Critica Sociale - Anno V - n. 5 - 1 marzo 1895

Critica Sociale RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO SCIENTIFICO Nel llegno: Anno L. 8. Semestre L. 4 - "-ll'Estero: Anno L. IO· Semestre L S,iiO. Lelle1·e,vaglia, ca~·toline-vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE•MILANO:Portici Galleria V. E., 23 2, 0 (PiH0nobile, Per MILANO si pub abbonarsi anche alla Libreria Dumolard: c. V. E., :u, e dall'editore M Kantorowlc:i:: via Ma1u:onl, 5. Anno V - N. ii. ~ Non s; 1.·euclc ,, num.eri sepa,·aO. 1 Milano, I.I) marzo 1895. SOMMARIO Attualità.. Per ventre al nodo .. : antipMto di replica a I,. Bissolali {LACRI· TICA SOCIALE). Il tr"mo,ito di una tst1t11.:to11e (Pror. ANTOs10 P1cc,u~0Lo), Pet· fl' rfttlme della propagan!ia: Rendiconto (LA OJRUIONB). Sca11to11ate,amumo! (a\l'Ou-er. ~tore Gatto~ ~• ..1- St.udi sociologici. L'orazione che fece vtanoere: ,égulto degli schizti sulla insur– rezione chartisla (PAOLOVA.I.ERA). I.e mm maritate {IVANOE Bo!'/O111). le C01tCl11.,lon, postume dl Marx mila W>t"l del t:aloi-e (ARTURO l,ADRIOLA). - PosUUa (LA DmEZIONB). Pubbllcaztonl pen:entde ln dono. Biblioteca dl propaoar1da. VIVA PREGHIERA. è diretta a tutti i nostri lettori, che non l'abbiano già fatto, di spedire l'importo del loro abbonamento annuo o semestrale pel 1895. Una cartolina-vaglia è presto spe, dita. Un ulteriore ritardo ci imbarazza seriamente l'amministrazione, che ha bisogno di sapere su quali e quanti abbonati può contare con sicurezza, e non ama di mostrare diffidenza verso i ritardatari sospendendo loro l'invio del periodico. Speriamo perciò che tutti vorranno, dopo questo avviso, usarci la cortesia di mettersi in regola. PERVENIRE ALNODO .... (Auti11asto cli re11licn :i Leonicfa Bissofati) Inutile cerca1•e nei giornali socialisti i diversi pareri espressi in questi giorni sulla questione che ci divide. Leonida Bissolati nel suo articolo Qual è la nost1·a lotta? ( Critica SOciale: ultimo numero) ha raggruppato e svolto meravigliosamente bene tutto ciò che di meglio ru detto e può dirsi in fa. vore di quella, che si è convenuti di chiamare la tattica inh·ansigente, e che noi chiameremmo pii1 vo1ontieri la tattica semplicista. Invero, non si tratta, per noi, di transige>·e su checchessia; sib– bene di adottare, pel raggiungimento di un mede· simo scopo, modalità alquanto diverse a seconda delle condizioni di\'et;m di tempo e di luogo: nel che è la vera unità e coerenza della condotta, nulla essendo più ineguale di un eguale trattamento degli ineguali. Su cotesto siamo d'accordo con Bissolati. il quale cominciava per l'appunto l'articolo suo col riconoscere come, sulla necessità di conservare inalterati il carattere e la funzione del partito, non v'è dissenso fra noi. E come dissenso potrebb'es– serd, se appunto la campagna, che da anni soste– niamo, per l'indipeadenza ed unità del partito, ci guadagnò nomea di cerberi dell'intransigenza e de· signò la supposta « chiesa di Milano» come il si– nodo, appo cui nessun socialistoide poté mai trovar grazia? Ora, stando a certe apparenze, le parti sarebbero invertite. Ora la Sinistra estrema del partito sa– rebbe passata al Centro desll'o, a dir poco. E perchè avremmo mutato 1 Per quale strana cagione abban• doneremmo la vecchia, la pugnace bandiera, proprio ora che le maggiori resistenze appaiono domate, proprio ora che la vediamo sventolare su tutti gli spalli'? For.se, vanità personali? Qual conto qui se ne ra~cìa, si vide pur nella recente lotta milanese, dove la riuscita personale nostra e dei nostri, non che cercal'la, offerta ricusammo. Forse ci sgomenta l'avere, non che vinto, stravinto'? e, sentendoci su• perati da quei medesimi che dianzi duravamo fatica a rimorchiare, ci ronza alle orecchie il vecchio m6- nito: cave a consequenUariis? Non v'è ottima teoria che, portata oltre certi estremi, non pregiu– dichi e non neghi se stessa. Ma no, neanche questo spiegherebbe la cosa: noi accusiamo i nostri con• traddittori non di eccesso di logica, ma del suo con• tl'a1•io;uon di troppo fervore, anzi di accidia. Or dunque'? Quella ch'essi vantano « rigidezza », e intendono dirittura e carattere, a noi pare la rigidezza degli anchilosati: quella ch'ei chiamano unità è sola• mente, agli occhi nostri, unicità di metodo, una cosa ben diversa; ossia quell'unità formale che è sostanziale disparità, date le disfoi•micondizioni del substratl reale. I ·-':lnitàdi nw•odo lia i suoi limiti nelle cose: essa è assai desido,·abile in quanto evita sperpero di forze in metodi cattivi, che la dottrina e l'esperienza riprovano. Di fronte a una determi• nata condizione di cose, uno solo è il metodo mi– gliore. l\fa cotesta unità vien meno al proprio scopo e contraddice so stessa quando imponga uniformità artifiziose, cui contrastino le realtà « distanti e mo– venti , delle condizioni di fatto. Ora se, fintanto che si tratti di puramente e sem• plicemente aflèr·mare il partito - e giova chia- 1·irela parola: di metterne in risalto, intendiamo, di fronte alla massa, la finalità e il carattere distinto - uno solo è il modo da adottarsi, la semplicità dell'alto si rifiuta a una qualsiasi varietà di atteg– giamenti; questa uniformità cessa di appariro, nonché conveniente, possibile, tostochè l'esercizio e i cimenti vari della vita, in ambienti fra loro diversi, importino nel partito differenziazioni no– tevoli. Cosi è nel mondo morale come nel fisico. Il pulcino noù ha che un modo - violento e rivoli,-

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