Critica Sociale - Anno III - n. 17 - 1 settembre 1893

258 CRITICA SOCIALE tali, a cui debba corrispondere un'applicazione del pari netta e precisa. E cho questa applicazione sia tale da 1>01·roscm1H-e più in luce la separazione 1·ccisa, l'assoluta indipendenza. l'individualità ca– ratteristica del pal'lito, di fronte o conti-o a tutti gli altri partiti o tendenze. Noi crediamo t(uesta - e pii\ volte ci esp1·imcmmoin ta.lsenso - condizione im wcscindibilc di vita, di sviluppo, cli for1.a. o il Congresso di Reggio riuscirà a quest'intento, l'òra dei congressi teor·ici del partito J>Ofril. dirsi chiusa. Sarà finita con le accademie d'ogni sorta, anche lo meno evitabili. I Congressi successivi frat• teranno esclusivamente di argomenti p1·atict: lo s,·iluppo pratico delle 01•ganir.zazioni, la propaganda in campagna e il modo da attuarla, la stampa del partito, l'nttcggiamento e l'azione di fronte a que– stioni determinato e speciali, sia in Parlamento o nelle amministmzioni, sia fuori di esse. li partito socialista dei lavoratori av1'à compiuta la })l'0pda educazione, superato il periodo di prepamziono alla vita: n,•1'i\raggiunta la vil'ilitù. Comincer,\ a vive1·0 por· davvero, e a vincere. t. "· LECOMMEDIE DEL PA TRIOTTISMD BORGHESE E IL DOVEltEDEI SOCIALISTI La tragedia di Aigues-.\lortes, dove, dieh'O alte1·chi non si sa ancor bene da chi provocati, si ,,idc1'0 operai francesi lanciarsi ad una vera caccin conil'O gli operai italiani, trucidandoli, ferendoli e fugan– doli in grandissimo numero, diede la stura alla manifestazione di una doppia corrente d'opinioni e di sentimenli 1·elativamente alla questiono dei lavo– ratori italiani emigrati all'estero e delle loro rela– zioni cogli operai del paese che li ospita. Da un lato la borghesia« patriottica», con quella parto di minuto popolo che prende ancora da essa l'itnbeccata dei sentimenti e delle ar.ioni, fu vista, connivente l'autorità, togliere protesto dal conflitto per solleticare i sentimenti più feroci o stolti di boria e di dispetto na:r.ionale che possano ancora travolgere il senno di un popolo, tentando od al'l'i• schiando far seguire, a un eccidio isolato fra alcuni litiganti pel salario, uno di quegli eccidi organizzati e giganteschi, che si chiamano guerre, coi <tuali lo borghesie cognate - che vi giocano unicamente la polle dei 101'0schiavi - sperano ancora talvolta. di sbarazr.arsi (com'è il ca.so dell'Italia) dall'ingombro della mano d'opera eccedente i bisogni del capita– lismo, e sempre di offrire una deviar.ione alle con– tese interne onde è minacciato il 101'0dominio. Uomini o giornali italiani, che non ebbero mai una lagrima nè una protesta per le meditate car– neficine dei nostri scJOperanti, dei nostri contadini, e che dell'assassinio civile, che si consuma ogni 3~\~r'!~ 1~v~~ g~~lfl~~n~~J~~~zi~r~~tl~ 1 ~t~~~·1~0°~~1~ d'un l?ensiero; a un fratto, eccoli invasati di zelo umamtario e di santo furo1·0 fratel'llo, per chiedere che la barbal'ica. legge del taglione scenda su tutto un popolo, generoso ed oppresso quanto il nostro, su quel popolo al cui aiuto nella lotta nazionale es$i o i loro sozi debbono appunto questa« patria», della quale si son fatti marcita. Spettacolo rivol– tante! Torme di eroi da burla, i quali del valore che spiegherebbero nel cimento d'una guerra com– battuta sul serio do,·ovano dai· prova, la qual'la seril, (quando il Go,•e1•uo,sobillatore dapprima., {t, 71ersuaso a mutare regish'O o a troncare la com– media), colle fughe precipitose, ineffabili, davanti agli squilln.nti manipoli de' birl'i paesani - vice- 8m1::,tec-3Gino B1dnco rnrsa non ebbero ritegno dall'emulare le gesta