Critica Sociale - Anno IV - n. 13 - 1 luglio 1894

200 CRITICA SOCIALE una eliconido non commestibile. Nel caso contrario gli uccelli, an•ezzi a tro, 1 are farfalle commestibili, clistruggorebboro in breve la mino1·anza nausea– bonda insieme alla maggiol'anza succulente. Questa osservazione intorno alla superiorità nu– merica delle eliconidi sfruttale sulle pie1·idi sfrut– tatrici non ò cho un caso particolare di una legge generale in tema di parassitismo: nel parassitismo di nuti-izione la vittima de, 1 0 essere piu grossa del suo sf,·uttatore; nel pa,·assitismo di sostegno devo essere piU forte; iunno nel parassitismo imitativo la specie copiata de, 1 0 contare un numero pili grande d'indh·idui. È questo po,· esempio il caso per il Lamtum album, questa labiata dai bianchi fiori, che assume la forma ca,·atteristica delle ortiche. L'ortica si di– fendo dagli crbivo1•imcrcè i suoi peli pizzicanti, o il lamio, che non possiede le stesse a1·mi, fruisce della paura cho ispi1·a il suo alle,• ego. In com– penso può accadere che quest'ultimo sia morso da animali che, in precedenza, s'erano nutl'iti del lalnio. Una osser\la1.ione da fare, che del reslo si applica a tutte lo specie imitatl'ici, ò che il lamio ha la stessa disll-ibuziono geografica e abita gli stessi luoghi de11·01·tica.Cosi dunque il parassitismo imi– tativo, al pari dello altre fo,·me di parassitismo organico, esige rapporti diretti fra gli sfruttato,·i e gli sfrutL,ti. · Del t·esto, fra le vario specie di p;\l'assitismo esi• stono altro interessanti analogie. Già vedemmo che le forme meno definite del parassitismo di nufri- 1.ione si coufonclono col saprofitismo o che, pari• mente, il parassitismo di sostegno, fra i pinnoteri, confina colrutiliz1.a1.ione che il ]Jernardo l'eremita fu della conchiglia d'un mollusco morto. In tema di imitazione esistono fenomeni analoghi: certi lepidotteri, massime la Kallima pa,·alecta, somi– gliano a foglie morte; altri inselli prendono la forma e il colore degli esci•cmenti dei b1·uchi; \IÌ sono al'tropodi che hanno l'apparen1.a di deie1.ioni o di cadaveri; è cosi pal'ticolarmente che, fra gli aracnidi, l'Orntttwscatotdes dect])iens de,•e il suo nome a una strao1·dinaria somiglianza con un csc1·emento di uccello; la me1•cò di questo ti·a,•e• stimento, esso può ghol'mil'e le farfalle che si posano sulle deiezioni. Si potl'ebbe spingere anche più oltre il pal'alle– lismo fra i tre modi di srruttamento parassitico. Vedemmo che il parassitismo di nutri1.ione, fra i vogctàli, si 1·iconnette all'olofìtismo per transizioni insensibili; d'alt1'0 canto, molte piante che vh•ono d'ordina1·io sui ti-onchi d'albe1·Opossono pure fis– sarsi sulle i-occie e sul suolo e cosi scendiamo al sostegno minerale, alla stessa guisa che pal'tendo dalla nufrizione parassitica siamo arrivati alla nu– trizione minerale. Finalmente, pel' ciò che ha tratto all'aspetto, dopo rimitazione d'un essere ,·ivo, poi di un essere morto o dello suo deiezioni, arriviamo in ultima analisi alla omoc1·omia, cioò agli orga– nismi che prendono la tinta genemlo dell"ambiente inorganico nel quale vivono. Ciò spiega il colore bianco degli animali polari, la tinta fulva o isabella degli animali del Sahara o la trasparenza quasi assoluta della fauna mal'ina. Senza uscire dall'o"line degli insetti, si può 11-o– vare tutta la serie delle transizioni, dall'omocromia al pa1·assitismo imitativo. I 1>unteruoli delle dune hanno la tinta chiara della sabbia e le cavallelte verdi hanno lo stesso colore dell'erba. Molti bl'uchi. massime i geomet.i-idi, prendono, quando altri li Jnole~ta, l'aspetto di festuche disseccate: vedemmo che certi lepidotteri hanno costantemente l'appa– renza di roglie mol'te. finalmente le volucelle, specie di grosse mosche, hanno l'identico aspetto Bib ioteca Gino Biarc:o dei ruchi, che appartengono a un diverso òrdine cli insetti. Esse profittano di questa somiglianza peP depo1·1'0lo loro uova nei nidi dei fuchi, e lo lar\'8 che no nascono consumano il miele e le provvi– gioni che gli imcnotto1·i destinavano alla pt'Opria progenitura. G. ~lASSART e E. VA1"DEll\'ELOf:. Socialismo e scienza. positiva. di EN- 1uco 1'~Enn1.