Critica Sociale - Anno VI - n. 9 - 1 maggio 1896

B CRl'l'ICA SOCIALE 143 e guadagnare con essa sulla somma già pagata all'atto della domanda - 7. 0 potrebbero, subito dopo detratte le spe::;e,riscuotel'e senza frodi gli utili delle loro opere, cui il pubblico facesse acco– glimento - 8. 0 si salverebbero dnll'obbrobrio, cui oggi devono perfino sottostare, se nuovi al pubblico o poco conosciuti, quello, cioè, di dare agli editori, oltre la p1·oprietà dell'opera, anche una somma pe1•averla pubblicala, o dare per niente la propriela dell'opera, che in avvenire può per l'~ditore esser fonte di ricchezza - 9. 0 potrebbero dare piccolis– sima la provvigione e piccolissima la percentuale al D1FFUS0R.1<~, il quale, abbracciando nella sua azienda le opere, letterarie, grafìche e musicali, senza riguardo a11e idee e ai nomi degli autori, avrebbe da guadagnar bene, anche se piccolissima fosse la provvigione e piccolissima la percentuale a lui provenienti da tante va1·ie opere. I giornali potrebbero esercitare la loro critica dignito~fl.mente e seriamente: in quanto che, non ricevendo e non pitoccando pil'1 copie in dono - l. 0 non sarebbero più obbligati.a doverosi e banali giudizi di risposta all'invio gratuito, o a sconve– nienti silenzi - 2.,, potrebbero liberamente compe: rare ed esaminare quelle opere sulle quali vogliono portare giudizio - 3. 0 -dovrebbero, per essere ri– valsi della spesa, giudicare con osame evidentemente serio. Al che va soggiunto che i giornali non molto affe• zionati ai proventi degli annunci, per aggiungere a sè pregio e valore giornalistico, potrebbero quin• dicinahnente dare annuncio delle opere, che con speciale loro gradimento vedessero comparire sulle ta()elle dei Dn·i-~usorr1, e intanto giovare gratis agli autori ed al pubblico per la diffusione. Il pubblico, tuttochò dimorante in Comuni ove mancano venditoi·i di opere letterarie, grafiche e musica.li , o ve ne sono assai miseri, e dove quindi, fra la monotonia dei giorni, il progresso va lento e la vita langue, per mancanza di quei fremiti di pensiero che ravvivano le grandi città - 1. 0 po– trebbe quindicinalmente dare uno sguardo alle tabelle dei Dn·i:uso,u; avere così conoscenza delle pubblicazioni; e quindi, oltre che istruirsi e diver– tirsi (le tabelle sarebbero oltremodo piacevoli, per i frontespizi letterario-musicali e i disegni che sempre nuovi offrirebbero),sottrarsi alle cospirazioni dei gior• nali venditori: i quali, quando vedono una pubblica– zione atta, per la sua moclernità,a sviare i clienti dalle pappe intellettuali che loro sogliono imboccare, si danno premura di non farla conoscere al pubblico, col non farne cenno, col non farne commissione o non esporla - 2. 0 sarebbe, mediante le tabelle, imparzialmente avvisato di tutte le opere pubbli– cate, onde potrebbe ad esse interessarsi a seconda del titoro p1ll o meno esplicato e a seconda del nome dell'autore, piuttosto che a seconda della rèctarne editoriale: la quale rriclame suole dagli editori, con grossi manifesti e lunghi articoli di giornali pagati, esser fatta più spettacolosa, non per le opere di più serio valore e giovamento umano, ma per quelle, quali che sieno, pili profit– tevoli al lol'O commercio editorio, e però importa nel pubblico vadano divulgandosi, non le idee pili nuove e per esso più confacenti e più benefìche, ma spesso quelle più 1·etrive e per esso più sfrut– tanti e più dannose - 3. 