Critica Sociale - Anno V - n. 14 - 16 luglio 1895

CRITICA SOCIALE 223 tilo, i socialisti lo diagnostico.rono così: i'perh·ojia co,·• pol'aifoislica. Ma pei democratici esso peccava dì ben altro! Reo visse o reo morì della. più nera delle ingra– titudini. R virulenta. infatti si dibo.ltè la polemica. fra democratici o Partito operaio, il quale bollava. la Do– mocro.zia coi titoli di mistificatrice e borghese, sfrut– ta.trico pur essa. delle forze operaie, classe pur essa egoista; o questa, di rimando, fustigava. il Partito quale servo inconscio della reazione, figlio disconoscente, settario ignorante. Il primo distacco del moderno movimento sociale dalla vecchia democrazia patriottica e borghese è dovuto dunque al Partito operaio, il quale dovette compiere, si può dire, da solo la doverosa, ma ingrata impresa. In un dato momento si vide asserragliato dalle rorze nemiche di tutti i vari partiti della borghesia. - dal conservatore al repubblicano - e il Governo non si lnsciò sruggire allora lo insperato o propizio istante di fnrsi l'organo unifica.toro ed esecutore di tanti senti– menti e di tante volontà del paese. E sciolse il Partito, cogliendo roccasiono visibile e confessabile d'agitazioni di scioperi nelle campagne lombarde, scioperi cho il Partito realmente assecondava. Del resto l'ultima ora di questa terza rase era già sognata sul quadrante del tempo e irrevocabile si a.trac– ciava, come irrevocabile ed irrevocata fu. l'ultima ora della prima e quella puro della seconda fase, e tale sarà egualmente l'avventuroso destino delle fasi succcs· sive. Cosicchè la stessa aziono repressiva dei Governi - guardata, non al barbaglio superficiale o momen– taneo dei partiti, ma al raggio acutissimo e immortalo della fllosofla della. storia. - non ò infine che uno stro mento di evoluzione sociale nello mani inconscio dei Go– verni stessi, i quali, reprimendo, credono im•ece e van– tansi di essere stromenti di reazione o di conservazione; ed ò appunto per questa loro rallaco credenzn, è per questo loro vanto. inconsulto che i saggi li spregiano o il ruturo li condanna La.filosofia o la storia possono scu– sare cd anche giustiflcaro l'opera, ma.non possono che o~soro implacabilmente duro contro gli operatori, cho non sapevano quel che si facevano. Tutto passa, trasformandosi e progredendo. Il perfe– zionamento storico non ò che unfL assidua digestione di forme sociali temporaneo. Se il Partilo operaio non rosse sla.to sciolto da un colpo di mano del Governo si sarebbe annichilito e trasftgurato da. sè, ma più lentamente, più. a stento e meno bellamente. L'azione violenta governati\'a affrettò il momento c:-itico della trasmutnzione o seminò sulla rossa dell'ucciso i fiori del martirio, coi quali poi gli erodi intesseranno olimpiche corone. li corpo del Par– tito si spense, ma sofllando dalla. tomba, ratta altare o culla, un'onda. eterea di genialità. o di simpatie, cho ingenererà nell'atmosfera del tempo melodici concenti, i quali parleranno allo spirito ftnchò sull'arpaeolia del– l"anima umana si stenderanno lo corde gentili delle memorie e della bontà. ... Cadulo del Partito tutto ciò cho ora caduco, rimase o rifulso tutto ciò che caduco non erai rimase cioè o rirulso imperituro ciò che aveve. indelebile eara.ttoro socinlo-umano, vale a dire, l'azione economica, l'orga– nizzazione professionale dolio arti o dei mestieri, nonchè la separazione del moderno molo sociale do.Ila vecchia Democrazia. Fu questo il testamento ,·ero doll'estìnto. E come codicillo ci lasciò l'ora.mai storico o tradizionale hmo dei lavoratori. L'azione economic&i più progredita, di questa terza rase