Critica Sociale - Anno IV - n. 16 - 16 agosto 1894

248 CRITICA. SOCIA.LE affrettare le evoluzioni d,i! capitalismo, potrebbe anche vedere di buon occhio la proposta in di– scorso. )la aiutare questa specie di involontario tranello, può ella essere la missione del partito so– cialista 1 La teoria delvalore di cario Marx o le criticl,e di A. Loria <'> La teoria del valore di C. Marx aspetta ancora, iJlvano, il sospirato Messia: strana condiziono, in vero, per una teo1·iascientifica! I.a concezione del valore del Marx è a1n•io1•islica, non solo nella forma dell'esposizione, ma ancora sostanzialmente. Sino ad oggi, almeno, abbiamo diritto di afferma,•lo. Infatti, quando il ~larx si è trovato di fronte alle contraddizioni più evidenti fra le IO(:ichededuzioni della propria teorica ed i fenomem pili elementari della vita economica,non ha spiegate nè risolute le conti-addizioni, riman– dando il curioso lettore ad altre parti della sua, opera non ancora pubblicate. Così, ad esempio, nel capitolo Xl del I voi. del Capitate, in cui riconosce che una data legge, discendente da quella teoria, è « in evidente contraddizione con tutta la espe– rien1.abasala su1le apparenze», rimandaogni spie• gazione ad un quarto libro. Ebbene, dal 186i in qua la spiegazione del mi– stero non è ancora apparsa. i\la v'ha di peggio. FRDRRICO ENGF.LS , r ispondendo nel 1883 ad A. LORIA, che in uno splendido articolo (Nuova A11/otor11a, I.' aprilo 1883: Kart Marx di A. LORIA) aveva mosse al grande tedesco le stesse critiche ribadite poi nell'A11alisi delta prop,·lelà capitalista o delle quali or ora ci occuperemo, si limitò a dichiarare, senza ribattere 1o critiche, che queste sarebbero state annie11late dagli svolgimenli ulteriori delle teorie del maestro, contenute nel secondo volume del Capitate, prossimo allora a pubblicarsi (vedi Soztatdemolwat, di Zurigo, del li maggio 1883). li secondo volume è apparso, ma non contiene la soluzione desiderata. Starà questa nel terzo! Che ciò sia, per la paco di coloro che puro in fatto di scienza portano la fede pili ingenua! Intanto, i conati di supplire alle dimostrazioni autentiche non si sono fatti aspettare. Ma di buono, in questi conali, non c'è che la buona intenzione. CoNRAD ClllllDT (Die DU!'ChSClmiUs-p1·0/1tt,·ate Gnmdtaoe dei· Afa,·xsc/ten We1•l/1l/1eo1·ie; Slutt• gart 1889) cerca di conciliare la teoria marxiana con la eguaglianza del saggio del profitto preposto ai vari capitalisti. Ma il suo metodo è sconfessato dagli stessi socialisti (vedi Neue Zeit, 1801-\12,u. 4) e combattuto dal WOLFe dal FIREMAN. li Wo!I, a sua volta, propone un'altra soluzione, che è ri– dotta all'assurdo dal Fireman stesso, il quale infine pl'esenta una soluzione, che non è altro se non un gioco di parole (vedi WOLFnegli Jall1'biiclter (ii,· Nattonatoel<Onomie u,ul Stalis/ih, ecc., voi. 5i, pag. 358, e FIREMANnella stessa Rivista, voi. 58, pag. i03 e seg.). (') E ben inteso che, pubblicando - anche per doTeredi lealtll - questo articolo, con cui l'egregJo amico dott. Coletti, Jlroreuore alla Unhersltà di Maceuta, difende le critiche del ,mo maestro Achille I.Orla,dalle controcrltlthe del doli. Soldi (Inserite nel no– stro n. 14), riserviamo per ora l'opinione della Rl•lsta sulla que• ttlone In se steHa, trattata da tulll questi 6crtuori, come pure riserviamo la parola, per e,·entuall repliche, tanto all"amlcoSoldi quanto ad altri che, con 1uftlclenle compelenza, credessero di in• tervenlre nell'ardua contc,a. (Nota tiella CRITICA Socuu). Bib 1otecaC)1noB1arco Ultimo, non scora~giato dagli scoraggianti esempi, il dott. Romeo Soldi è