Critica Sociale - Anno V - n. 17 - 1 settembre 1895

.260 CRITICA SOCIALE J.,'Jngbillerrainsomma, comeha rallo in modo originale la sua ri,·oluziono politica, così rarà. originalmente la. sua rivoluzione sociale i e corno ha ratto prima di tutti ()uclla, farà prima di tutti questa. lo non credo cho l'iniziativa delle future trasformazioni sociali partirà tlalla. Germania; questo paese, che è stato l'ullimo d'Europa. a compiere la ri,•oluzione politica, non può essere il primo o. compiere la. rivoluzione sociale. I caratteri di tulti i suoi partili, il socialismo non escluso, dimostrano che osso. è ancora noi periodo d'infanzia politica; ciò che spiega le simpatie t.lell"ltalia, paese ancor più bambino, per i metodi tedeschi, e il disprezzo suo per i metodi inglesi. A noi il partito socialista tedesco. apparisce meraviglioso per la sua. grandiosità. e potenza di organizzazione, ma questo ò un carattere comune più o meno &tutli i partiti tedeschi; esso l'ha, in quanto ò un partilo tedesco, non in quanto ò un partito socialista. Gl'inglesi creeranno la nuova civiltà, &. poco a poco, senza. dirlo e senza saperlo; e senza. &Yer mai un gran partito socialista, no attueranno per i primi i principi fondamentali, dopo uerli rielaborali attraverso il loro spirito e le loro esperienze. Tuo 0UOl,l&Lll0 1-~EHREllO. NORD E SUD Orispini ed anticrispini Le ragioni da noi assegnate nell'articolo: Chi è Cl'ispì 'I per spiegare il prevalere di costui noi• l'Italia moridionalo restano in una srera troppo nebulosa ed astratta pe1•chèse ne possa riscontrare la rispondenza con la realtà. I fenomeni politici di ogni tempo, specie se molto recenti, si colpiscono meglio, in generale, quando si seguano nella loro seriazione spontanea e naturale. Dire, come noi affermammo, che il c1•ispismo è il fenomeno ita– liano di un complesso di circostanze che induce il generale abbassamento della morale di un tempo e che assume aspetti va.1·iati secondo lo speciale intrecciarsi dei fatti nei singoli paesi, é accennare ad una causa troppo ,,asta perché la si possa rico• noscere per vera al primo colpo d'occhio. Ma, passando da questo campo ad un altro più. prossimo ed immediato, nulla perdono di vero le osserva– zioni già fatte ed intuite. IL successo di C1•ispi, come uomo politico, al potere- non fu possibile - e lo 1·ilevava '!'urati qui :ilesso appunto - se non come la coalizione delle diverso frazioni della borghesia, sospettose per il proprio av,•enire, innanzi alla minaccia dell'agita• zione proletaria siciliana ed alla confessata impo– tenza del Giolitti ad opporvi, senza scrupoli, la diga di una repressione feroce e sproporzionata. Giolitti ora slato l'uomo politico classico di una bo~hesia incerta e povera come la nostra, il suo piu evi• dente rappresentante, nelle oscitanzo, nelle impre• cisioni, nei dubbi permanenti di una politica che andava dalla confessione della necessità di poi· ri• medio alle oramai insopportabili condizioni del proletariato. alla difesa ad oltran,.a di tutta la feccia bancaria italiana. Pochi uomini forse simboleggiarono cosi complessivamente lo stato senza paragoni del nosb'O paese, e fu appunto perciò che egli dovette cedere il turno ad uomini cho più. decisamente rappresentasse1'0 la parte predominante di quegli interessi. Naturalmente in tale l01'0 opera questi ulUmi non dovevano incontr-are soltanto l'ira ar– mata delle insorto classi del proletariato agricolo, ma bene anche la naturale avversione delle alll'O fraziorii della borghesia, eternamente torm~ntate dal dubbio della propria sorto avvenire. Sta solo a vedersi se queste furono conseguenti e logiche o se accettarono pacatamente il frutto delle proprie opere, o se invece si ribe1la1'0no contro ciò che osso stesse ave,•ano determinato ed anzi imposto a tutto il paese. Per esempio ora la nestra. per bocca del suo autorizzato rappresentante Rudini, contesta al governo l'esistenza di una doppia questione: la mol'ale e la costituzionale; ma, tralasciando la eti:~fduaò, forse sostenersi che pe1· essa sussista Il punto più gral'e del dibattito parlamentare suscitato dalla proclamazione dello staio d"assedio in Sicilia ed in Lunigiana, non fu già se il p1'0v– vedimento avesse dovuto o meno applicarsi a quelle due sventurate regioni, se cioè le circostanze lo reclamassero - ben inteso dal punto di vista dello clMsi dominanti - ma se il go\lerno non avesso sorpassato la legali~,. imponendo da sè stesso alla nazione una te1•ribile misura, di cui solo il Parla– mento avrebbe dovuto esser giudice. Persino il cavalleresco Imbriani - quest'ultimo cavaliere errante dell'idealismo borghese - citava con ma– nifesta compiacenza - che in bocca a lui do"eva suonare ben amara - l"esempio dell'Austria che, por imporre lo stato d'assed10 alla Boemia, no aveva chiesta od ottenuta l'autol'Ìzzazione dal Par• lamento. Cosi si esprimeva il radicale Sacchi, por non parlare delle opposizioni cosidotte costituzionali, le quali questa volta preferirono ad ogni altra cosa l'aureo silenzio. Ed il Parlamento - alla quasi unanimità. - consacrava, con l'ordine del giorno Damiani, il terribile principio, che delle misure di ordine pubblico sol fosse giudice il potere ese– cutivo, ed alla Camera solo spettasse un certo dfritto di controllo, a cose fatte. Questo suonava come l'abdicazione del parlamento all'alto ufficio cui per nnzione costituzionale è preposto e la confessione enorme del carattere meramente repressivo e rea– zionario dello Stato borghese, Ecco perchè u11 le$ittimo senso di meraYiglia avrebbe dovuto acco– gliere nelle sfere delle classi lavoratrici la tragi– comica levata di scudi dei Rudini o simili Brin, al conve~no della Sala Rossa, denunziante al paese gli spiriti reazionari del governo di Crispi. La Camera aveva già dato il crisma ufficiale alla teoria del colpo di Stato, riconoscendo al potere esecuti1•0 il diritto di sospendere da sè solo le ga– ranzie costituzionali e vi aveva pienamente rinun– ziato, quando, in odio al. collega socialista, aveva consegnato Giuseppe De Felice alle senili vendette del triste manigoldo che disooo,·a l'Italia alla tesla dol Governo. • li potere esecutivo, investilo di cosi pieni poteri, poteva. da sè giudicare il momento in cui il Parla– mento avesse potuto diventare elemento sovversivo dello Stato e quindi dissolverlo in forza dei principi sanciti dal Parlamento istesso. li Parlamento ave,•a riconosciuta pe1• buona la teoria del colpo di Stato; logico quindi che per il primo ne sperimentasse le delizie. Esso aveva, oltre ciò, riconosciuto che Fran– cesco Crispi non era uomo da abusare dei poteri a lui confidati; nessun dubbio avr'ebbe perciò dovuto sussistere che egli avrebbe compiuto il do,·er suo con la ben conosciuta abnegazione. 1'utto ciò discendeva, come ferrea necessità, dalle premesse poste ed accettate dal Parlamento. Che significato poteva avoro l'opposta ribellione? . .. Ma la sloria è fatta apposta per dimostrare quanto sia scempia affermazione che essa sia c. la mae.stra della vita ». Ovunque si risalga nel corso storico

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