Critica Sociale - Anno VI - n. 23 - 1 dicembre 1896

CRITICA SOCIALE creti della Cassazione; il manomesso diritto dei deputali di comunicare coi loro mandanti e rappro• sentati, corno ad Imola, nel Mantovano, a St1·ona, a Vittorio, a '1'1·e, 1 iso; gli arresti a1·bitrari od in massa, come n IV>ma in occasione di auliche feste; le perquisizioni senza mandato di giudice, in casa e per le vie; e lo spoglio di telegrammi privati a fini di polizia, o le minaccio di arrosto impiegato a far retrocede1·e pacifici conferenzie1•i. come a Sassuolo, e le minaccio di chiusura forzata d'eser– cizii, per boicottare i socialisti, come a Castelnuovo Rangono e un po' da per tutto; - delitti che hanno nomo attentato all'esercizio dei diritti poli– tici (Cocl. pen., art. l:l9), sequestro di persona (l,10, 147), perquisizione abusiva (119), violazione cli do– micilio (158). 1·icatto (151), violazione ciel segreto epistola1·e (150, 102), senza contare gli abusi d'au· tol'itù. e le violazioni di doveri inerenti ai pubblici umci (come, comunissimo, il rHìuto di ricevuta alle notincì10 di pubbliche riunioni), tutti mescolati nel calderone degli articoli li;:; e 1-:'8, la cui esistenza, nel Codice penale, è meramente figurativa. e che nessun Tribunale, dacchè il Codice esiste, s'ò mai sogn:..to di applic~H•e. Di rronte ai quali assassini dello Statuto, della leggo, della civiltà, dh·enuti sistemi e consuetudine) ra non sappiamo se pili sdegno o pietà senti,·o quella tene1·ella anima del ministro dell'agl'icoltu1·a, celebre per la rama dell'illustre antenato fiorentino, belare, nel discorso di Por·tici, sui « do,•eri della proprietà prh 1 ata », cho no sono « il fondamento, la 1·agione e la giustificazione»; sulla erllme1·a em– cacia del «: clolo1·oso dovere della repressione»; sulla necessaria tutela dei « diritti e interessi del lavo,·o »; sull'incoscienza del pericolo e sullo svigo– rimento, nelle classi dirigenti, dei e generosi pro– positi» (T) che seguirono i fatti di icilia; e an– nunziare i progettini sui patti agrari e sul lavo1·0 minerario - la cui perrotta ipocrisia è già svelata dall"aver tolto ai lavo1-atori ogni al'me con la quale potesse1'0 1 divenuti legge, ra1•li rispettare - annun– zhll'li come « atti arditi » di uno tato che «: sente davvero il dovere di provvedere al beuo dogli umili », come « solenne confutazione della sentenza che lo Stato attuale è mosso soltanto da spirito di classe »; e sentirlo ricorrere, con voce commossa, agli usati pistolotti: « lavoriamo insieme a rialzare a dignità. d'uomo le mise1·0 plebi ... ! », mentre, lui complice, il gendarme punta loro sul petto la ri– voltella. Nè difficilmente, allol'a, si scarno il sottile veleno di reazione stolida o cieca che se,·ro nei progetti amministi·ativi a politici, di cui fece I on. Sineo l'apo– logia. E vien da 1·idero o da piangere, secondo che avete sortite le glandulo lacrimali di Democrito o di Eraclito, a sentir parlare di decenl1·wnento quando si traila di rinforzare il pugno del prefetto, dele– gato del Gove1·no, accenll'ando in esso le più ge– lose potestà, col presidio (!) di un Consiglio dipen– dente da lui e dal Governo; di sostituire, come « funzionari gratuiti », ai sottoprefetti di carrie1-a, che almeno dalla possibilita dei mutamenti cli Mi– nistero erano qualche poco infrenati nella servile p1·opotenza, i grossi signorotti e reudatarii o capi di camorre, gil:l spadrone8'gianti nei centri minori e nelle campa~ne; a sentir parlare di democ1·a:ta, pe1• applicare 11 1·e/iwendu11i comunale con l'auto- 1·izzazione dei preretti l!), e !Ìmitato agli aumenti di tasse ed allo gravi srese, a decidere le quali si chiamcl'anno, non già i suffragio unÌ\Tersale, ma coloro soltanto che dovrebbero esserne colpili; a sentir parlare di since1· Uà ne lle ete:.ioni, quando si traU.a di togliere re3e1 ·ci1.io p1·atico del suffragio ~Ilo migliaia di operai d ell'indu stria, dal mutabile domicilio, sotto pretesto di dar loro« maggior agio 81bllOtf'C.