Critica Sociale - Anno III - n. 21 - 1 novembre 1893

CRITICA SOCIALE 329 fomentare cosi la disgrega1.ione della. società. borghese minandola. dalle sue ba.si ; nè altro tacesse. Se, come io credo, tutto questo indirizzo fosse desti– nalo a rendere più acuti i dissesti, cui si vorrebbe por l'iparo, è impossibile raro a meno di preoccuparsi dello reazioni, che si andrebbero destando contro di esso da parte cli tutli quelli, che incalzati etl oppressi dal bi– sogno presento, sentono rurgenza di apporlarvi ri– paro. La considerazione di un tale inevitabile C\'Cnto,molte in luce la necessità. o l'importanza di compiere, in cor– rispondenza del la,•oro di demolizione, un lavoro di ricostruzione o s0s!iluiro a grado a grado all'iniziativa pri\'ata quella sociale cd alla produzione indi,•iflualo quella collettiva. Questo ratto costituisce tale una. ncccssilà., che il Wngner 1 tra. i propugnatori del socialismo di Stato il più geniale cd uno dei più radicali, noi suo sistematico programma s,•iluppato nell'87, in corrispondenza degli altri pro\'\'Cdimeulì, consigliiwa allo tato o al Comune una larga. parto dello intraprese, ora esercitato da so– cie!;\ commerciali o da p,•ivaq. l.."assunziono da parto dello Stato o del Comune dei pili importanti scr\'igi pubblici o dello pili grandi in– traprese, verrebbe metodicamente l:iUITOgando l" i1u.lu – stria privata, sempre più decadente sotto il peso di maggiori 1>rolevamenti; alloviorcbbo almeno, so non o,·iterobbo, lo crisi derivanti da una tale trasrormazione del sistema produtli\'O; e, sviluppando sempre più, anche sotto la rorma di monopolio o con la concorrenza schiaccianto di rorze pron,lenli, la produzione :iocialo, menerebbe all'assorbimento di tutti i minori organismi di produzione individualo. Nè, a.\'ondo io mostrato di sopra. come di rrequonte, nel regime economico borghese, lo intraprese di carat– tere pubblico possono runziona.r malo od essere r,tlsale; tlobbo essere accusa.lo tli contraddirmi a cosi breve distanza. Noi sosteniamo appunto tutta l'incapacità del regime economico borghese a risoh 1 e1·0 la questione sociale. Oo'"cndo noi intanto svolgere nell'ambiente del regime borghese la nostra azione, suggerisco un metodo di tattica, che non protendo già. eliminare tutti gli effetti aliualmonto ingrati della dissoluzione di un sistema sociale, ma che tendo solo ad attenuarli, od in una maniera. tutta. rclath·a. Inoltre, la limitaziono crescente della produzione in– di\•iduale, e dirotta alla sua completa. eliminazione, migliora, come oggi non accade, le condizioni della. pro– dutione collotti\·ai e, in ogni modo poi, con la crca– ;dono llello grandi inlra.prcso pubbliche, noi avremmo rormata l'ossatura di organismi, la cui viziosa funziono inciterebbe sempre pili a sopprimoro lo cause pertur– batrici, modificando lo leggi dell'ambiente. Oggi le intraprese di carattere pubblico \'anno spesso in rovina, o in ogni modo non giO\'ano ai la\"Ol'alori; porchò in una sociofa, che ha; corno leggo morale, l'e– goismo, più o meno tlisciplinato, la classe dominante le \'Olgo a proprio vantaggio; e, per giunta, a danno dell"intcrcsso comune della. classe, gli stessi membri di essa, indidualmento, ne ranno il campo naturale di ogni dilapidazione. Ma ogni progresso della. classe soggetta, ogni maggioro reslri1.iono dei pri,•ilegi della classe do– minante e del suo sconflnato .i.rbitrio economico, tende, in rapporto dello intrapreso cli carattere pubblico, ad elidere alcuni di questi tristi effetti. 