vandaliche, per la cui sola supposta intenzione si condannano quali malfattori associati i giovinetti anarchici, schiodando stemmi, devastando o ponendo il fuoco a palazzi, demolendo tramvie e fanali, riz– zando ed incendiando barricate nelle pubbliche vie. Quale vendetta pei camerati ana1·chici, vedersi così bene scimmieggiati, anzi sorpassati, da quelli che si c1·odono o che essi credono - in tutta buona rode - i l01'0 pili accaniti nemici! Non basta: a Napoli. dove la sbirrailia neo-bor– bonica del sinistro Governo di Giolitti e Senise gavazzò con ferocia codarda nel sanguo cittadino, :~t!t~)ffidfn,~~~~~~it !~fg~~ff~c ea~e\e~~cos:te;,: :: pa,·te più attiva della dimostrazione, contro l'inospi– talità d~li opc1-ai francesi, era sostenuta dai vettu– rini coahr.zati o scioperanti 1>01·la pretesa che il Municipio togliesse la liten;,,.1.- e con ossa il pane - ai concorrenti cal'rozzellai di Portici, di Pozzuoli o di Tor1·e del Greco! Ma a quest'o1·gia di imbecillit:\ briaca, di cui il patriottismo borghese può rivendicare a buon dritto intera la glol'ia, in tutti i cenh·i, ove hanno vita le Ot'ganizzazioni dei la,·oratol'i socialisti, fu p1-onl'\ quanto energica. la reazione del buon senso e della dignità popolal'e. A noma, a Ravenna, a Reggio Emilia o in moltissimo altre città le dimostrazioni scioviniste ruppero nella conh'O-corrente di dimo– strazioni socialiste, che al grido di Viva.l'01·na– ntzzazione del lavo1·0!Abbasso le frontìer·e! Viva il socialismo tnteniaztonale ! e al canto della l\Iar-sigliese, contese1'0 loro il terreno. A ~1ilano, confessava un giornale moderatissimo, il chiasso dei « patrioti :t si volse a tutto beneficio dei socia– listi, e nella pia~za maggiore suscitava ovazioni entusiaste la pa1'0la di un socialista straniero, de– nunziante, in lingua f1·ancese, malgrado le im– precazioni bestiali del cannibalismo patriottico, la Internazionale capitalista, sola cagione e sola l'esponsabile degli eccidi di Francia. Pe1·sino i ne– mici istintivi dell"organizzazione, gli anarchici, per– sino i repubblicani, infatuati delle forme e delle patrie, persino gli arcadi della pace universale erano costretti a segui1'Ci - non fosse che pe1· un giorno - sul nostro terreno e a sufft•agare la tesi socialista, ammettendo che il fatto economico è la sostanza, di cui la pretesa ostilità nazionale non è che la larva apparente. E il procm-ato aborto delle piazzate patriottiche, ad opera dei socialisti, fece se– riamente pensosi patrioti e militaristi sulla sorte che potrebbe toccare all'ordine borghese in llalia il giorno che le congiuro diplomatiche e i maneggi dei banchieri e delle Corti voles.se1'0spingere dav– vero resercito al confine. Ogi;:ti per le borghesie « l'incidente è chiuso». Non ò chiuso, no, poi lavoratori; i quali sanno che le cause del conflitto di Ais-ues-)rortes, e quindi i pericoli di simili o peggior, conflitti, sono \'ivi e minn.cciosi in tutti i paesi del mondo. Oggi la stampa borghese, dando prova della leg– gerezza di spirito, che è d'alt1'0ndo la sua doto pi,'.1 cospicua. dispul'\ ancora, per r-ivalib.\ di pn.rtiti, sulla sufficienza o insufllcienza. dello cosidetto « sod– disfazioni.,. consentite dal Governo francese; immc– schinondo così una questione, che implica la vita di milioni dei nostri emigrati, a un pettegolezzo cavalleresco. Cosiffatto quisquilie 11011 intcl'essano a0htto i lavo– rato1·i italiani organizzati a partito. Essi, cittadini d'ogni terra dovo ti-ovino quei mezzi di vive1'0 che la « pall'ia » t1'0ppo spesso 101'0 rifiuta, ossi non hanno borie nazionali da tutelare nò soddisfazioni

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