era, per naturale evoluzione, uscita. dal grembo dttl corporativismo tipografico della seconda, come la. so– parazione recisa da tutta quanta la vecchia. Democrazia. trova.va la. sua. ragione di ereditarietà nell'anli•ma.zzi– nio.nismo sociale rivolo.tosi nella prima rase. Nessun nuoYo alveo politico scavò il Partilo operaio sul terreno sociale in dissociazione - questo è vero - e non accennò che incertamente alla convenienze. di osso disegnandone appena qualche traccia. ,,aga. e malfida. Cosi pure, non ebbe, nò poteva avere la netta co– scienza di cla1se 1 ma., mettendo in rilievo gli elementi economici e tecnici brulicanti in seno alle moltitudini operaie, rendeva. possibile ai venturi opera.i la. com– prensione storica. del rilevante fenomeno economico delle classi in antagonismo. · È o.neo notevolo che ru in questa. terza rase che un raggio della. nuova luce, pallido o debole sl, ma puro penetrò in alcuni sconsoloti tugurii delle. campagna., portando con sè come un misterioso prorumo ravviva.• toro, un senso di stupore carezzante, un alito insolito di dignità, il bacio di redivivo speranze, il presenti– mento di una. nuove. fede. Ed è pure in cotesta fase che per la p.rima volta ap– pare frammista. al novello formicolio so<'iale la donna, ma - precisiamo - più che come donna, ,•i figura corno operaia. È la donna operaia, che inizia. la sua. opera d'emancipazione, associandosi e seguendo l'e– sempio dei suoi compag ni dell'altro s esso. li movimento muliebre, nel suo largo signifl.ce.to umano, non è ancor natoi lo preludia. l'operaia, pur rimanendo di mollo addietro al movimento mascolino. Questi gli elementi, questo le tendenze, questi i pre– sentimenti che la terza fase, compita la. sua missione, lascia in eredità alla quarta. 0. ONOCCIII V1ANI. BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO· In cammino, versi di OIUS!l'l'l:-i MArtTINOZZI- - Bologna, 7.anicholli, 1895 (L. 3). Tah •olta. chie do a mo stosso, reo di strofe e di rime, a. che servo.no i poeti. B rispondo: a nulla. Ma quo.ndo un libro di versi mi viene alle mani, sono sempre or– goglioso di comprenderne l'alto linguaggio. È tale l'abisso rra l'inspirazione e il pensiero della. rolla. che la poesia. è creduta la. lingua dei dementi, il vaniloquio degli oziosi, l'arte di mentire por eccellenza. li volo della strora. e il lento passo dell'umanità. hanno duo ritmi incompatibili. Nel l'erso si compio rapida o sintetica un'evoluzione d'anni o di secoli; il pensiero si sostituisce all'opera del tempo; r,~spirazione individuale incalza gli eventi, anzi virtunlmente li crea, pcrchò tutto esiste di ciò che fu pensato. 1..-eggendo il libro del Martinozzi ho avuto le.visione, breve, ma certa, d'una. società prossima e migliore; ;i~ilo 0 n~r1{~~f ~\j!ra:ienio Jac~l~~~~~ad~l ~!!~is~.~n~ poeta. Ciò mi conferma una volta di più che nell'utopia. sta. ogni forza e ogni fede; Il\ scienza. tien poi dietro a rar saggezza degli errori altrui. Il Martinozzi è uomo colto (il che mi sembra in Italia quasi doveroso a chi ha possibilità. di studi) ed ha quel senso originale delle coso che è lo. caratteristi ca. del– l'ingegno vivace; sonso che a.lcuni chiamano paga.no, forse in opposizione all'a1·idilà (iell'ascetismo crist iano. Ora questo paganesimo sembra. rinascere da. qualche tempo rra. noi, nella poesia più intonsa.mente che in nitro manirestazioni arlistiche, e siccome dalla poesia in ispecie i giovani attingono entusiasmi, può darsi che la prossima. generazione abbia meglio tli questa il culto della. vita. Anche il Marlinozzi, benchò si dica non pili giovane,

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