Critica Sociale - Anno III - n. 23 - 1 dicembre 1893

366 CRITICA SOCIALE mondo no,•ello rornHo di tutte le qualità la cui mancanza rcndu toro insopportabile quello in cui vivono: lo loro invettive contro la natura e gli uomini prorompono dal dissidio angoscioso tra le cose cornosono e come dovrebbero essere a seconda dei loro giudizi. Il Hoine, il co11aboratore del Vo1·– tcifrl8 del Man, non Osoltanto il meraviglioso poeta dei phì lio,•ie ruggc,·oli battiti del suo cuore, m11si ancora rn1-cnn(elo prenunziatoro d'un· era nuova; nei canti satanica dello Shelley senti ranelito ad un ordine di coso meno pregno di lacrimo umane. In Italia il Ora(, aMOrtore con,•into del socialismo, O puro l'autore di Medusa, sconsolato ,·olume di versi, brullo o pauroso corno una steppa nordica. Pel'flno quel tctl'o amante della morto che fu il Leopardi, scioglio in prosa un inno ad una vita più bella,gioconclnta dall':llnoro unh•ersale. Il De-Sanctis chiama la p1'0sa del Loopardi un deserto inamabile do,•o inv1mo COl'Chi un noro; oppure, con buona paco dell'illusll'O cl'itico nnpolotano, il flore c'è. Sentilo corno sonvo odorn! « Vh•inmoo confortia– moci insieme; non ricusiamo di porta1'0 quella parto cho il destino ci hn stabilito do1 mali della nostra specie; sibbcno nttoudiamo a tenc1'Ci compagnia l'un l'alt1'0,oandiamoci inco111,ggiando o dando mano e soccorso vicenclevolmonto J?Crcompiere nel miglior modo questa ratic..'l della ,·1ta. J..aquale sen1.a alcun fallo sar.\ b1'0\'0, e quando In morte verrà, allora non ci do1·1'0mo, o nncho in quest'ultimo tempo gli amici od i compagni ci conforteranno: o ci ralle- ~!11~ !~0Pt: 1 ~~l~i~o~:~~l~~c~Oci s:~~~llnsra~~:.s~ {l)(a(O(JO di Plollno e di l'Ol"/11"(0). Po,•cro o benedetto J,eoJ>.'ll'fli! Dal libro dello sconforto o della morto, porchè cosi possono essere chiamato lo suo prose, si eleva il mònito delrope– l'aro a rt\\'oro di tutti. Quostn contraddizione, che può spiacere a chi ,•~lia 1iccrcare nell'opera del Leop..1rdi un sistema filosofico, lo~ico o ben connesso, r!~~O~~~ut~1:'jo)f:g2h:~~i1t·~ n'~~~~: soft:1~::l~ graudo poot..1, mn un santo potlo od un nobilissimo cuoro. Oli ò po1'Ciòelio, pu1· filosofando, egli s·ab– bnndonn agli impeti dol sontimonto o lo sue mas• simo, nnzichè umo,•oliro il lotto1·c,lo rendono pcn· soso o lo invogllnno all'opera1·0. Non soltanto la sua pocsin, corno voleva il Bonghi, ma quasi rinte,·a 01>01·nlottor:wia del Loopn1·di, non ci culla , ma ci desta. ).!entro non s1)01•a che noi silen1.io e nella morte, il suo altruismo, che il icl o di L'l nto scia• a~ 1 1 1~ ,.';~,~ A ~. ~Il~ ~1~:g~~c1,!!~ 0 ~1!!e!,~PN~i~ie~tt!: il )lazzini a ~wentaro lo conseguenze distruggitrici dello opero del 1-cc.'\nntoso. Il quale, quando meno co l'aspettiamo, ci incuora o ci anima come un a~stolo. Suoni mito o,•unquo la ,•oce del cantore d1 Nerina! In questo tmvaslioso periodo di prepa• raziono si diObnda dolco il canto dell"a"'·enire. ne inobbrì la mesta musica dolru.signuolo cho, Pure piangendo sou\'omontc, p.,1·0 affretti il sorgere del sole, che \'la spu.zorà lo tcnob1'6 di h'Oppo lunga notte! Ft:l.lCE )IOlllGLIA.XO. 1Mondo,11. BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO. PUJ•u,10 F1tATTI: La 11·1)Jtice i,icarmuione di T1fnw:i; o~·,·ero: 'I'it,w•.;i /inlo bi1·1-o, fi1ilv f>Olitico e finto ma– y,111·ato; episodi del briga.ntnggio in llalia, tledicati al comm. 01ollt1i,presidente e.leiCOnsiKliO dei ministri. - Milano, 1803; presso la Oritica Sociale, cent. 15 (J>er almeno 20 copio Cdlii, IO la COJlia). se~l:~:~~11~' 0 JH~go 1 ,~~~~: 1 u(1 10 i'!'~~!