Critica Sociale - Anno III - n. 23 - 1 dicembre 1893

CRITICA SOCIALE 367 tanti, gli st..1\rosti (1) hanno riuniti i coscritti - ma– gari i loro pt-01,>ri figli - e li hanno gu.idati :111~ città. Per via s1 sbe\ 1 auava, senza cho gh anz1a01 pensassero a frenare Jo reclute, poichè questa in– sensatezza di abbandonare mogli, madri, ogni cosa pii1 C..'\1'8, non por altro che per diventare uno stru– mento passivo di distruzione, sarebbe troppo cru– dele se non ci si stordisse col vino. Eccoli dunque, trainati nelle slitte, bestemmiando, cantando, scambiandosi urtoni, passando le notti in locanda. Il mattino dell'arri\·o si fecero spirito ingollandono ancora qualche bicchiere, o si raccoz– zarono davanti al Municipio. Ed ora sono I,\, serrati nelle loro pelliccie di mon– tone nuovo, nello loro sciarpe di maglia, gli occhi rigonfl dall'ubbriacatura, gH uni gettando strida sclVaggie per eccitarsi, altri cnlmi e tl'isti; si ac– calcano alla porta. attendendo ciascuno la chia- 1nnta, circondati dallemndri odallo mogli cogli occhi in lagrimo. Altri stanno agglomoi·ati noi vestibolo. .. Dentro, intanto, il lavoro pl'oeedo SJ>iccio. La porta si apro o In E?unrdiachiama Pictl'o Sidòrow. Questi trasale, si fa il segno della croce od entra in un gabinetto a porta \·etrata do,·e i coscl'itti si spo- flil~:C~io U::~,i~~ < :rt~~ :~ o, d~:~'\ h~• 1 ilsn ~l.to ~~ il~n° t~:~ mito nello mascelle, si sta rive:stendo in f retta. Si– dòrow ha gi;\ udito e vedo d'nlh'onde nel viso del camerata che l'han dichiarato nbile. Vo1·rebbointer– rogarlo, ma lo sollecitano o gli ordinnno di svo– sti1'Sialla s,•ell.a. Leva la sua pollicei:l di montone, si toglio gli stivali scal7,ando un 1>iede coll'altro, indi il panciotto. butta. fuori la camicia nrrovescian– doln, o nudo come dio l'ha fatto, colle costo spor- Sf'~1l;l~,1~f~~~~c!;;, ~u~}f ;~td:~~~n~.~l~~~~~ s:~a ~~~ Consiglio, non sapendo dO\'Otenero lo braccia mu– scolose. Nella s..'Lla, al posto d'onore, O sosposo in una cor– nice dorata il ritratto dell'impemtore in unirormc di parata, decorato del gran collare; o, in un can– tuccio, una piccola imagine del Cl'islo, in camicia, coronato di spine. In mezzo alla sala v'è una ta– vola coperta di panno ve1·de.cou dollocarto sopra; attorno stanno seduti i membri del Co11siglio,con l'aspetto di pe1-sone sicuro e tmnquille. Uno ruma una siga1·ett.1,l'altro sfoglia un fasciodi cal'lc. Appena Sidòrow è c11t111.to , la guardia gli si ac– costa. lo colloca sotto il misura tore solle,•andogli bl'uscamonto il mento e S-li acconcia i piedi. L'uomo dalla sigaretta - il mechco - si a""1cina c. senza guardal'lo in faccia, palJ>acon ri1>ua-nanza il corpo <lelcoscritto, lo misura, gli ascolta 11 to1-aCC', gli fa fi~'.~~·oQ~~l= i~: ~ g~!~1~)~Q l~ _1~rJ~ 1 : 81 sro~~ avel'lo guardato in facchl una sola volta, dico: « Duono ! Veniamo all'altro! » E, con aria stanca, torna a sede1>si. Di nuo,•o il soldato spinge il gio,•inotto, lo sol– lecita. Questi infila in rurin la camicia, alla meglio, nori h'O\'ando rimboccatura dello maniche, abbot- !i"fi~'el!0,!1Ìi~~l~~lto ~r't~~~~ia;ra.:; i~i~~ 1 i:~~ nella s.'