Critica Sociale - Anno VI - n. 3 - 1 febbraio 1896

3-1 CRITICA SOCIALE forza risveglia. nel paese, cl compenseranno del danno economico. Non mai, crediamo, la runzione dovaslatrice e parassi Inria riel milit.'\rismo si è disvelata con tanto cinismo. Che l'Italia vera e viva fllccin bancarotta, non importa: quel che importa ò che non dichiari banc:\l'ottn l'Italia e come grande potenza,, cho cioè non si abb:rndoni, anzi si prosegua più o meglio di prima 1:-t politica che impedisce la riduzione delle spese milital'i, e che alla burocrazia militare, nonché alla sua larga e vorace clientela, nssicura il primo posto nel banchetto, volevamo dire nel bottino na– zionale. Ora. che questo sia il ragionamento dei signori militnri, nessuna meraviglia: ciò cho stupisce è che un tal rn~ionamento abbla potuto passare nei fatti goltando 11paese in un:1guerra a corJ)O perduto contro gli abissini. Ben si capisce che all"Jlalia mi• tUa1·e e a chi essa rappresenta possa sorridere J'i. deale di un'Italia « st1·acclnta corno Lnz1.aro » ma felice e contenta do' suoi st1-acci pur di recitare la commedia di grnnde polen1.a; <101>0 tutto, gli stracci non sarebbero essi, i generali, ufllciali o fornitori che li porterebbero; quel che è dinlcile spiegare e che costituisco il nodo del problema politico attuale è come gl'interessi del militarismo sieno riusciti a legare a sè, a trascinare, sopraffacendoli, quelli delle classi che oggi hanno in mano il potere politico. l'u, c1'8diamo, la dimcoltà di spiegare questo fatto che ha spinto il Ca\'allotti ad attribuirne le cause e le responsabilità alla pe1'80na del Cl'ispi e a scl'i– "ero, in uno dei suoi t aglie11ti at ti di accusa contro il dittatore d'Italia, che son1.a.le sudicerie bancarie, sen1.a le truffe del sign or Crispi da sottrai-re alla giusti7.ia, oggi non sarebbe da piangei-o l'ecatombe di Amba -Alagi, con tutto il seguito di orrori e di sagrHìci che la guerra a fondo ci prepara . .)fa so, per il nesso intimo che congiunge la politica delle nostre classi dominanti alle immoralità del Crispi, la tesi del Ca\'allotti può a,•e1•0 il nosh-o consenso, noi non ci sentiamo però di tunmelte re che un uomo abbia, esso solo, potuto ipnoti1.1. .a.re t utta una classe asser,•endoln ai suoi perM>nnll int eress i. Se in– fatti è vero che Crispi a\'ovn, sul principio del 1E05, tutto il ,•nntng~io a toner chiusa la Camera per e\'itare il giudizio sopra le suo porcherie, o aYea in ciò tuttf gli stimoli a giocare lfl partita della l:{UOl'l'a in Africa por creai►e un diversivo alla pub• blica opinione, è pur corto che altrotlali vantaggi ci aveva la maggioranza, perché al suo governo fosse dato agio di manipolare le urne e ottenere cosi un battesimo nuovo e sicuro alla iniziata cam• pagnn di repressione. Qui è forse la chiave del presento enigma poli– tico. Crispi incarna e serve le tendenze di quella fra lo classi dominanti cho è più rcnzional'ia e che pe1• In tutela della sua vita economica fa mat,rgiore assegnamento sulla com1wcs.c:ione o sulla repres– sione del p,·olelarialo. Quest'O la classe dei pro– prietari della terra. Incapaci a difendere i 101-0 ,redditi dalla conco1·1"8nzaestera mercé la trasfor– '1\nzione scientiOca dei metodi agrico1i, costoro non vedono altro modo di tutelarli che colla guerra di doga113e colla scarnincazione sempre pila iutens.'