Critica Sociale - Anno III - n. 21 - 1 novembre 1893

CRITICA SOCIALE 331 mctleto in causa, io rui da prima un semplice operaio ralcgnamc, poi commossodi Banca, dopo a,·er passati alcuni mesi in quo.liti\ d'assistente istitutore della città di Bruxelles, ricovcmlo sempre un salario. Ora, da un decennio, son giornalista, cd al giornale, di cui sono redattore delegato, siamo pagali a giornata, del pari che gli operai, riscuotendo il salario maximum. Del resto, la quantità dei borghesi diminuisce. La concentrazione in un numero sempre pili ristretto di mani di tutta la proprietà rondiaria cd industriale, del par·i che di quella del commercio, rigetta nel proleta– riato i piccoli borghesi che no erano usciti. Gradite, signore o caro collega, l'espressione dei miei sentimenti di fratellanza. GIOVANNI VOI.DERS. Questalcllora - 1•iprodotta dall'J/alta ciel Popolo - diedo occasiono a quest'altra: '-lii ano, !O ottobre. Caro na,·io Papa, Mi permetti di esprimere il mio parere Intorno al significato esatto dello parole bo1'f}ltue o prolelal'io, pa– rere radicalmente diverso da quello del mio correli– gionario ed amico Oio,•anni Voldors, che ieri hai pub• blicato, So si, eccotelo in breve. Non ò vero che borghese sia ,oua,uo o 1cmp1•e chi « vi,•o delle sue cntrnto, della rendita di caso o di terre, dclrcscrcizio d'un commercio o d'una industria qual• sia.si . > Non ò vero che proletario sia colui elle e di– pende , pel pagamento del suo salario o del suo sli· pendio, da un borghese. ., Noi conosciamo direttori di Banche, di industrie, ecc., che ricevono profumati stipendi da borghesi o da com• pagnio di borghesi, da banchieri por esempio - questa quintessenza di borghesia - o non sono J>rolotari. Conosciamo alti impiegati dello Stato, alto spie, alti rumani eh si trovano in condizioni analoghe - o non sono proletari. Conosciamo la maggior parte degli aV\'ocati, gran nu– mero di medici, cli ingegneri, di professionisti d'ogni genere, di proli, di artisti, di mantenuto, ili cocouc,, cho vivono tutti lautamente dello briciolo dello mense borghesi •- sons.tli stipendiali dogli intrighi della bor• ghosia o procacciatori dei suoi lussi o tlollo sue lus– surie - e non sono affatto proletari. Non lo sono nò di opinioni, nò di animo, nò di co– stumo, nè di vita. Sono, sotto tutti questi aspetti, i no• miei più coscienti o potenti del JH'Olotariato. ViC0\'ersa: Conosciamo operai che formano piccolo o grandi coo– perati\•o di l:woroi concorrono allo aste, strangolo.ti do.Ilaconcorrenza i so hanno un capitalo in mano, dob• bono pagarlo anno per anno sotto forma di interessi; pagano il salario a sò stessi, ma non ò che un salario, aggravato dai rischi dell'impresa. E non sono borghesi. Conosciamo piccoli proprietari, piccoli commercianti, artigiani cosidoltl indipendenti, logora.tidall'usura, dalle Ipoteche, dallo ansie croniche di un r11llimonto lmmi• nento. La loro proprietà ò una. lar\'a; la loro indipen– denze. è un sogno. Essi non sono neppure e i proh,tari del domani > porchò I&roba loro non ò già più loro, ò del banchiere, del mutuante, del rornitoro, dell'agente dello tasse, del padrone di casa. Sono, In rondo, ge,tori cli altrui nego,i.; more ditte di paglia. i,; no, non sono borghesi, per quanto \'Ogliano esserlo. Conosciamo lnllno dogli agiati, che vivono, piò. o 81an meno, d'entrata; ma che llei loro redditi dànno una parto cospicua al pal'tito