Critica Sociale - Anno VI - n. 1 - 1 gennaio 1896

2 CRITICA SOCIALE vata - o. cosa ancor pili amena. con la rimota. pos· sibilità cho il trionfo delle idee degli imputati e il 101-0legalo avvenimento al potere suscitasse un giorno ribellioni della minoran1.a. contro lo quali si sarebbero usate coteste « vie di fatto ». Nel che :;~o i:r~i~t~iaa d,iriti:~ 0 » di 'l 1~! ~r:s~~ :: r~~z~ • Su questi due motivi, su questi due cardini ,·o– toarono tutte le sentenze conflnatrici; o fu per ~'~~:lic1!n~~~~e~~ldi\~i1!~ 1 :i:ai c~n~ 18 a:~:~:tr~i~t~~ Crispi e gli fu scagliato un Pinelli fra le gambe nella elezione di Anagni. Avvertimento ai colleghi cui lru1tasse ruzzolo di seguirne le traccie. E frode non minoro fu aver ratto apparire ber~ :ffi~~ : :it~ffr ~ 8 p1~::s~rr:~1~t~1~8i~t:~~~~o;~ toccante - i regi Pl'ocuratol'i si affrettarono, negli elenchi dello associazioni disciolto, a fal'e la più accorta e generosa delle selezioni, dlsrandosi del– l'elemento associativo (essenza del misfatto) per non ir1·etire che pochi ed isolati individui, i socialisti mililanli più coscienti e più attivi. L'associazione non era che un comodo bacino ~catorio. Tan– toché - e non fu de' meno comici incidenti di sir• fatti processi - ebbimo soci invocanti l'incrimina– zione, o adontanlisi del chiesto non luogo e pro– testanti di voler la condanna per deprecare da sè una patente d'indegnità socialista. Cosi si videro associazioni di centinaia e migliaia di membri, ridotto nel processo a fre o quattro ed anche ad un solo. E si istitui il nuovo e curioso reato di associazione criminosa di uno con sé stesso. no~~l~~~\I~~ ~~1c:.\:/ch~~o~ 1 ~Pc~a~! 1 ~~cfi!'i~f :1~ dignazione. I giudici stessi si scusa\•ano con gli imputati della grottesca _partaccia che eran flolrzati a recitare. Di1-emodi piu, che il confino fu p1-0Y– vido per molti di noi, che ha salvato dal carcere. 1 ell'abbinamento delle accuso del Codice e della legge eccezionale, quest'ultima em la scappatoia che permetteva al « runzionario » giudicante di acque– tare la coscienza salvando in pari tempo la resi• denza o l'a\•anzamento. L'efletto intimidati\'O fu poi cosi modesto, che le associazioni si l'iorganiz• zarono tosto più poderose. I confinati, festeggiati nel luo~o del « mal'lirio », spinse1·0 la propaganda entr-o c1Uà e borgate do,•e clifOcilmonte sa1·ebbe penotratn. coi propri piedi. 'l'anto che i roazionarii cli quei luoghi protesta1'0no al Gover·no pel non chiesto o non gradito regalo. Non era solo dunque un'arguzia felice quella del MaJno, che ci diceva come por legge il confino ai socialisti dovesse venir assegnato fuori del confine; perché il Codice penale, all'art. 18, vuole che esso si espii luogo almeno 60 chilometri dalla residen1.a dall'offeso; e qui il presunto offeso è lo tato ! Ph'1 tristo e rivoltante ru - per la stessa legge - l'effetto delle as8egnazioni al domicilio coatto: tale da rio,•ocare, con sapore di perfetta attualità, le parole di '.\lassimo D'Azeglio, negli Ulttm,i cast di Romavna. sulle Commissioni straordinarie cui è affidata la inquisizione politica: In codesti tribunali, ,·eri COlll)e•tJOl'Utl, come dicono i f'i'ancesi, tenuti per scellerati d& tutte le nazioni civili, r~:~,~ 1 :e!