Critica Sociale - Anno IV - n. 12 - 16 giugno 1894

178 CRITICA SOCIALE ieri l'altro domandata l'urgenza, e che avrebbe per ef– fetto di sostituire la rinnovazione triennale di metà. dei consiglieri alla rinnonzione annuale del quinto. Confessiamo che non ci riesco di capire. Se la nuova. leggo passerà, la procedura. elettorale essendo essen– zialmente mutata, nessuno dei Consigli eletti si troverà. in regola no colla legge vecchia nè colla nuova. lma– ginate ,•oi che i consiglieri provinciali e comunali, che hanno esaurito il toro quinquennio, continuino per altri tre anni a runzionarot Investiti da chi t Non dagli elet– tori, che li elessero colla vecchia legge per un periodo quinquennale, di r'ronte ai quali dunque il loro mandato ò scaduto. Sarà. la leggo, ossia il Parlamento, che si sostituirà agli elettori 1 l.& cosa. non paro credibile e ad ogni modo a nulla concluderebbe, la vecchia. leggo assegnando alle detto cariche un termine massimo di cinque anni, o la nuova leggo di tre. Si dovrà dunque vonire alle rielezioni generali. E credo davvero il Crispi cho la protesta. sarà. abbando• nata dagli oleltori rra. uno o duo mesi, E checchò sia di tutto ciò, il fatto st-0sso delle ele– zioni prorogate per timore della prolesta.. non è altret– tanto o più eloquente della protesta medesima 1 Questo riflesso, cos\ ovvio, non pare sia balenato alla mente dell'uomo di Stato che reggo i destini d'Italia. Glie lo rammenta. il Bonghi nella Perser,eran:a di ieri, (15 c orr.): « t:on. Crispi, probabilmente, come sovente , gli acca.de, non ha pensato lcho prorogando le ele– « zioni egli ,•iene ad ammettere che sarebbero certa– , mento accaduti quei ratti che egli vuolu evitare i co– « sicchà egli concede a quelli, che volevano coglier "' l'occasiono dolio elezioni comunali per porre delle « scandalo o candida.ture di protesta., una vittoria prima « ancora cho siano scesi in campo i senza dire che pro– « testeranno perchò non li hanno lasciati protestare. , Cosicchò l'on. Crispi non eviterà rorse lo proteste e, « a.vendo l'aria. di darsi per vinto, va, per '.di più, in– <IC contro tllla laccia di avere offesa la legge. • . .. Si provvederà, dunque, coll'amnistia generale. Questa O ormai voluta da tutti gli uomini che rurono o sono candidati al poloro, o pare anche dal Crispi, il quale comincia. ad accorgersi del frutto che gli ,han dato gli stati d'assedio e i tribunali di guerra. Ma neppure l'am• nislfa migliora in alcun modo la. situazione del Go– verno. Infatti, se l'amnistia. è data por evitare le pro– testo del voto popolare, non è lale quale come se le prolesto fossero avvonutet Non è anzi peggio, non è una vera fuga del Governo 1 E se, subito dopo i tribunali di guerra e le condanne, s'impone il bisogno doll"amnistia generale, che cosa questo vuol dire e come se n'avvantaggia il prestigio della Giustizia 1 Perchè s'istituirono questi tribunali se tutte le loro sentenze dovono venire d'un colpo cas– sate! E perchè il Governo ha sequestrato la Critica, la Lotta (li ctaue, la Balla9lia e tutti gli altri giornali che protestarono contro quelle condanne, se ò ammesso fln d'Ora che contro di osso protesterà, cancellandole, lo stesso sovrano l Si farebbe dunque il sovrano colpe– volo egli stesso di violazione della logge e complice nostrol La conclusione che deriva da. tutto questo è che una soln. "ia logica sta ormai davanti al Governo. Abolire senz'altro Il diritto elettorale ed applicare all'Italia il regime moscovita. All'on. Crispi, o l"ha.dimostrato, non manca il coraggio por una simile impresa. D'altronde lo duo leggi elettorali che stanno avanti al Parlamento, Biblioteca Gino B1a co col prolungare da uno a tre anni l'intervallo fra. le elezioni, coll'obbligo ad ogni elettore di apporre la sua firma sul registro, preparando cosi il documento di conrronto calligrafico od annullando la. segretezza. del voto, e infine coll"epw·a.:ione delle liste ad opera di regi commissarii, è già. un notevole passo su questa via. Ma non è possibile fermarsi qui. La conservazione dell'ordine attualo esige ogni giorno più il ristabili– mento del potcro assoluto. Noi, che lo sappiamo da un pezzo, stiamo qui a ve– derlo piano piano arrh•are! LA CRITICA SOCIALE. I SOBILLATORI lll. Quando una forma sociale è pervenuta ad un grado di disfacimento che la decorazione delle for– mule consuetudinarie, che essa creò nel periodo del suo Oore, non ba.sia più a dissimulare; quando Io stridore del!li antagonismi degenera in frequenti e quasi cronici conflitti che mettono a repentaglio la paco sociale: allora la causa degli oppressi, che parrebbe, come s'è visto pii, sopra, destinala a per– petua sconfitta, trova ad un tratto nuovi aiuti, qualche volta decisivi, là ove meno parrebbe che essa li potesse sperare. Una reazione morale si manifesta in tutto il corpo sociale, la quale, sebbene der·ivante da fattori materiali, dalla suggestione cioè di una evoluzione che si palesa necessaria ed inevitabile, reagisce però potentemente su questa e,•oluzione accelerandola. Le società come gli in– dividui hanno bisogno, per vivere e prosperare, di un certo grado di fiducia diffusa nella propria vi– talità; la ipocondriasi, il pessimismo sistematico sono sogni e cause al tempo stesso dell'affievolirsi della vilalità degli organismi coscienti. Dapprima cotesto malessere morale, cotesto malcontento si appalesa nella forma di uno scetticismo sconsolato, e abbiamo la tragedia psicologica dei Leopardi, dei Werther e degli Jacopo Ortis che colora un po"tutta la letteratura dell'epoca; siamo nel periodo crepu– scolare della fase evolutiva, nel quale le ragioni vere del malessere rimangono un enigma a quegli stessi che ne sono amitti, e i quali non possono di meglio che ripiegarsi sopra sè stessi e logorare la propria attività in uno sterile lavorio di autoanalisi dissolvitrice. Ma, a mano a mano che la dissoluzione sociale compie il suo corso, quella vaga tristezza, che ve– niva erroneamente riferita a cause filosofiche e su– biettive, rivela sempre meglio la sua indole vera. Questa malattia non ò 1nd1Diduale se non perchè affetta dapprima le nature più aristocratiche, la cui sensibilità è scossa assai prima delle grossolane sensibilità delle nature volgari; ma il fondo, ma il terreno della malattia è essenzialmente sociale. Essa nasce e si svolge dal contrasto fra l'istinto della solidarietà umana, che giace sepolto nella psiche sin dai tempi delle primitive società armoniche, !"età dell'oro dei poeli, e la cruda realtà che vi contraddice. In un corpo 0011 destinato a perire e perpetuamente rinnovellantesi, qual èil corpo sociale, una malattia che si spiega e si caratterizza è già net periodo della guarigione. Le attività egocentriche e depressive del ()8riodo romantico si convertono in attività espansive. 0()8i'Osee ribelli. Questo fenomeno ò arntato, naturalmente, dall'in– fluenza del fattore economico, che è sempre la molla inavvertita delle trasrorma1.loniintellettive e morali. Nella zona intermedia fra le classi sovrapposte

RkJQdWJsaXNoZXIy