- Annuncio nell'ultima pagina. Traditori prima, carnefici poi! Ci saremmo guardati bono, por conto nostro, di ag– giungere ,•erbo allo pocho riglw scritte, una \'Olta per tutto, noi nostro ultimo numero in risposta. alle denunzio cd allo insinuazioni del signor 1-·. $. Nit.ti contro di noi, sia perchè, chccclib altro egli dicesse o scrivesse, non ci costa,•a 1>roprio alcuna abnegazione il lasciargli ul• !t~s~i 1 ! ~:r 0 ~0s~~i 1 fo~~~tg~:a~~:i~ 1 ~~oi~ '~tb?!~od~~~ suetudino di ammannire polemiche personali di qua– lunque sorta.; sia perchè, lo conressiamo, non ci sentiamo la«: bontà. di animo• di prestarci a soddisraro la smania di nXlam.e di coloro che "Orrobbcro rarsela a nostro spese o il cui li,•oro ò determinato da1t·impossibililt\.. in cui li pone rattoggiamonto nostro, doi nostri amici o del nostro partito, di crearsi una facile o innocua popolarità, servendo al tempo stesso, o meglio simu– lando ser\'iro a dio e al diavolo, alla borghesia sfrut– tatrice e al proletariato conculcato o \'ilipcso. Questa specie anfibia, a cui l'affermazione netta o precisa della lotta. di classe - che buna diagnosi, come sanno ormai anche gli zotici, assai più che una predicazione - lo. glie d'attorno l'aria rospirabilo, toglie di sotto un posto qualsiasi o,•o docentomento sedere, ò naturale che dia. in iirnrnnie o si sfoghi in proteste della propria onestà. o in contumelie gratuite, corno fa il pa9l1etta in"iporilo a. cui venga dimostrala negli atti del giudizio la sua. collusione flagrante colla controparte più danarosa. Ma ~rt~ 1 ::1r~~ : :o~1. 1 ~a~i~ 1 ,~: 11 3!}1': r~1~: 10 dr ~::~ 1 s 0 e: 1 ~1~W: lotta reroco e enza quartiere cho lo classi possidenti muovono alle classi la.borioso e nella qualo queste ul• timo do,•ono organizzare la propria cosciente difdsa, questa dimostrazione scaturisce a luce meridiana. dai fatti, che i soci11listi hanno il torto soltanto di a\'ero nntiveduto o analizzalo prima cho rori sero gli occhi dei meno veggenti: o con essa scaturisco o s'impone la necessità., per ogni uomo semplicemente onesto, di prendere in questa lotta una posizione decisa, tra gli sfl•uttati o tra gli srruttatori, tra i mitragliatori o tra i designati alla mitraglia; corno hanno fatto del resto nel campo del ponsie1·0 (e la stessa colleziono della. Critica no consel"'U. lo provo) gli scienziati forti o sin• ceri, quali in ltnlia. il Loria o il Saivioli, nell;,t cui com• pngnia in\'ano il signor Nitli corea. rifugio, non loccatol'i ma sta011atori asperrimi del presente dominio borghese, o della lotta di classe spiota.ta. e corruttrice che m 1 1ovo dut1·a1to denunzia.tori inesorabili. Ormai, dunque, lo posizioni equi\•ocho o di confino, caro ai contrabban– dieri della scienza o della politica, di\'ontano, por sò stesse o senza merito nostro. ogni giorno più insoste– nibili o pericolose. Il direttore della Riforma sociale poteva dunque, o potrà in a",·onire, al sicuro da nostro repliche o con– traddizioni, continuare nollu.sua• gloriosa.» campagna lii trivialità o di menzogne. Egli può sbi1.zarrirsi quanto vuole a raccattare faticosamente nella collezione della C1·itica lo pro\'O della nostra oscenità, non solo di pen• siero ma di azione, por· denunciarci come malthusiani all'esecrazione delle bigotte, o corno gente brutalmente sproniista. di alto idealità. familiari ai gesuitici a.polo· gisti della prostiluzione legalizzata dal Codice ci\'ile e temperata. dai decorosi adullorii; egli può, pescando nello nostro lettere privato (l"eclettismo b una dot– trina .... disin"olta), o naturalmente travisandone il si– gnifl.cato, segnalarci un'allra volta alla polizia do! mite :a:~o~~li\s~m: ~t;r.~ ~ ~:1~:~ta:~~~~~~ ~~r~bill~~~!

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