\ del la,·oratore. Protezionisti ,•e1-so l'estero, despoti o ignoranti in gran parte, essi costituiscono l'ambiente meglio adatto al lussureir~iare della pianL, del mi– litarismo. E i pH1 accaniu militaristi fra loro sono quelli del me1.zogiorno, che O appunto la reg:ione do,•o la cultu1·a ò pili n1•retrato 1 le condiziom del lavoratore sono piu fristi, o dovo 1·omba continua• mente la l'ivolta della ft\mo. I danni economici delle spese militari sono ben poca cosa per costoro, appello al timore di veuiro esp1-opriati dalla con- correoza estera o di sentirsi stretti dalle rh·endi– cazioni proletarie. L'esercito - 1'i.sUtuzioue del– l'esercito - è per costoro la più utile o la più int3ngibile delle istituzioni. Una istituzione per la quale nessun sacrincio è di froppo; specie quando si trova modo di scaricarne g1'tlnp..1rtesulla esigua e ancor debole classe industriale, come si è comin• cinto n fiu·e, roceDtemonte, coll"aggravamento del– l'imposla di ricchezza mobile. l>opo tutto, il sasso rotola sino al fondo; e il proletariato ila1iano - sutrulto dalle rmtorne baionette - saprà OOnprcn· dersi ogni peso sul dosso. Cosi il militarismo, specie dopo i ser,•izii resi ultimamente negli stati d'assedio, ebbe libere al corso tulle lo 1-odini. E il milit:U'ismo, b..1.diamo, non si impersona solo nella casta che fa professione delle armi, ma abbraccia nella solidnriot:\ dell'inte• resse il ceto degli appaltatori, dei Pinelli ,•enditori di asini, degli a1.ionisti di compagnie di naviga– zione, dei banchiel'i che attendono al ,•arco:10 Stato pe1· apz·irgli mu11iflcentomeuto il 101·0 rido, degli istituti di emissione che attendono come una manna l'opportuult..\ di rompero i limiti legali della circo, !azione ('), dei borsisti cho salutano con gioia la "iva ripresa degli affal'i stimolata dalle condizioni dubbie dello finan1.a di Sinio e aiutata dnlla possi– bilità di manipola1"8 le notizie avendo per coope– ralo1"8, e magn1·i per socio. il go,·e1·no; dei gior– nalisti merconari che anch'essi, collo stato di guerra, tirano paga doppin per montare l'entusiasmo pa– triottico e mutare le sconfitte in vittorie. e che. predicando la guerra a fondo. poS!iODO scontare le loro cambiali sul fondo per 13 guer1-a. Questa. immensa corrente di interessi una volta scatenata, chi ò capace di trattenerla? E quale me• ra,·h;lia se essa non si contenga più 11ogliargini del tornaconto di coloro che, sperando di dirigeria, J"hanno ingrossata T Quale mo1-a,•iglia che, a ren– dei-o pili giganteschi gli affari ~i ben aniati e poichO l'appetito ,•iene mangiando, si \'olgano gli sguardi dnll'Abissinia alla Prancia, gettando i semi di nuovo impre:se patriottiche col tentati,•o continuo di persuadere che dietro l'Abissinia c'è la Francia o che i uosh·i povel'i soldati - vittime, ormai è fu01· di dubbio, di piombo uscito da fucili italiani - de\'ono la 101·0mol'lo ad armi francesi e vogliono essere vendicati in altri più il'emendi conflitti? Oli ò por questo che la voco dei socialisti si alza OJrgi contro hl retorica patriottica in cui l'Italia umciale è somme1'Sa. Oli è por questo che, se non ce lo impedisse In nausea onde siamo presi davanti a questa ridda oscena che si balla sul corpo della nostra patria, noi potremmo abbandonarci all'ila– rità s1>0gliando i giornali o i discorsi di questi giorni, e i-accogliendo in mn1.10i fiori cho sbocciano sul lelamaio della incoscienza idiota e della losca speculazione. Potremmo, per esempio, trar1"8 ar– gomento di riso dai ve1-gl nnsimnnti cho scl'i,•o co11tro di noi, negli nlbum delle signore. il caYa– liere Panza ccl1l, a cui non par \'ero di cogliere l'occasione r.er sd ebitarsi, con quattro rime, del 1·egalo che 11 ~ove rno gli fa dello stipendio di pro– fessore d'estetica. Potremmo far buon sangue com• mentando la prosa di quell'asses.soro romano che ha tr-o,•ato modo di gettai-e il ridic olo p ernno sulla memoria del 'l'oselli nonchè sui , •or.si di Giacomo Leopardi. Ma non ,·ogliamo defrau dare i lettori di qu881e lineo che, riportando un brano dell'articolo l') Il 10,er110 domandò r. mlllonl 11ll11, n1nc11 d'llalla, li al Danco di Na1ioll, Il I\ ~ue11o di SlclllA, ATtndo gll Ulllutl f,Hta. OJll)oelr.\one, Il 10,erno Il Autorlu.ò ad emettere 111nta urti\ quanta nec,iulta ptr co11rlre 11'111 somme. - Co,I Il Don Chl1ciotre del 'U gennaio.

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