Critica Sociale - Anno V - n. 17 - 1 settembre 1895

RITICA SOCIALE 267 I socialisti a. lor volta oppongono che il prezzo del– l'uso del risparmio è ingiusto, contrario all'equità, e che, in poche parole, è un rurto. Questi argomenti, ove si miri a persuadere la gente, sono di gran rorza, ma, sotto l'aspetto strct.tamente scientiftco, i socialisti po– trebbero anche abbandonare quella posizione se'nza punto nuocere alle loro dottrine. . . . Lo Schiiflle (Quinl. Soc., p. 41) mostra bene lo scopo dell'ordinamento socialista. Sarebbe < un ordinamento giuridico-pubblico, per cui il lavo1·0 11a.zio11ale sanbbe ordinato per modo da divenire un 01·ganismo esc,·cenlc wi lavoro sociale col mezzo del capitale collettivo». Ora su ciò seguono due ordini di quesiti: 1. 0 se la evoluzione storica porti o no a quell'ordinamento; 2. 0 se accrescerà o scemerà la somma di utilità di cui gode la società. Spesso si confondono insieme quei quesiti, ma. è male. Sono e rimangono cose di\'erse. Similmente possiamo chiedere: 1. 0 il sole, coll"andar dei tempi, si spegnerà o no1 2. 0 sarà ciò utile o nor.iro per l'uman gcneret E son quesiti che devono risolversi separatameute. Lasciamo stare il quesito dell"evoluzione e disror– riamo un poco di quello dell'utilità. Su di esso dissen– tono interamente socialisti ed economisti. Questi dicono che, se il capitale è fatto collettivo, scemerà la somma di utilità. goduta dalla società; quelli dicono che cre– scerà. Tocca all'osservazione dei fatti ed alle deduzioni che se ne possono trarre di partire la contesa, e perciò è cosa sommamente ridicola il sentire un prefetto che con un suo decreto dà torto ad una delle parti e ra– gione all'altra, Quel signore ed il suo padrone di Roma sanno di queste cose come gli inquisitori che condan– narono Galileo sapevano di astronomia; e le sentenze di questi e di quelli sono egualmente prive di ragione e malvagc. Ma lasciamo che di tal gente ragionino il Lombroso o il Ferri, e torniamo alla nostra utilitrì. Forse, benchò il terreno 1,rincipì a bruciare, potremo faro ancora alcuni passi senza contendere sul merito. . .. Abbia pazienza il lettore se qui si Ura ruori una definizione scientifica. Si dicono coefficienti cli fabbri– cazione le quantità di capitalo fondiario, di capitalo mobilia.re e di lavoro che occorrono per ottenere una unità di prodotto. Questi coefficienti sono variabili, cioè, per esempio, si può ottenere cento chilogrammi di grano con molta terra o poco lavoro o pochi ingra!!si, oppure con poca terra e con mollo lavoro e molti in– grassi. Credo di aver potuto dimostrare col rigore matema– tico che i coenlcienti determinati dagli impresari sono identici a quelli che determinerebbe lo Stato socia.lista. Dico ciò, non per tentare di far accogliere di sotterfugio una mia opinione, ma solo por dar ragione del perchè, per quanto riguarda i coefficienti di fabbricazione, faccio pari tra l'ordina.mento della libera concorrenza e quello socialista. Le divergenze sorgono su altri argomenti. Il risparmio in vista del consumo si farebbe egualmente nella so– cietà. socialista, come si fa. in quella O\"ec'è la libera concorrenza. Ma poi risparmio da essere trasformato in capitale, la cosa sarebbe diversa. Alle forze auto– matiche operanti coll'adescare gli individui a rispar– miare per godere il prezzo dell'uso del risparmio, sarebbe sostituita. la. forza coercitiva del Governo che reintegra ed accresco colle imposte il capitale sociale. Può il secondo sistema. essere migliore del primo, ma potrebbe allche esser peggiore. È cosa da vedersi. L'ordinamento socialista avrebbe il pregio d"impedire lo spreco di ricchezza che si fa in spese di lusso. Ciò pare certo. Dicono i socialisti che andrebbe anche più diritto allo scopo di ciò che accada colle prove e riprove della libera concorrenza. La cosa mi par dubbia, anzi credo l'opposto, ma non starò qui a stancare la pa– zienza del lettore, esponendo le mie ragioni, pcrchè mi preme senz'altro toccare dell'argomento principale che tutti gli altri comprende. . .. Quella gran mole dell'ordinamento socialista ha bi– sogno di un cleus ex machina; e quel cle-usex machina è il Governo. Ogni studente di cose sociali vorrà certo avere un concetto del come il nuovo Governo potrà. bastare ai molti uffici che gli si danno. li primo articolo mio, ch'ebbe l'onore, or sono alcuni anni, di essere stampato dalla Critica Sociale, poneva appunto il quesito di sapere come quel futuro Go\"erno sarebbe ordinato. Per quanto abbia procurato di stu– diare l'argomento, confesso che da quel tempo ho im– parato poco su questa materia. Il problema può esprimersi in modo più generale. Essendo dato un certo numero d'uomini, a.i quali con– venga eleggere certi altri per provvedere al comune interesse, come si può fare per ottenere che gli eletti curino veramente gl'interessi degli clettori1 Questo problema riguarda non solo il Governo dogli Stati, ma anche quello di società. private. Ora è note– vole il fatto che neppure per le società anonime, che neppure per faro rappresentare i creditori in caso di fallimento, si sia trovata una soluzione Yeramente con· veniente. Por ciò solo non può dirsi insolubile il problema, ma mi paro cl1e da quei fatti si possa almeno conclu– llere che quel quesito è degno cli ogni attenzione per parto dei socialisti e che la sua soluziono ò il premio del loro sistema. E qui mi fermo davvero. Consento interamente coi socialisti sul fine da raggiungere, che è il bene dei più; dissento sui mozzi coi quali si può ottenere lo scopo. Ma credo che il dissenso tra i liberali o i socia– listi debba rimanere nelle serene regioni della scienza; mentre è opera stolta e perversa il perseguitare un uomo per le sue opinioni, e cresce la. ma.lvagitil. del– l'opera, e la vergogna al paese che la tollera, quando i perseguitati sono gente onesta, e i persecutori gente che ha ratto d"ogni erba un fascio, ed ha offeso coi fatti la morale pubblica e la privata. VII,1-'REDO PARETO. RISPARMIA OF RISPARMIARE L'utopia del Robinson sociale (CON1'1WREl'LICA A VILFREDO PARE1'0) Nel « porro chiaramente i termini del problema, pel quale sono divisi socialisti ed economisti:., !"amicoben più che personale - poichè ci seconda in tanta parte della nostra battaglia - pror. Vilfredo Pareto, per via di successive eliminazioni di divergenze o solo apparenti o non sostanziali, si è ridotto a dir questo: che sarà difficile, benchè non impossibile, trovare, noli' ordina-

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