sceso nell'aringo per respm– gere le critiche che A. Loria ha mosso alla teorica marxiana e dare a questa una t11te1-p1·eU,zione che la salvi dalla condanna inflittale dalla scienza economica (C,•t/ica Sociale, anno IV, n. 14). Non mi sembra, però, che il generoso conato del Soldi sia felicemente riuscito: mi sta in mente che egli per avventura non abbia compreso a fondo nè la teoria del Marx nè le critiche del Loria. L'articoletto accennato, nondimeno, ha prodotto in me il $aiutare effetto di rammentarmi, che l'amico F. Turati m'aveva sollecitato, or sono quasi due anni, a giustificare la mia aftèrmazione incidentale, che la teorica marxiana era insostentbtte. Ora, cercherò di soddisfare l'invito cercando di scagio– nare le critiche del Loria dalle censure del Soldi ; ma lo farò solo in parte, per due ragioni. Anzi– ·tutto, perchè sono insufT1cientiuno o due articoletti, scritti cun·entt cala1no, per trattare, anche da un limitato J)u11lodt vista, un argomento quale è quello del valore: dovrò limitarmi, pe,•tanto, a sOorarlo appena. Secondariamente, perché non sono ben certo di serbare i ,iwat e la misura adatti all'in– dole detta Ri'vista, che il '!'urati mi raccomandava; ho sotto gli occhi l'opuscoletto dello STEHN, La teo,•ia del valore di C. M. spiegala al popolo: mi studierò pure io di spiega,·e al J)opoto la critica di quella dottrina. Debbo inoltre premettere un·osser,razione che può sembrare curiosa. Reputo quasi inutile questo mio articoletto. In .verità, potrei limitarmi a dire ai lettori: • leggete il citato opuscolo dello Stern, e nella limpida e fedele esposizione che esso fa della teoria marxista troverete la confutazione della in/e1-p1·etaztone ciel Soldi; e poi, leggete, nell'Ana– lisi, ecc., del Loria, a pag. 136-157, la chiarissima critica alla vera teorica del Marx: ora, se tale critica non giunge a persuadervi,tanto meglio, anzi tanto peggio per voi, io me ne lavo Je mani, chè io non sap1·eiaggiungere nulla a quanto scrive il nostro illustre economista•· Ma, poichè cli solito i tettori vogliono andare pe,· le spiccie, così eccomi a risparmia1·e loro le noie che col mio ragiona– mento dovrebbero incontrare. . .. Prima di entrare nel vivo dell'argomento, sba– razziamoci in fretta della critica che it Soldi muove al Loria, perché questi avrebbe erroneamente af– fermato,che la teoria del valore di Marx è eterna, mentre, secondo il Soldi, sarebbe sto,•ica. Vorrei limitarmi a domandare al Soldi 1 che di grazia mi dices3e quali sono le teorie cielvalore ammesse dal Marx come proprie di periodi storici diversi dall'attuale capitahstn. A me è sempre sembrato, amo di soggiungere, che lo stesso processo di astrazione metafisica col quale Marx perviene a trovare il qi<id ulltmo di comune fra i prodotti con lo scopo di commisu– rarne il valore, e la untcttà e la sempltcità estrema del quid, del lavoro, lasciassero comprendere a primo tratto che la teorica del valore marxiana doveva essere unica, sottratta cioè alle mutevoli vicende de11astoria economica. Invece, ho semp1•e pensato sin da quando cominciai a studiare il ca– pttate, che variabili e sto,·tct fossero la forma del valore ed i sistemi cli appropriazione del valore prodotto. Con dato periodo storico, infatti, il pro– dotto del lavoro perde (secondo il Marx) la propria forma nat,wate, la forma di vato,•e a·uso, ed as– sume quella sociale, di vato,·e di scambio. Così ancora, storicamente, si genera l'appropriazione capitalistica del valore, mediante il sop1·atavo1·0 ed il plttsvatore che ne consegue. Però, esista o

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