Critica Sociale - Anno IV - n. 16 - 16 agosto 1894

250 CRITICA SOCIALE ducente il proprio equh 1 alente e più un'eccedenza. una plusvalenza, è denominata capitale variabile. Non può sorgere il dubbio, adunque, che la pro– duzione della plusvalenza sia indipendente sotto lu/li glt aspeut dal capitale costante col quale è associato il capitale variabile corrisponriente alla forza di lavoro generatrice della plusvalenza. Si l'icordi, che il saggio del plusvalore è eguale al rapporto fra il plusvalore ed il capitale variabile, ossia al rapporto fra il plusvalore ed il valore della (o,·za <li uivo,·o. ossia. ancor-a, al rappol'(o fra il sop1·atavo1"0 ed il lavoro necessa1·io (il lavo1-o ne– cessario cioè a rip1'0durre il valore della forza di lavoro dell'operaio già pagata dal capitalista), ossia, infine, fra il lavoro non pagato ed il lavoro pagato. Ebbene, dinanzi a questi dati semplicissimi della dottrina marxiana l'as.entone tnterp,·elaltva del Soldi, non confortata da nessuna prova ma lanciata I.\ quasi inconsciamente, giunge mai al valore della secchia, una delle ca1·te del bellissimo gioco del cucco, la quale vale manco dt nulla? Giova vedere un poco come mai il . oldi siasi avvol– tolato in tanti erro1·i: ossel'\'e1·emo come la testt– montanza da lui addotta per confondere il Lo1·ia, costituisca la riprova di quanto il Loria afferma e la condanna dei giochi di parole del nostro critico. Egli premette alla sua inter1wetazione, che il Loria parla erroneamente cli vrof[llo rannodalo al capitale variabile, perché « la scuola socialista non parla mai di p,·ofitlo ma di maggto,· vaion, cli cui il profitto non è che una categol'ia •· E cita in appoggio que te esattissime parole di G. n1- :v11.LE , il ,·iassuntore ,lei Capitale (Cremona, 1893,pag. 123): « Non bisogna confondere il saggio del plusvalol'e che esp1·ime direttamente il grado di srruttamento ciel lavo1'0, col saggio del profitto che e il rapporto esistente fra il plusvalore e il totale del capitale anticipato, costante e variabile tnsiem.e. ~ Anche il fatto che egli ha sottolineato alcune delle ultime parole è un sintomo per i piegare l'equivoco del Soldi. Il Lol'ia, nel pal'lare del « p,·ofitto del capita– lista », intende parlare della somma totale del pro• fitto o compenso percepito dal capitalisla. Il questa somma, presa nel suo ammontare, altro non è che i.Ilavoro non pagato 1 ;litro non è che la plusvalenza. E dunque esattissimo rannodare il p1·ofitto,cos·ìin– teso. al solo capiL,Ie variabile. li Soldi, invece, che fa1 Confonde il totale del profitto con il saggio del profitto, il quale, come abbiamo reduto, è amitto diverso dal saggio della plusvalen,..,a Quindi, accusa il Loria di avere er1·ato rannodando « il profitto del capitale » al solo ca– pitale nu·iabile anzi che al complessivo, e si lascia prendere dalla falale illusione 1 che la plusvalenza rapp,·esenti • tutto il compenso del capitale com, pie ·sivo ». Mentre. in realt;\, non può dirsi che figuratamenle, per espediente conL,bile, che la plus– valenza rappresenti il compenso del capitale costante e va1·iabile insieme. La natura economica delle due forme di capitale non c·entra per nulla; l'as– serzione del . oldi resta affatto sterile di significato \!81' rispetto alla tesi del Soldi, che « il profitto ciel capitale » o la plusvalenza non si riannodi al solo capitale ,,aifabile ma al complessivo, e che pure il capitale tecnico partecipi al maggior valore. La prova più bella di ciò ò presto data. Dall'ap– plicazione della l'icordata formula del profitto tra– iamo J'opportunit..