cho combatto i monopo11bor• ghesi i che dell'altra. pal'lo si ser,•ono bonsl por vivere, o ,·ivoro sia puro da cristiani, ma la loro attività quo– tidiana, nella quale codesta parte di reddito fisiologi• camento si con\·erte, la consacrano, per quanto ò loro possibile, allo ri\'0ndicazioni proletarie, alle.1,ropaganda della lotta di classe, alla espugnazione della tirannide borghese. Sono i ,·olontari agenti della classe proletaria militante, o soltanto si stipendiano da sè, scambio di l'icovoro uno stipendio do.ossa. E neppure questi sono borghesi, nò di opinioni, nè di animo, nò di costume, nè di ,·ita, perchè, protestando attioo.me11lc contro il privilegio di cui potrebbero egoisticamente godere e di cui egosticamente non godono, lo ritorcono con1ro tutto ciò cho ser\'e a mantenerlo. Sono anzi, sotto tutti CO· desti aspetti, i nemici piU coscienti o potenti delle.bor– ghesia. E li potete chinmal'o, por riguardo allo origini o a corto consuetudini di vita, borgl1esi sociali1ti i ma non li dovete a.lTaUoconsidoraro corue quegli altri che si chiamano e sono sociali1ti borghe1i, cioè che barcamenano tra lo ambizioni socialiste o gli egoismi borghesi, e cho sono la genia più avara, pidocchiosa. contraddittoria, spregevole o fellona cho si conosca. Una subspocio delle altro duo categorie, che concentra in sè Il poggio di entrambe. Come vedi - o spero d'averti convinto -la fisiologia del borghese o del proletario è un po· più complessa che non appaia dallo deftnizioni del Voldors. Essa non ò compiuta se si gu11rdasoltanto a.Ila forma apparente o alla provenieoza del reddito; ma esige si guardi alla. sostanza. 1.lellacosa e un poco anche allo spirito. Pro• lotarl si è e si rimano per fatalità economica; borghesi si può ossere o non essere come si può essere o non essere mantenuti, frodatori, ralsil\catori dicambiali, ecc. Salvo sempre il bonoflcio, nei congrui casi, del diretto di discernimento. Onde si desumo che, mentre, por una legge econo– mica. aumenta sempre o concentra lo sue forze il pro– letariato; per una leggo morale, parallela o dipendente da quella, aumenta ogni giorno ciel pari la. schiera dei e: borghesi socialisti •• o meglio e: socialisti • toul-court, che non sono proloh,ri, ma che sopratutto non sono punto borghesi i o rra i quali si onora <limilitaro - per quanto modestamente - il, luo a (f.mo 1-~lLIPl' O TUIUTI. Qualcuno domo.ndo1'l.\ fol'so, dopo ciò, quale sia dunquo la denniziono esatta dei te1·mini io discus– sione. Lo stesso Dal'io Papa, pubblicando la seconda dolio lettere qui sopra 1·iprodolte, dichiarava di non meravigliarsi di quoste nostre dissensioni, per quanto su un obbietto capitale, dacchè non ò strano cho vi siano disp..we1·i laddove è 1>e1-sino impossi– bile fo.rodistinzioni cs..1.ltc. Da\ canto suo Emilio Vande1•, 1 elde, mentre dava noi Pettple di Druxellos t1na finissima traduzione della nosti-a lettera, la commentava corno seguo: e I nostri duo amici - mi sembra - sono, in fondo, ben \'icinì a.d intendersi. Non ,,i ha. fra ossi cho un&. semplice questiono di parolo, o di parole che ò a un dipresso impassibile definire osat.tamento. Gus1a,·o f'laubort dico,·a un giorno: e io chiamo borghese chiun– que pensa bassamente.> A questa stregua. vi ò molti proletari che sono borghesi porretu, o non pochi bor• ghosl che sarebbero degni di un altro nomo. •

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