1-'inalmcnte,sospensioni o soluzioni di continuità nella B t.JIIULP1.,a u 11v lélll(;U ,,u8, sociale non vo ne sonoi la continuità. della vita o la perenno trasrormti:tiono delle sue forme sono de– terminato appunto da. questa insensibile o non inter– rotta concroscenza. di vecchi tessuti, che i•eriscono, o di nuovi, che gradatamente no prendono il posto. Tra lo coso che costituiscono ancora un impedimento all'immediato trionfo del socialismo vi è la credenza molto diffusa che l'idea socialista. non sia in grado di trovai-e la formula concreta. per coordinare tutto le runzioni o sop))eriro a lutti i bi!-iognisociali. E un.acre– denza che sa di pregiudizio, lo so, e che dà. occasione a tutto lo Jiva.gazioni sullo Stato ruturo, ed io mi ri– serbo di dimostra.re un"altra ,·olla. quanto 1>ocoronda– mento essa abbia. In ogni modo, anche da questo punto lii vista lo S\'i• luppo dello !ntraprese di carattere pubblico o delle rormo cooperative, in generalo a\'rebbe un grande rn– loro teorico e pratico. Dallo felici esperienze e dagli stessi insuccessi, me– diante 1·emcacia concreta dei fatti, apparirebbe sempre pili chiaro, lo ripeto, che il ,·izio non è nel sistema collelti\'O di produzione, ma nell"ambientc capitalista, a quello forme esiziale. Noi non creeremmo già.organismi, perchè rossore destinati a. runzionar male; ma piuttosto organismi, che, divenendo sempre pii, gli strumenti della soddisraziono di lutti i bisogni sociali, imporrob– bero, per lo spirito di conser\'azione loro e di tutto il corpo sociale, la lrasrormazione dell'ambiente. Cosi, a me pare, che il partito socialiSta, in conror– mità dello scopo che si propone, non compirebbe sem– plicemente l"opera necessaria di distruzione; ma altresì quella. di rinnovazione e ricostruzione: contemporanea– mente negherebbe il passato ed affermerebbe l'a.,,,,onirc. Ancl1e in questo suo stadio di gestazione mostrerebbe di avversare i monopolizzatori della produzione, non la. produzione, gl"illegiUimi detentori della. ricchezza, non la ricchezza; e, componendo ed accordando il rigore dei suoi principi con lo necessità. 1>ratiche,spianerebbe sempre più la via al proprio 1rionro. ETTOREc,ccoTTI. POSTILLA. Nella prefaziono a questo notevole scritto del– l'amico Ciccotti noi accennammo ad una riso1·va da fal'e. Essa si rife1·isco all'ultima parte - quella che preconiz1.a restonsionc dei sel'\'iz1 pubblici, come uno degli scopi positi"i cho il partito socialista do– v,·ebbe proporsi. Noi non assentiamo a questa opinione del noslt-o amico o spieghiamo ora b1'0vemento il porchè del dissenso. Noi non crediamo che l'assunzione di determinate intraprese industriali da parto dello Stato capila– lista - o del Comune in possesso e al se1·vizio della classe capitalista - possa direll:uncnlo gio– \'aro all'avvenimento del socialismo. I poteri pub• blici o lutto lo loro pertinenze, fin che sono in man«;> degli av"el'sari, sono un a1·mo per gli a, 1 ,•ersari; noi non abbiamo interesse ad aggrnngerc a quest'arma nuovi congegni, ma piuttosto a disfar quelli di cui \'a attualmente fornita. D'alh'Onde l"intrap,·osa pubblica - in mano alla classe capitalista - non ra eh!) estendere il buro– cratismo, che ò una piaga per sè stesso o cho si risolve nell'inlorcssarc - buono o malgrado - una sempre maggio,· quantità di cittadini alla conser– vazione dello statu quo. Oli impiegati dello Stato

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