Critica Sociale - Anno VII - n. 2 - 16 gennaio 1897

20 CRITICA SOCIALE fra gli scopi unico assoluto e universale è la felicità Individuale ed ò il solo razionale, runica regola.univer• sale di vita che possa. daro la ragione ò di cercare la. propria felicità; tulti gli altri scopi e le altre regolo cho parlano di perfeziono, di progresso sociale, di ro– licità del pili gran numero sono razionali in quanlo coincidono con quello scopo e con quella regola, poi resto sono ideali alt.i e inHnitamente superiori, ma niente affatto razionali: unica regola razionale è l'eu– demonismo. Ora, poichò la felicità dipendo sopratutto . dal soddisfare le proprie tendenze, tenendo conto dello reazioni dell'ambiento 1 la regola suddetta si risolve in quella di conoscere e seguire la propria natura in quanto lo comporta nel nostro interesse l'ambiente: no,ce ce iprum. e sei 1oa1 du hi1t aucl&. voll beunu,t per conseguire il tuo scopo, la felicith..Non c'è bisogno di dire che ciò non signiftca sii egoista: ma 1 data. l'u· manit1\.presente, che rnpporto c'è tra questa. e l'unica regola per noi veramente morale, quella dell'amore o dell'altruismo1 Evidentemente, se il senso morato altruistico rosse cosl perfettamente organizzato, come lo sogna in un lontano avvenire lo Sponcer, in modo che ognuno tro– vasse la propria ft:lici1ù.solo nella felicità universale e coincidessero per lui l'interesse individuale e l'inte– resse sociale, ovvero se la. vila e la socie1à. assicuras– sero sempre, corno nelle comedie morali, un castigo condegno al male, cloò a quel che favorisce l'interesso particolare a danno dell'universalo, o un adeguato premio al suo contrario, la morale dolla giustizia e dell'altruismo sarebbe perfetta.mento razionate, cioò conrormo a l'inlorosse o al tino dell'individuo, e nes– suno troverebbe nella propria ragione motivi per giu• stiftcare l'egoismo. Se non che questo è un sogno. Per quel che riguarda l'ambiente sociale, chi può dubitare che in questo stato di lotla e di concorrenza l'egoismo è utile o l'altruismo dannoso a l'individuo 1 Ma raccinmo per un istante astrazione da ciò, consideriamo l'ambiente neutra.lo o vediamo che significhi la regola: sii quel c he tu sei, ap plicata all'umanità presente. Come è essat Posti in disparte da un lato i pochi santi, pei quali Il vivere per gli altri è l'unica via a la relicità, da l'altro gli Cgotiste1 1 poi quali l'altruismo è il maggiore degli assurdi, l'umanità si trova tutta rra questi estremi, cioò in ognuno le tendenze egoi– stiche e le altruistiche si trovano insieme naturalmente in proporzioni diversissime. La regola sii quel che sei vorrà o dire di seguire indifferentemente le une o le altre secondo l'interesse del momento, o consigliare un coordinamento di esse ad unità. ln questo secondo caso, il dovere sarà di vedere quali di esso prevalgono. So prevalgono lo altruistiche, ò ragionevol0 seguirle: so le egoistiche, è ancora ragionevole seguirle e sarebbe as– surdo non farlo per darsi a speso della propria felicità il lusso di praticare l"altruismo. Quanto a le tendenze meno forti, bisogna distinguere: o Ja quantità non ò tanto piccola da essere trascurabile, o allora è ragio– nevole dare anche ad esso una soddisfazione adeguata a la loro forza, poichò prima causa di infelicità. è lo andar contro sua natura i o sono tanto deboli da poter essere facilmente soffocate, o allora, per evitare tutti I turbamenti e i contrasti che derivano da l'esistenza in noi di tendenze opposto, è meglio, siano le meno forti cattivo o buone, cercare di sofTocarle e tendere a l'unità. dell'essere o della condotta, sia nel bene, siii