato e i capilila di tutte lo organizzazioni della Oranbrotagna trasmisero ai b:iltaglioni il vogliamo del gr~n vecchio. Egli si è disonorato e ne paghi il fio. Edimburgo , che dopo la conrossiono di Pigott a,·o,·a decreta.la a Pàrnoll la cittadinanza, con una seduta consiglia1·e se ne ponti pubblicamente, e la Scozia info1•ocita gli rovesciò sulla tosta delle gel'lo d'impertinenza. Il la doll'Il'landa durante la tormenta era cho la Granb,·etagoa non do\•eva occuparsi della vita l >rivata del suo leader. Il to,·d mayot· di Dublino agliò la testa al to1'0 dicendo cho nessuno a\·e,·a diritto di occupar3i se Pà1·110IIandava in chiosa alla domenica. o mangiava carno in Yenordi. So il leader non fosso stato obbligato a vi\•e1·e in lnghilte,·ra non si sarebbe contaminato con una O"Shea. li colpe,·ole è l'ambicnle. li deputato J. E. Rodmond - l'attuale leader dei dodici parnellisti usciti dalle urne del 1895 - affermò cho sarebbe stato grottesco cito il verdetto dello. Corto dei di– vor.d potesse a,·e1-e dell'inlluc111,a sulla dit·ezione politica del capo. Tutti i deputati pa1'hollisti gli sono affezionati e gli devono fodelt..'l. E con loro sarll tutto il popolo irlandose. « Per mio conto, disse, lo seguirò fino alla morto. » L'on. Loamy disse chiat'O e tondo che la quostiouo morale er·a una quesliono tra il leader o l'Irlanda. Gli attacchi contro Pà1·nell non sono il risultato di un senti– mento morale. Ma una vendetta dei nemici dei suoi trionn. \,: l'odio che lo insegue pel gran bene che foce al suo paese.« Se a qualche do1mtato ir– landese saltasse in tosta di suggerire qualcun altro come leader. mi piace1·ebbe vede1·0 come sarebbe rice,•uto dai suoi elettori! » W. A. Macdonald, Clancy, MacNeill - tutti deputati - giurarono di 1·imane1-e redeli all'uomo che li aveva condotti alle porte delrautonomia il'lardeso. MacNcill - giorna– lista che gli si voltò poi conh'O coi trasporti del mnniaco - a~gi11n1ieche sarebbe stato lieto di tro• varsi ai s1101 fianchi « quando rari\ il suo primo discorso noi Parlamento di Gollege-01·een >. Justin M'Carthy, og~i il presidente degli anti1>arnellisti. in allora il vicepresidente dei pal'nellisti - ribadì l'idea generale col « noi non cambieremo il nostro leade1· pe1·chè gli inglesi gli sono addosso. Facciano! Pe1· ìtoi Pàrnell ha ratto prog,-edire la causa irlan– dese assai più che Orattan o O'Connoll. Noi tutti sappiamo che l'll'landa non può far senza di lui. E il nosti'O còmpito è di osse,·o p1·ima di tutto col nostro paese. Agli oppositori al di là del Canale di San Gio1-gio- quando parlava 01•:1. in Dublino - rispondiamo: badate ai vostri uomini e alle vostre donne e uon occupatevi degli uomini e delle donne

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