Critica Sociale - Anno IV - n. 21 - 1 novembre 1894

CRITICA SOCIALE 333 Questo mi pare un prendere l'elTetto per la causa. O non sarà piuttosto vero che in Italia scarseggia la mo– neta perchò l'agricoltura. è trascurata e l'industria ap– pena. nascentol E questa inreriorità dell'Italia nello sviluppo dell'industria e dell'agricoltura. fl ben ultre cause si deve ascrivere che alla scnrsitù. di moneta. Il corso forzoso non può giovare nd una nazione se non in quanto è un modo di credito, ma siccome costituisce un modo di credilo molto comodo cos\ è anche peri– coloso, e una nazione che si a.bba~doni alla sua china arriva più facilmente a precipitare che non a salvarsi. Il disastroso tentativo di Giovanni Law ai tempi di Filippo d'Orleans, come l'odierna. crisi Argentina, do• vrebbero raJTroddarealquanto gli entusiasmi dei rautori ad oltranza dell'emissione a corso rorzoso. . . . Ma, lasciando da parte queste considerazioni che non riguardano punto la questione dal lato per noi più im– portante, e ammesso pure che il biglietto ipotecario a corso forzoso raggiunga etncacemente il suo scopo,e costituisca un mezzo racilo cd economico di credito agrario; potrà esso e dovrà entrare a far parte del programma del partito socialista1 Si potrà e si do\'rà intorno a. questa proposta creare tutta un'agitazione come si fece per la questioue delle otto ore1 Questo è il punto di essenziale importanza. Al Gallavresi parrebbe di si; io non dubito di negarlo recisamente. ll credito per certo presenta g1•andivantaggi in re– gime capitalista. Per esso molti capitali, che restereb– bero nelle mani inette od indolenti di cerli capitalisti, sono invece lanciati nella circolazione a compiere la loro funzione normale, cioò a creare, come dice Marx, dei piccini, a. sviluppa.re le industrie ed il commercio. Il credito adunque ò il complemento necessario del si– stema capitalista; solo per osso si compiono lo grandi imprese i è la gran le,•a che sviluppa e concentra i capitali. Ma i vantaggi di tutto ciò a chi ridondano1 Non certo ai hLYoratori. Cosi pure certamente il credito applicato all'agricol– tura l'aiuterebbe grandemente o la spingerebbe a pro– gredire. Ma in chf' modo1 Collo spogliare i piccoli pro– prietari, col rendere più dura. la condizione del prole– tariato agricolo. Non saranno certo i socialisti che si opporranno al progresso agricolo, perchò essi ben sanno che solo per la. grande coltura si può .arrivare al colletlivismo; ma ~non possono e non devono concorrere a far si che questo progresso e questa evoluzione si compiano bru– talmente, spargendo ovunque dolore e miseria; e, se il partito socialista dovrà. aiutare l'evoluzione, lo farà allorchò, trionrante, lo potrà fare con modi più dolci ed umani. Che penserebbero di questo partito, che si vanta l'amico, il protettore degli oppressi, i piccoli proprie– tari agricoli, allorchè, pel credito facile e a buon mer– cato loro offerto, coperti di maggiori aggravi e impos• sibilitati a sostenere la concorrenza pei nuovi mezzi di produzione più costosi, si trovassero alla vigilia di essere spogliati dai capitalisti fortunati, intermediario il governo o propiziatore il partito socialista 1 E il pro– letariato agricolo che ne penserebbe, allorchò vedesse resa più dura la sua già durissima condizione dai nuovi concorrenti o dalla minor ricerca di braccia1 E questo un punto molto importante e sul quale il nostro partito deve andare molto guardingo. Chò altl'i- Bib ,otecn C,,no Biarco men li gli potrebbe accadere come accadde a chi predicò la conquista del municipi come toccasana di tot.ti i mali di\ cui ò travagliata la nostra povera umanità. E sl che colla conquista dei comuni alcuni vantaggi si ottengono, mentre coll'emissione del biglietto Ipotecarlo non solo non si otterrebbero vantnggi, ma si anebbero i gravissimi danni che abbiam visto di sopra. Una delu– sione quindi, uno scredito ccl un danno immenso poi partito: questi i risultati cho avrebbero i socialisti qualora prendessero a propugnare la.proposta del bi– glietto ipotecario. Ad ogni partito a.dunque l'agire secondo sua natura. Al partito borghese, spinto da. sua febbre di guadagno, il trovare sempre nuovi mozzi più potenti di produ– zione e di sfruttamento; al partito socialista. il prote– stare contro le ingiustizie cui va. soggetta la classe dei proletari, il conforta.re ed organizzare I relolll • La proposta del biglietto ipotecario dovrebbe os§et& rivolta. alla. parie più Illuminata e libernle della.bor– _t;,h~fla1-: difa,tti, come dissi, qualche giornale borghese gii no accettò l'idea, mostrandosi disposto a sostenerla. - a. quei nemici dei dazi protettori, o protezionisti ad ogni costo, ma sempre fidenti nel progresso capitalista. Essa potrebbe rormaro benissimo una. base elettorale pel romantico partito dogli agrari. Là si troverebbe a suo posto, non nel partito socialista. ROCCA PILO, Al v,·ossfnw numero la ,·epltca di Oallam·est; il quale a -va,·te delle obie~ìoni ili Rocca Pilo ha già fatto vtgo,•osamenle r,·onle tn va,·fe gazzette quotidiane che enl>·arono nella discussione p,·o– mossa dalla nost>·a Rivtsla. Dobbia11w ••imanàa,•e al 1n·osslnw ntt• 11ie1·0 a secondo capUolo clelln In.surre• zlone Obartista à-l Paolo Valera. RISPOSTA A P.LAFARGUE circa la teoria del valore di C. Marx I. - In questi giorni tristi pel socialismo ila, liano, mi parrebbe inopportuna una risposta so– v.erchiamente vivace alla aomanda che P. Lafargue dirige, 'non senza ironia, ai critici di C. Marx. srrondata. per quanto è possibile, d'ogni arguzia polemica, d'ogni controattacco pungente, ecco la mia risposta al socialista francese, genero e volga– rizzatore del grande economista e socialista tedesco, al quale (giova ricordarlo) così alta ammirazione tutti quanti professiamo. Connessi con la domanda-obbiezione lanciataci addosso, notansi alcuni errori gra ,•issimi che dob– biamo rilevare, perchè meglio emerga l'erroneità radicale e molteplice di quella. Il. - li Lafargue, seguace fedele della teorica del , 1 alore del Marx, rigetta con ,ieratico orrore « la lezione dell'economia ufficiale, che i capitali im– mobilizzati nel macchinismo e nella mate1·iaprima, che il Marx chiama capitale costante, siano crea• tori di plus-valore •· Ma poi scrive queste parole che vanno testualmente t'iprodotte: « Io pregherei il sig. Loria di.... dirmi in qual modo questo fatto ecor,omico - lo scemare ciel 111·0/iltodel capitale çostanle a misura che si accrescQ la sua produlti•

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