Critica Sociale - Anno IV - n. 20 - 16 ottobre 1894

CRITICA SOCIALE 317 tutto contro i vecchi codici, appunto perchò segna. una vittoria di classe. Perciò, mentre plaudiamo alla for– mazione progressiva di questo nuovo diritto proletario - frutto del nuo,•o interesse sociale e che si rappre– senta. quindi come vero diritto pubblico - sentiamo al contrario, quando ci parlano di riforme da introdursi nel diriUo p1·ivato per opera. di un astratto e indefinito legislatore, un'impressione non differente, come pre\'ede lo stesso Menger, da quella che ora ci rannno le dis– sertazioni del secolo scorso sulla riforma degli obblighi livellari e del servizio della gleba. CLAUDIO TREVES. BREVK RISPOSTA-DOMANDA Al CRITICI DI!IARX circa la teoria del valore Da. Paolo Lafargue - dopo tngols il più autorevole interprete del pensiero di Marx - ricoviamo la se– guente, cui siamo ben lieti di far posto tln d'ora-. e U Perreu~, 7 ottobre 189,t. MIO CARO '!'URATI, Vogliate concedermi l'ospilaliu\ della C1-ttica So– ciale per chiedere un piccolo chiari menlo ai siguori l,oria, Coletli, Graziadei e altri demolitori della teoria marxista del valore. Questi signori, che rimproverano Marx di far dell'a v1·to1-t e di non tener conto dei fatti, mi sembrano smarrirsi neUe nuvole. Loria si eleva fino alla luna per vedere di scovare de' capitalisti abba– stanza ingenui da perfezionare un macchinismo industriale che non creerebbe plus-valore. 'ella luna soltanto esisterebbe dunque una concorrenza economica abbastanza intensa per mettere ai capi– talisti il coltello alla gola e for,.arli, sotto pena di t'Ovina, a po1·re i loro strumenti di produzione al livello di quelli dei loro concorrenti. Regnando nella nosll·a società la più pecorina fratellanza, l'in, duslria terrestre è affatto priva di questo potente sprone al progresso. Non potendo io seguire nei loro voli questi lcal'i sublimi, mi veggo costretto a restare sulla terr-a e a domandar loro la soluzione di un problema che è posto dai nosh-i fenomeni economici. Cotesti signori dicono, o piuttosto 1·ipetono, la lezione degli economisti, incaricati di, giustificare teoricamente il prelevamento quotidiano che il ca– pitalista fa sui frutti del lavoro: la lezione del– l'economia ufllciale huegna che i capitali immobi– lizzati nel macchinismo e nella materia prima, cho Marx chiama capttale costante, sono creato1·i di plus-valore, quanto il la,ro1·0umano, retribuito dal capitale va,·tabtle. Se è vero che il capitale coslante, dopo aver ri– prodotto il proprio Ya)ore, crea un altro valo1·e; questo plus-valore dovrebbe non solo rimanero costante, ma aumentare, quanto più il macchinismo, in cui si immobilizza, si perfeziona e ricorre, per mettersi in opera, all'applicazione delle fol'ze na– turali (vento, corsi d'acqua, vapore, elel!l'icitil) e del1e scoparle chimiche 1 fisiche, meccaniche, ecc. L'interesse del capitale costante che, secondo quesli Bib 1otecn Gino B1arro signori, rappresenta la parie di plus-valore da e so creata, dovrebbe per conseguenza raddoppiarsi, de– cuplicarsi, centuplicarsi, e via via: a quel modo che il salario dell'operaio si eleva quanto più il suo lavoro, dal lav01"0 semplice del manovale, si mula nel lavo1·0 comvtesso o q1talì(lcato (s1,illed la/Jow') del meccanico, del chimico, dell'elettricista, dell'in– gegnere, ecc. ro non so se le cose, negli astri, avvengono così ; ma credo dover :wverti1•e il sig. Loria 1 « l'uomo della luna », che ulla terra avviene tutto il con– trario; più il macchinismo si complica e si perfe– ziona e più le operazioni industriali diventano scien• tifiche, tanto pili scema l'interesse. Proudho11,questo co1winto difensore della piccola proprietà, benchò si librasse nelle nubi e fosse tanto miope da non vedere ciò che avvenh 1 a sotto il suo naso, si era tuttavia accorto di questo fenomeno e ne aveva concl11SO che l'interesse del capilale finirebbe per ridursi a zero, e che in quel giorno beato i piccoli proprietari scambierebbero direliamente i prodolli contro i pro<lotti, i ser\'izi contro i servizi, senza prelevare alcun profitto. Io pregherei il sig. Loria di 1·ipiegare le ali che lo sollevano al disopra della terra e dil·mi in qual modo questo fallo economico - lo scemare del profitto del capiL,le costante a misura che si ac– cresce la sua produttività - fenomeno da lungo tempo osservato e che si va accentuando, può rien– trare nella vecchia teo,·ia del valore ch'egli pretende opporre a quella di )larx. E poichò questi signori tro, 1 ano che i due primi volumi del Capitale sono insufllcienti per saziare la loro passione critica; ho il piacere di annunziar loro che Engels sta correggendo in questo mo– mento le bozze del terzo volume, nel quale Marx completa la sua teoria. Cordiali strette di mano. PAOLO LAt'.\HGUt:. La teoria delvalore di carta Marx (lntcncnto 11elln11olcmltmSoldl-Colcttl), li. Rannodiamo il filo fa do,·e l'abbiamo interrotto. L'ultima e pili riassuntiva obiezione mossa dal oldi alle critiche fatto dal Loria alla teoria marxista del valore ò cosi formulata dal Soldi stesso: e Si sa che il capitalo costante potenzia. il lavoroi si sa elio por mozzo del capitale costante si può diminuire il prezzo della forza di lavoro.> ( 1) Sarà bene riportare por intero il passo del Marx, ci– tato, del resto, anche dal Soldi: La macr.hina produce relativo ma.ggior valore, non solo nel mentre che rinvilisce direttamente la forza di so(i~ ~!':;~ :::' 0 !~·r~~t ~e~ c;;;~n;~,a;;~~1;,;a ~~!. ~~ 1 :~: ;;_u;::.~ leggersi che « Il tasso del 1>ronlto è..•. non più del 50 ma del !O•;, • (non già « del 40 •t., . come fu stampato). - A 1iag. !97• colonna t.•, linea 39: « mentre n non dispone che di un 11rontto del t!,S/137,S, cioè del 9,09 •t• • (e non « del t!,5/150 doè del 8,33•1 0 ,. come ru stampato).

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