~r:' ::~ 5 ~c~~u~j• ~~1~ro.:,~s3:si1tn':~d:s~::. viro, cioè d'istrumento alle "endette di un ministro e non alla. giustizia.; in que!lti tribunali, dico, gli stessi uomini sono insieme accusatori e giudici; non v'è li– bertà nella di(esa, e neppure nella scelta del diren– soro, dato dal lribunale, e preso tra le persone a lui do\·oto; i processi oscuri, occulti,composti nell'interesse dell'accusa; i costituti ingannevoli, suggestivi e pieni d'utiftcio, ed impiegata. la tortura morale, e si potrebbe dire anca la materiale; indeftnita ed arbitrari& la clas– siftcazione delle colpe, per la qual cosa. vengono puniti come delitti l"opinione, il pensiero, gli alTetti dell'animo sruggili in qualche parola, in qualche scritto impru• dente, e castigati con pene che passano ogni idea di proporzione e di giustizia, anche ammessa la reità del• l'accusato. Le tu>piludini e gii a11a11inamenti di cotali CommiHio11i ,i a88omigliano, e ~onor>ariin tutti i tempi ed in tutti i luoghi clove vengo110adoperate: perchè le medesimo cause producono per tutto e sempre i mede• sìmi elTetli; o perciò oramai di comune consenso delle persone oneste sono tenute istrumento soltanto di vio• lenza e di \'endella. L'esperienza ba mostrato che i ribaldi i quali accet– tano di setlen•i, o sappiano la mente di chi li ha. posti a quell'uf!lclo o l'indovinino, cercano o vogliono colpe• voli o non innocenti: sanno che ad ogni cond&nna sai• gono in grado presso il Governo, mentre l'assolvere gli rarobbè calare; sanno che i più saldi gradini della. scala dei J>romi,degli onori sono per loro i corpi delle Ò 1 ~i 1 :n~. ~~~1! 0 !J,: sct~ 1 ~~~ 1 Jeft~c\ n~!:1J:f;t:i.~ 1 sF~~!~ meltono da costoro.... ed ancora s·he.nno a vodel'eCom– missioni speciali 1 !.' fltalia avl'à clu,1q1te il h·iste va11to cl'e,,er l'ultima ad usarle1 L'ltalia - cioò i quattro manigoldi che la reg– gono come la corda regge l'impiccato - non fu solo « ultima ad usarle », o Massimo D'Azeglio; ma, risuscitandole, riuscì a peggioral'le, negando anche, in sovrappiù, la presen1.a del dirensore. E furono centinaia di gio,•ani, rei di gentilezza. cl'a– nimo e d'invitta piet.i., travolti in quei trabocchetti. o forzati, per i.sruggirvi, a correre a p1·ecipizio la slt-ada maledetta clell'esilio. Ma anche qui, pet· quanto grande la jattura e scello1·ato l'intento, non può dirsi cho abbia il Governo vinta la partita. Chè, appunto per l'abominio dolla cosa, si videro città intero agitarsi, e Consigli comunali adunarsi a subitanea p1-otcsta, e conservatori di tre cotte, come il Rudrni. dar del matto, in piena Camera, a prefetti dello Stato. A piU d"un esule, sruJrgito alla geenna, l'ospitaliU\ degli sfranieri (schiaffo atroce sulle guance al dittatore paesano) ru larga di com– pensi e di onori, dando loro la direziono d'un gior• nale, come al Vergnauini, o la cattedra d'un gin– nasio cantonale come al Cabrini. E lo scandalo Marescnlchi scoperchiò la fogna delle pressioni sot• terranee del Governo sulla magistratura« indipen· dente•• levandone tale un puzzo che perfino gli idioti di Val d'Aosta ne !lternutiscono ancora; menti-e, tra le non meno putide zaffate del plico santoro, l'elezione di Salsi a Reggio Emilia issa\'a sui cui· mini di Montecitorio la casacca infame del coatto come una bandiera. Decisamente il Go,·erno si feriva col suo stesso pugnale. Or non dunque per l'abbandono di questa legge J>OSSiamonoi osannare di gioia. Tanto pili che 111ce1•to ancor rimane se pei condannati anche al solo confino, in espiazione od imminenza di pena, cesseranno colla legge gli effetti della legge. Ciò parl'ebbe scaturire invincibihnonte dall'art. 2 del Codice penale e dallo assurdo che un fatto sia pu– nito ancora quando è consentito dalla legge e ria– bililalo. Che se (come si opporrà) qur la le!(ge stessa predeterminò la propria fine e prescrisse alle pene vita più lunga che a sè stessa, ciò p1·ova tanto pil't com'essa si rinnegava, nè la contraddi– zione sua può ri!lolversi, altrimenti dal dubbio, in danno del l'OO.Da che tra1·ranno gli avversari il loro argomento? Sempre dalla legge, che è morta: ne avventeranno il cadavere conh'O il Codice. che Ovivo e 1>erdura. Diranno: le moi·t satsU le 'Vt/. E qual luddo morto!

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