anche nel male. B1ar o Queste le regolo razionali di condotta. Ora, poichò nell'umanità presente i santi sono eccezioni trascura– bili, poichò anche quelli in cui l'altruismo prevale su l'egoismo sono una piccola minoranza, poichè indiscu– tibilmente nella immensa maggioranza l'egoismo pre– domina, poiohò, se ora si consideri come si deve l'uomo nel suo ambiente, l'odierno assetlt> sociale fa si che l'egoismo sia utile o dannoso l'altruismo, si devo con– cludere che cggi o per la immensa maggioranza degli uomini la ragione non solo non dimostra. razionalo por l'individuo la moralo dell'altruismo, ma piuttosto dà come norma generalo di sacrificarlo al suo contrario. Tale la soluzione del primo problema: per quanto possa costare ai devoti della ragiont1 1 appunto il rispetto di essa ci costringo ad ammettere che per ora. hanno diritto gli antirazionalisti di affermo.re l'impotenza morale, e magari l'immoralità: solo essi hanno torto di credere ciò assoluto od eterno, mentre è un feno– meno relativo e storico: oggi, cioò dato l'ambiente so– ciale e l"umanità presente, l'antinomia knntiana è vera e intensa: so il primo diverrà più ra.vorevole a l'altruismo, se la moralità croscerà, rantinomia. scemerà proporzio– nalmente di forza o di estensione. Ma, dicono <1ulgli nntirazionalisti, un aumento di altruismo in tali condizioni ò impossibile, piuttosto è probabile o certo sotto i colpi della ragione il dissol– vimento di esso e la rovina della moralità o della so– cietà, se l'una e l'altra non ai salvino con un ritorno a quelle credenze religiose che sole possono imporre come razionale a l'intlh 1 iduo la morale dell'altruismo. È vero ciò, È questo appunto il nostro secondo pro· bioma. (La /fne al pro,,.mo tiume•·o), PIETRO FONTANA. DALL'AMORE ALC:IPITALIS!IO NDUSTRIALE 1 '> Qualcuno ha dello che una dello grandi forze dei tedeschi è di sapersi annoiare pazieulemente. L'af– fermazione potrebbe ripetersi per gli inglesi e gli scandinavi; e svela realmente una delle cause fon– damentali della superiorità degli inglesi e tedeschi nella civili/\ contemporanea, specialmente nella eco– nomia dell'industrialismo meccanico. L'industria mo• clerna è nello stesso tempo l'opera di una grando genialità inventiva e di una straordinaria pazienza: opera di genialità inventiva per coloro che ne hanno creati gli innumerevoli strumenti, sotto forma di macchine, e lo diverse forme di organizzazione; opera di una pazienza infinita per coloro che de– ,,ono sorvegliare queste macchine, essere essi stessi macchine vi\'enli di queste gigantesche organizza• zioni. All'uomo cho sorveglia la macchina nella sua monotona atlivilà creatrice, le sole qualità che si domandano, oltre la coscienziosità di cui parlammo, sono: attenzione sempre sveglia e pazienza instan ( 1) Da un libro di pro11ima pubblicazione: L'Europa. giocane - ,•laggi e sludf Ira I popoli del Nord (MIiano, Tre,·es). Il libro conterrà sei studi: t. 0 Bl1marklsmo e soclnllsmo in Oermnnla; ! 0 Ln mornle seHu!llo della rnua germanica i S. 0 1-ondrnj 4. 0 Mosra; G.0 Il terio sesso; 6. 0 I.a lolla di due Ideali e di du9 r11ne (Ebnl e Tedeschi), - Le pagine qui pubblkale sono lr:llle d11Isecondo studio- nel qui,Je al dlmo1lra che la dltrt!renu ron– damenta!.t tra quelle che si chiamano ron nome ugo le rane latine (la maggioranza cioè delle j)()polazloni d'Italia, Jlrancla e Spagnai e le rau:e germaniche (la maggloranta delle J)()pola– tlonl dell'Inghilterra, Oermaola e Scandlnula) consiste nella minor precocità sctsunle di que!llo e nella loro più fredda aen- 110.alltfl.

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