~~~rond~ di1· 0 t~fto l'~~:;~~ ,·ione a dnro una nuova muno di atlualiltl, per poterne b u IUl u parlare con parole nostre. Ci limitiamo a riferire, a titolo di notltla, quant o ne dicono duo giornali amici: L'Italia dtl Popolo e L 'F.co dtl l'opolo. L·Jtaha del Popolo, 18 n ovembre (prima edizione), scrive: e È ,·eramente una satira ftne e riuscitissima del Go,·erno quella ch"è ratta In un opuscoletto uscito per cura della Ct·itica Sociali collo pseudonimo assai tra– sparente di Pupillo Fratti come autore, e che s'intitola: 1A lr1J!lic. i11carnaiion• di Tibur:i; onero: Tibur.:i a:i'°b~';:t~;i': Fnl:~TI'a •_l'd~~1~"a~~ 1 tt'~~- ~m~.ii°i: lilli, presidenlo del Consiglio del ministri. e La dedic& poi I:) 111.pori1a e consisto in queste parole: e All'alta mente e al matu1'0 con•1Qlio - del - co,n,. mtmdatoi-e Giow.111niGioJilli - da cui l'Italia allende - il Gor,er,10 e fra11came11t• clemocralico > promt110 a Dro11e1-o - q11t1ti ,chi;;i {ltgaci - dell'imperoer1anle b1·ioa11taggio italico - co,a l'umilltl che ,i adclice - a im 11ato iu te,•,·a cli li(}(f1•li - augu1·a11do dedica - l'auto1·e. - Milano - ollobrc 1803. e L'opuscolo I:) rormato da. tre 11r1icollcomparsi nella Lotta cti claue, cho - glh..s'Intendo - passarono letto– rariamonto luossorvlltl, montl'Ola flnoz1.n, hl rona dcl– l'ìronla, sostonula. fino alla fino, mori1ano attenzione, ~~i~:~~ Cld\ e•~~~:n1r11~~c~!,r.~~:~1c:o~·iora:,~/~lo~o;~i;: inosscr\ 'o.lo In questo paeso se c·o dentro dello.flbra! > E l'E co cl d Popolo, 25 corrente: ! fi°ò~:~~~ 0 ro1!u'l:1~~t~1: 1 ;~:~c1:~:~ 1 ~a:ruppe in Si• cilla per reprimere (cosi esso _proclama, ipocrita -e ci– nico a. un tempo) il briga11lagg,o. e Ed è lui, lll\·ece, Il Governo, proprio lui, il ,·ero brigante ehe arresta di notte a Casteliermlni i contadini chiamati in ~luniclpio a tradimento, sotto il pretesto di far ragione allo loro domando: è lui, proprio lui, che ra il brigante, tenendo Il sacco al ladri dei milioni. or– ganizzando sapientemente li loro salvataggio e s,·entando ogni tcntath·o che al faccia per mettere loro addosso le mani; è lui, proprio lui, il brigante cho si è tra.,·~ stilo da democratico, afllnchè la camorra borghese possa pi~ ,t~:~ 1 ~:e;~~:i,!.~f. 1 if1gi~ 11 :3i1~ ~;·~:~r.~~!·~~ Ou~r,:a ~~otg~\~c1 r:o "è rr~\~~~~ :,~ 1 ~ 0 ~ 1~~ibii'oc:Zì'antXi briganti cho tiene" sua dlsposl1.ionotutto le armi dello Stat o e lo a dopera senzl\.scrupoli por il grande ricatto e le grani.li aggressioni di classe comro cll\Sso. cil;/~ 0 èac1 ~~lit\~~:~~p~~:~!,•~ 1 s 1 ,,~1 1~t~:o dt~ 1 uf~ 1 r!f18: 1~!~~~ del pili for10 scrittor'O(chi non indovina.l'anagramma!) cho vnnti Il~ lol1orntur1L soclnllstlcn. ltu.llann.• Abbiaiuo giù. dolio che sono giormtll amici a parlare così. Al buon senso dol lollorl, dunque, il r,u·o, come ~~l~~;~::::~ia s!f ::n. 0 ~~0b::a:,~:~t~ 1 ~1t~1! 1 ~f G'io~i~:i sl~g,~ toglio nulln, nhimè, al qunlslul ,·aloro dcll'opuscolotto. Pur troppo, non mal corno ora., al mutar dei min\stri, ru il cn!o di mnlinconlcnmcnto sciamare: le 1-0, e,t mort; r:icc le 1-oi ! (ltt) VARIETÀ LETTERARIE I doveri del soldato. Al princi1>io di no,•embrc, passando per la citli", di Tuia, vidi alla porta del Municipio quella rolla ch'io conosco cosi bono o nel cui romorio si me– scolavano lo roci a,•,•ina1.t..'\lo degli uomini e le la– ment..'lzioni dolio madri e rtcllo mogli. Era il Con– siglio di lovn. Non mi fu mai possibile raseot..'lt'C questo s1)0ttncolo senza indugiarmh•i un po'; esso mi attrae con una s1>0ciodi rnscino. ).li imbrancai nella folln, gunrdandu, inlor1'0gnndo, o mi sorprese hl libcrt:\ con cui, di pieno giorno, noi bel mezzo di una città, si commetto rp1csto grande delitto. Como tutti gli nnui, nl p1·imo novembre, in ogni bo1-godi <1uosfa Hussla cho ha conto milioni di abi-

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