\la del Consiglio, separato dagli alh'i con un banco. Lit attendono i coscritti fatti abili. Un gio– vano, contadino al pari di lui, ma d'una provincia lonfana, già soldato, armato di fucilo a baionetta innastat.a. lo vigila, pronto a )?t\SSarloda parte a 1>a1•te so lo pigliasse la pazzia d1svignarsela. (I) Stdro1ti, let1er11.lmente an,1tt11t; 1pecle di 1lndacl eletthi o Jl(lrcett orl. nominati tn Ruula dal capi lamlglla di ogni bor- 1r11.ta ru rale. I UU Frattanto la rolla dei padri, delle madri, delle mogli, sospinta dal po1iziotto di. guardia, si_;\dden_s..'l alla porla, ansiosa di sapore cln è fatto :\btle,clu è s..'Ll\'O, Esco un rirormato e dichiara che Piet1'0 è preso, o nell'istante medesimo si odo un grido della sposa di Pietro, poi' la quale questa parola •preso» s1gniRcaseparazione per varì anni, la vitaccia della moglie del soldato, che "a a far la se1·,•a. Ma ecco che arri\'a in c..w1'0zzaun uomo dalla lun~a zazzera, in un costume che lo distinguo dagli allr1; o s'appressa alla }>Odadel Muni~ipio. 11 po– liziotto gli apro il passo nella folla. I~ 11 « padre •• il sacel'dote, che viene per fai• prestare giu1•ame11;to. E allora quest'uomo, a cui si ò per5uaso_ch'egli ò il sor,•ito1'0 particolare od esclusi,•odel Cristo e che, por lo pili, non vede egli stesso la men_zo~naond~ ò circondato, entra nella sala del Cons1gho dcwe 1 coscritti lo attendono. Egli indossa ora una stola di broccato, ne libera la za1.1.eraagitando il capo, npro quello stosso Vnngelo cho vicL'\ i giurnmenti, prende la c1·oce,de1>0ncl' una e l 'altro sul loggi~, e tutti quegli sventurati, iodiro.si ':' inganoa_ti, r1- 1>0tonocon lui la menzog na eh cg h pro1~m~c1a con tono frnnco o abituale. Egli leg~e od osst 1·1petono: « P1'0melto e giul'O, in nomo d1 !)io onnipotente e del suo s.1nto Vanç-elo ... ecc. > di direndcre (s'in– tende coll'assassimo) tutti colo1·0che mi saranno a ciò designati o di fare tutto ciò cho mi ,•onit or– clinnlo da nomini che io non conosco o che hanno bisogno di me poi• opprime1·e i miei frntelli e com- 1>ioi·o i misfatti che li mantengono nella lot'o po– sizione. 'l'utti i coscl'ltti 1·i1>0tono stupidamente questo pa- 1·oleselvagge. Poi il sedicente « padro » so ne "a, co11vintodi a,•e1·ecoscienziosa.mc11to co1·rcttamento compiuto il do,•er suo, mentre <1ueigiovani ing~n– nati sono del pa1·i co1winli che le parole stolte, m– comprensibili cho hanno 1>1'01rnnziato li dispensano, dUJ-antotutto il loro se1·vizio,da ogni dovere umano o no Cl'C.'\no loro di nuo,•i e pili 1·igorosi,i doveri del soldato. E questo atto si commette pubblicamente e. nes– suno gl'ida agli ingannatori o ngli ingdnnati: - Riflettete; ò quesL'\ la più vilo o pel'fld1tdello 1nen• 1.0<YUO, che po1·,to il \'OstPoco1·1>0 o l'anima ,•osti-a. Nessuno lo fa. Al conti-a1·io, finita l'operazione. corno pe1· bu1·ln1·sidei coscl'itti, il colonnello, ?('Il uu faro solenne, entra nella sala dove stanno r111- chiusi o milital'monto g1·ida 101·0: « Buon dì, gio– vinotti. io vi felicito di essere entrati al servizio dello C;w·. » E gli sciagu,·ati (qualcuno glie l'ha già appt'j)SO)balbettano, colla loro lingua goffa e a11co1·a im1>acciatatlall'orgia recente, alcuno parole cho sembrano voler manireslare la loro conten– tezza. Fnori, la rolla dei pa1·enti sta sempre in attesa. Lo donne. cogli occhi rossi dal pianto. tengono lo sgua1·do (Isso alla porta. La si apl'O nrnne, e i co• scl'itti dichiarati abili escono barcollanti. ma osten– tando baldan1.a. Schivano lo sgua1'do dei parenti. A un tratto sco1>pianogli strilli o i gemiti delle madri e delle spose. Oli uni si gettano 101'0 noli~ braccia e piangono; .altri si danno un contegno di– sinvolto, altri ancora s'ingegnano a conrol'i.. 1.rlc. Le madri, lo sposo, sapendo che ora rimang~no abba1~– donato, priYe del loro sostegno, por a1101ed_anni, g1·idano o si lamentnno a voce nltn. I J)adr1 sono sobrii di p at'Ole .Sanno che non vedranno pil'1 i loro allio,•i, fol 'ma.ti, oduc..'\tida loro, che non saranno l >iù colth• ato1·i dolci e laboriosi, ma. ritorneranno a più parto dissoluti o co1·1-otti 1 disa""ezzati dalla vita semplice.

RkJQdWJsaXNoZXIy