-\ per esprimere aritmeticamente l'assurdità ciel principio ma1·xiano e della recente inte,·pretazione, assurdib.\ determinata proprio dal fatto, negato dal nostro contl'additol'e, che il capi• !aie costante o tecnico rimane senza pl'ofitto. È carina, se vo~liamo, questa rievocazione della sto– riella dei pitleri di montagna! Bib 1oteca Gino B1arr,o Tl'Oviamo, dunque, il saggio del profitto di due imprenditori, secondo la dottrina marxiana. li primo imprenditore si chiami Caio, il secondo Romeo. Caio è un impranditore agricolo, un produtto1-e <ti grani. Egli impiega nella produzione un cavttate costante del valore di 100 giol'llate cli lavoro; il capitale costante è messo in opera da 100giornate di tavo,·o vtvente; ma questo è pagato soltanto col salario di 50 giol'nate di lavot'O (capttale vartabtle). Astraendo dal logoro del capitale fisso, avremo che il valore del grano prodotto sarà di 200 giornate di lavoro, e che il plusvalore sartl di 50 S-iornate di lavoro. E poiché il saggio del profitto s1ottiene dividendo il plusvalore per tutto il capitale impie– gato, cosi avremo: 50=33'/ '/ . 150 ' ' Avremo cioè un saggio di profitto cli 33 'I,'/,. Romeo è pure un imprenditore agricolo e pro– duce, supponiamo, del fieno. Il suo capitale costante è cli 200 giornale di lavoro, il lavoro vivente è di 100, che egli però retribuisce solo col captiate va,·tabile corrispondente a 50 giornate di lavoro. Il valo,·e ciel fieno sai~\ di 300 giornate di lavoro. ed il plusvalore di 50 giornate di lavoro. Quindi, il profitto sarà 50 20 'I 250=- o Ora, io domando dove è mai « il compenso di tutto il capitale complessivo • vaticinato dal Soldi, e qual mai 1-omeoviaggiante per questa valle di lagrime preferirebbe 1111 saggio di profitto di 20 'lo ad uno di :-33 '/, 'fo, preferirebbe cioè cli applicai-si ad industrie richiedenti capitale tecnico in una pro– porzione superiore alla minima di fronte al capitale salarii1 Potrebbe farlo solo il dott. Romeo Soldi, per di– most,·al'e, col fatto suo, la sostentbtlità della teoria del i\lal'x e della propria interpretazione! Ma, ahimè, sarebbe una diinostrazione pratica, dirò, tnsu/Ticiente al paro di quella teorica! Egli sarebbe un'eccezione alla libel'a concorrenza, alla concorrenza che porta alla perequazione del saggio del profitto, un'ano– malia di f1'0nte alla legge del tornaconto, il postu– lato sommo dell'Economia Politica! ... Per oggi mi pare sufficiente l'avere dimostrato, che la teoria del valore di Marx non ha trovato, nella persona del clotL Romeo Soldi, il vaticinato e redentore Messia. Rimarrebbero le altre censure che il Soldi muove alle critiche !oriane. Ma non credo sia necessario ribatterle: oltre essere inquinate e dipendere dal– l'equivoco fondamentale o,·a rilevato, esse rigurgi– tano d'un'inHnità di altri errori. A tutto ciò ed al tono altezzoso usato, nell'arti– colo ci-iticato, verso il continuatore dell'opera scien– tifica di D, Ricardo e di C. Marx, attribuisca il dolt. R. Soldi la vivacità ironica della nosti-a ri– sposta: non ad altro! In alh-o numero cercheremo dimost1~are come la teoria marxiana porti a conseguenze assurde, e come non sia « pùnto essenziale ». come notò il 'l'u,·ati (C,·tlica Sociale. n. l del 1893,pag. 9) «alla dottrina ed alle conclusioni del socialismo scien– tifico >. Quanto maggior vigore pe1·suasivo avrebbe. in tante menti, il socialismo quando si basasse su dottrine corl'ette, quali almeno le addita la scienza economica moderna! Ma credete voi, che i socia– listi rinuncino alla teorica del loro maestro! Sarei ben ingenuo a c1~ederlo! Jfac~rata, ago•to 1894. FRANCESCO ÙOLE'rTI.

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