Critica Sociale - Anno IV - n. 12 - 16 giugno 1894

184 CRITIOA SOCIALE Certo. il vero socialismo, che ha a base la g1-an leggo dcll'e,roluzione, non può essere che ateo; ma i socialisti siciliani ben sapevano che. conseguito un col'to miglioramento economir.o e morale, le classi lavor·atrici a,•robboro spontaneamente abban• donato i pl'egiurlizi religiosi. o a dir meglio questi s!l1·ebbe1·0 n;lb11-almente caduti come uua vecchia co,·teccia si sfalda o cade da un ti-onco l'igoglioso. A che dunque confo11de1-si ucl perditempo metafi– sico della coufut.v.iono dei dogmi cattolici! )la il Cl'isto dei socialisti. umanizzato e perciò reso tanto più grande, pili ve1'0 e pili comp1-e11si– bile del C1·1stodelle sacre leggenrlo. ser,·iva a porre in luce le colpe e la condotra antic1·istiana dei preti, che in pili luoghi, come a Piana dei Greei. venivano abbanrtonati dai contadini, pei quali il Fascio em divenuto la vera chiosa. E la propaganda socialista noi nome del Nawrcno aveva oltracciò il vantaggio d'infondere in quelle anime ingenuo e religiose un e11tusi:1smo o una passione che~ per alti-a via non s.i sarebbero facilmente ottenuti. vu. Conferenze; scuole; ricreazioni. Ma a ciò non dovevano arrestarsi gli organiz1.a• to1·i dei ràsci. A far meglio peuetrare le nuove ideo sociali e a preparare le lotte con la scheda, nei vasti locali dei sodalizi si tenne1·0 conferenze in dialetto e s'impiautarono scuole. Il signor Piras-Lecca. ~i,\ prefetto cli Girgenti, deponendo al 1 l'l'ibu11ale d1 guerra di Palermo che i Fasct non avenrno scuole uè intcruh,vano fon– darne, ha detto scientemente cosa non , 1 era: non poteva egli infatti ignora1·0 come (~r limitarci alla pro"incia già da lui ammini:,trata) lo stesso Fa~cio di Girgenti foce istanza al sindnco per avere dei bauchi ed un maesu·o; che il Fascio di Campo– bello chie,e a questo ProVl'edito,·e agli studi che des e facoltà a taluni maestl'i di quel Comune di dare lezioni ai suoi soci; Oarofalo aveva aperto la scuola nel Fascio di iculiana; e Castelli, in quello di Ribe1·a, oltre in cgua,·e a legge1·e e scr·i"erc, spiegava ai soci il Codice penale. Questo povero Pi,-ns-Lecca, traslocato da Oit·genti come inetto a mantenQ1·, 1 i l'ordine(tu1·bato i1.1fatti da mille 1·eati), se no \IOiie rifare calunniando i Fasci. )fa pas– siamo. Con la propaganda ispimta a motti cli Cristo, con le conrerenze e con lo scuole. i socialisti fecero contro il clericalismo e l'ignoranza iu Sicilia quauto il Oo,•e1·nu in frentatre anni 11011 :weva neppu1·e tentato; e della coscienza acquistata dai pl'oletari diedero poi prova i Congres-si. Nè di ciò si content.wano. Il teatro aperto da Bosco, le feste imaginate da De Felice o le fanfare miravano a svezza1·e gli opomi dalle taverne e da anche peggior-i ritrovi, allettandoli con ricreazioni educath·e. Che cosa possono vantare di simile i li– beraloni det •18e del 00, filantropi a ciancio! VIII. I Fasci e la q uestlone agraria. Ma l'istruzione e l'educazione a ben poco appo'O• dano so non accompagnate rin un miglioramento economico. E questo fu infatti lo scopo precipuo dei rasct. J 101·0organizzatori si volsero perciò allo studio della qucsrione operaia e minera1 ·in. cui vollero dal'e nei Cougressi un inrliri1.zo tminentemente p1-atico. - Come ho gi:\ detto, i gr andi propr!erari terrie1·i della icilia, per le, 1 arsi ogni noia, danuo i loro fondi in gabella a condizioni a, 1 are pei oa– bellott (fittavoli), i quali debbousi quindi rifare sui Biblioteca Gino Bianco miseri contadini. i cui salari, in media, dagli SO centesimi in in\lerno. salgono. nell"estate, a L. 2,50 peo· giornate che '"'ggiungono talvolla le quattor– dici e le quindici 01·e di la\loro. Alti-e volte i ua.