~ l IO )la CO di conoscere le condizioni del Collegio » (I) e di • acquistare l'accertamento dell'iclenlitil dell'elet– to1•e » (! !). E vcdl'ete che, se lo scz·utinio di lista nello grandi città renne, pare, per ora abbando– nato, pel' non sappiamo quali misterio3i interes i librati al concilio di ~Iaderno. non mancherà. nella leggo qualche piccola disposizioncina (gi11era stata annunciata) pe1·assicu1•a1·0meglio ralrabetismo degli elettori; ossia per dare uua nuova e più l'adicale falcidia alle liste elettorali. Con questi tHBl)iCÌ, con queste promesse - che bastano a buoni rntenditori - il Go, 1 e1•no riapro il Pal'lnmento; e da queste - incredibile a chi non vi\•esse in Itali;\! - trae forza o fauto1·i c1uanto e più che dallo stesso trattato di Adis-Abeba. Anzi aggiunge l'una all'alt1-a pace, all'esterna l'in– terna; e il Nerazzini della paco parlamentaJ>e è il comm. avv. Ottavio Sere11a, il p1·efetto di Cl'ispi. il deputato - cosi lo definisco la 1'1"ilnma - che « è rudiniano quando non è crispino », la cui assun– zione, nel gabinetto, a g1·an manipolatore delle ru– ture elezioni, ò giudicata un 1>egnosicuro ai nemici di ie1·i, un colmo di abilità cho strappa - per la prima volta - gli osanna a tutti gli araldi della « banda », alla Trtt.,una, al JlalUno, al lloma ro– mano, accomunati in uno stesso entusiasmo apolo– getico con gli organi dell'on. Cavallotti, coi giornali della democrazia che ha messo livrea. Tragica coinci<lenza o contrasto! ~Jenelik bacia Umberto dalla lontana città santa; o tornauo, al– meno. alle mad1·i i supe,·stiti prigionieri della gue1·1·a incivile. Crispi, anco1· esso, domato, bacia Rudinì e anuuncia la p1·opria discesa dal suo cruccioso A ,•en– ti no. ~la quest'ultimo bacio, doppio bacio di Giuda, non libera, anzi prepara i nuovi prigionieri della gue,·ra civile, e promette, sul Calvario italico, una pii, scellerata c,·oco al povero Cri,to plebeo. LA CRITICA SOCIAU;. I PROGETTI GOVERNATI\'! SULL'EMIGRAZION Dopo tanti studi o tanta dolorosa. esperienza, final– mente il grave problema della. nostra emigrazione ù sulla. via di essere risolto. L:n economista, il Nitti, con un progetto elucubrato a. tavolino e un deputato, il Mti.colo,con un nitro concretato in una giterella nel Nord America, sotto l'alta presidenza di Luigi Luuatli, il poeta-flnnnt.iere, stanno racendo il miracolo. Il primo progetto, al dire della Gai;ctta lli Vcnc;ia, che dovrebbe esserne bono inrormata, consiste nella istituzione di una Banca, dirò così coloniale o emigm· to>·ia, assunta. Jaglì armatori f'lorio o Piaggio, con sedi nei principali ceniri marittimi J'Americtl. Intanto si principia bene; il denaro, r1erbo non solo delll\ guerra ma anche della pace o di uno. disciplinata emigrazione, ò bello e trovato. lvi, ò ,·ero, non si dice nò il come nè il quanto: ma. sia.te tranquilli, che Piaggio e Florio, duo commendatori se non erro, staran poco, ricchi e generosi come sono, a trar fuori un paio di milioncini ciascuno: poi l..ut.t.,Lltisfodererà il suo ramoso segreto, Nilti e M:i..cola ci metteran qualcosa. anch'essi, e l'affare andrà. a gonfie ,•ele. Forse dovranno concorrervi anche gli emigranti con qualche opportuna ritenuta sul loro peculio rica,•ato dalla vendila delle ultime miserie, con risparmi che la. Uanca. custodirà gratuitamente e con gli sconti che ne solleciteranno ad un interesse equo, all'italiana. f; ben giusto che a. tanto òenoflcio si corrisponda qualcosa: per nulla non si fa nulla. E se talora i poverini saranno colli da dubbi e timori per i loro esborsi 1 basterà cho pensino alla Banca romani,.

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