0 continuerebbe ad acqui• stare comodamente le copie presso i venditori uni– formatisi al nuovo sistema dei 01'"Uppi di tre copie con la quar·ta gratis, previo pagamento; ma po-• trebbe, mediante le dirette commissioni, sott1·arsi alla resistenza che i venditori facessero al nuovo sistema, o allo stancheggio ch'essi volessero ancor .fare come oggi, in cui, se non hanno le opere ri• are chieste, sogliono dire di aspettarle, mentre in realtà aspettano di avere molte commissioni, per guada– gnare olfre il 25 o :10 °/ 0 anche la 13.ll copia, e finalmente, per non saper che dire, sogliono anche inventare che l'edizione é esaurita - ,i_o> finirebbe di essere ingarbugliato dai giornali, con i frivoli O'iudizi ch'essi oggi sogliono dare sulle opere, per doverosa risposta al gl'atuito invio loro fatto, onde potrebbe dai giornali esser meglio informato sul valore delle opere pubblicate, pel coscienzioso esame ch'essi avrebbero a darne, se desiderosi di essere rivalsi del prezzo della copia - 5. 0 potrebbe, se ricco, avere miglior agio a conoscere ed acqui– stare gli originali delle opere g1·afìche; se non ricco, farsi modesta raccolta delle riproduzioni di quelle più suscitanti individuale piacere e perciò preferite. * *. Ma ben altri vantaggi il sistema del Dw1•uso1u: può rip1·omettere. fnfatti: 1. 0 Inevitabilmente avvenendo, nel principio della industria del D1n·uson1~,che ogni autore co– sciente di aver fatta opera di serio valore, vorrebbe non più sottostare alle forche caudine degli editori, venditori e commissari, vorrebbe cioè avvalersi del nuovo sistema del DJVFUSO!tt:, che, senza alcun fastidio, gli preserva la libera padl'ouanza dell'opera e assicura la pubblicità della medesima - il pub• blico potrebbe così a. prio1•i sapere, che, mentre opere di serio valore devono quasi certamente essere quelle pubblicate mediante DIFFUSOHE,devono per contrario essere commerciali opere di scarto quelle che continuano ad esser pubblicate da edi– tori, per cessione avutane da autori, i quali ad esse non davano tal valore, da volere 1'iserbarsene la padl'onanza. 2. 0 Dopo un certo tempo avvenendo quindi - discredito e scomparsa della industria di editore - cessazione dell'aiuto pecuniario, che tanti venali autori di mestiere trovano in editori, cui richiesti si prestano o cui spontaneamente si offrono, pe1· farraginose opere commerciali - coazione degli autori a fare solo opere di serio valore, perché a proprie spese e rischio - resterà diminuita la produzione delle inutili opere letterarie grafiche e musicali, che per speculazioni editoriali oggi abbondano - e resterà quindi diminuita: prima– mente la confusione, che nei cervelli esse impor– tano; secondamente la ostruzione alla conoscenza delle opere utili, che tanto maggiore esse fanno, quanto maggiore è la 1·éctarne editoriale, con cui si avanzano e ingombrano. 3. 0 Potendo gli autori trarre profitto da opere lungamente pensate, cesserebbero di fare le indi– geste ed estemporanee produzioni, onde oggi, per avere pubblicità e farsi conoscere, colmano i gior• nali o le riviste, con ciarliero e superficiale ingar– bugliamento sugli argomenti che traUano la sera per la mattina o una set1imana per l'altra. Dal che quindi deriverebbe elevazione del valore delle opere iulellettuali per lungo pensiero volto sopra esse. 4. 0 La libera produzione di ope1·e letterarie, grafiche e musicali, cosi ottenuta, rassicurerebbe che la umanità resta assai meno privata delle idee nuove, che nei cervelli vanno sorgendo, le quali oggi restano assai spesso soffocate dagli editori e membri di Commissioni. 5. 0 Nell'avvenire sociale, cui non si può non giungere, non sarà possibile la perduranza del– l'attuale sistema di pubblicazioni editoriali, che costituisce il duplicato della p1·oprietà, ed importa esasperata. coazione alla frode. Sarebbe dunque bene, se, fìn d'ora, autori e pubblico incominciassero ad assuefarsi al cangiamento, cui potrebbe pl'e-

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