• belloli subaffittano a patti così angarici, che il contadino è rirlotto. alla flue dolla messe. a tornar• sono a casa con la fiocina o qualche sacco di paglia. Patti non dissimili sono imposti dai piccoli p1·opric– t:11·i,che certo non la scialano, g1·avati come sono d'ipoteche o di t,sse, le quali ultime raggiungono il 70 per cento del reddito. Primo pensiero dei socialisti fu dunque organiz– ,.,re tutti i contadini dell'isola, perché non si fa. cossero accanita concorrenza a vicenda. Questo scopo era per raggiungersi completamente. A CO· rona.mento dell'opera do, 1 ea fondarsi la cassa di ,·esistenza caldeggiata noi Congressi di Corleone e di Oit·genti e già in via d'attuar.ione. No d·erivava che, non J>Otendo i piccoli propri& tal'i a, 1 ere alcun guarlagno con lo vecchie condi– zioni d"affitto imposte dr.Ila grande proprielà, questa dove,ra riformai-e i patri colonici. avvantaggiando e la piccola borghesia e il proletariato e smo17..aodo tanti cupi mncori. E 11iill'atteggiamento calmo o conciliante dei socialisti aveva in molti paesi otte– nuta la riforma dei patti colonici ed evitato san– guinosi conflitti, che prima del sorgere dei Fasci erano scoppiati. · Altra riforma impol'tnnlissima: nell'isola, come residuo di tante signorie edol feudalismo. su istono ancora molte disparate mism·o per gli usi del- 1';1gricoltu1'8. La confu!tione nei contratti e il danno che ne deriva ai malnccorti ronlarlini sono cosa più po-esto iutuita che dett.,. - li Cong,·esso di Col'ieone deciio:e che, nelln conclusione dei patti colonici, la misura dove.'\ essere unica, con ciò dando una lo– zione al Governo che, arlitccendato alla colonizza– zione dell"Eritrea, non può badare agli umili bi,ogni agl'ieuli delle nostre regioni. IX. I .l<'asct e l'iuclustrlt. solflrera. Dovo però i socialisti diede,·o po-ovapii• completa cli qu ..lla praticitA e di quel tatto che, nei vari am– bieuti e nelle val'ie condizioni slo1·iche di ogni paese, misul'a rintelligen1.a e il valore di un partito, si fu nella questione solfifera. On molti a1111i. in vista dello spaventose crisi mi– nei-ario che afflissero queste contrade sicule ,·iventi sulla industria solfìfe11t, si andavano tenerirto riu– nio11i e cong1·essi dei colti\latori di solfo od emet– tendo \!Oli1>e1· mif,?lio1-arele condizioni rtell'inrtustl'ia e sottrarla a quei subitanei dop1·ezr.amenti che d'un t1'8ltO prO\IOCauofallimenti e lanciano nella mi~eria migliaia di famiglia. E si. che il solfo essendo pro– dotto esclusivo della Sicilia, dovrebbe riu scir fa cile regolarne la produzione e stabilirne un prer.zo ri– muneratore. Ma la miopia e i p1-egiudizi individua– listi borghesi dei coltil•atori di solfo impediscono a questi di vedere ove si annida il tarlo distruttore dell'industria mineraria siciliana: nella proprietà privata del sottosuolo e nei metodi di coltivazione ad essa inoren ti. S'imagini una miria<le di piccoli o grossi proprie• tnri che. nell'alienazione dei loro fondi 1·ustici, si sono riserbati il di1·itto del sottosuolo; .$'imagini la sterminata serie rii Jiri che inso1·i;rono- come ben sa chiunque eserciti ra\'vocatura io queste coutr·. i.de - fra uli anzidetti proprietari per r·a:.doni di con– fini. 11ifncili a 1}1'eci.,ar-:;:1 stante lo ~viluppo naturale <lei giadmenti solflfe1·i; e si comprender·à quanti inceppamenti ne soffi-e l"industria mi11er-c1ria, il cui probabile prodotto è impossibile prevedere e quindi l'egolare.

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