Critica Sociale - Anno III - n. 12 - 16 giugno 1893

182 CRITICA SOCIALI!: al lettore, cho non ama di esse1•0 distmtto nè sti– racchiato in piU direzioni.... dalla Direzione. Ce no Mtcnemmo di propo:;ito- considerando che la discussione è sempre aperta e che si tratta d'una discussione nel senso piu CApaoo della pat'Ola. Quegli altri dunc1uo (ci sono, abim0! anche costoro) che, viCO\'Crsa, vorrebbero \•odo1'0 il periodico andar via sempre rigido, senza uno scarto, ritto cd impettito nella coscienza di una « funzione direttiva intelw Iettuale ,, preoccupato so,•ralullo di non ingenerare confusione nello menti dei lotto1•i o de l p artito, e che vanno io giolito a spulcin1'0 nelle fra.si deg1i articoli lo contraddizioni e coi principi» o con altre frasi d"altri o degli stessi collaboratori, stiano bonini almeno per sta volta. L'ultima parola non è detta; e indubbiamente il O:lllnvresi noi prossimo numero replicherà da par suo. Egli ci ha già annunciato d'avere in magazzino tutlo un nrsennlo di risposte sode e ben temprato - e quasi quasi siamo per pregarlo cito sia acqua o non te1nposta, o non va– langa, o non un rranamenW. Pqi - se la causa pa1·rà sulllciontemento istruita - vedremo di chiuderla a sentenza - salvo e ri- ::~~~g~ti~~t~~de~· Òg~l~e 1 ·i~gc1~1odiq~~g~~- ~~o~ discussione non è se il progetto Albertoni sia in sè stesso buono o catlivo. Che anzi non sia cattivo è una cosa che si dà pe1• ammessa. Si discute se con– venga al partito socialista, qual'è OHSi, in Italia, farne oggetto della sua propaganda, d1una sua agi– tazione inteusa o speciale. Come si vede, la que– stione è sottile; ma appunto 1>0rciò non può essere grandiOS..'\;e non merita, nò da una parto nè dal– l'altm, tanto scroscio di ire. ì\lel'itn J>Oròche la si discuta. Pe1· questo caso e pc1• altri somiglianti. Noi non siamo, 111 proposito, dcll'opiniono scmpHcist..'l._diOalio Papa. Dario Papa, nel suo giornale, cominciò col darci su la voce pcrcbò ave,•amo preso a discuterla. Ci rinracciò, nientemeno, la libf({fnc tlcl ragtonm·e. Eh! si, con– fessiamo questo delitto. Noi V<"gliamoun po' veder dentro nello coso prima di accottarlo J)Cl' buone. vogliamo essere convinti pl'ima di muo,•01-ci o di muovo1-o lo rorzo popolari. Aiulia1no con ciò i con· servatori f Piano; 0110 a quando? So si giovano del ragionnmonto vo1·1'àdiro cito i conso1·vatol'i sono diventati ri,•oluziona1·ii assai 1>01•icolosi. Intanto il 1•a~ioriaro ò ancom il solo modo cito gli uomini nbbmno trovat-o J>OI' vedoro d'intendersi. VOOotonncho in questo caso. Bastò che spostassimo un sassolino, e la frana del ragionamento - prima non sospoltata - ha coperto il giol'llalismo di tutto il p..1csc. Dario Pa}),'\ dapprima s'impuntava; lui solo non ,•olovt\ ragionare; caph 1 a, intuiva che era uno sdrucciolo IH"oprio da flaccarcisi il collo. Poi, lirato per lo fai<o: eh! 1·aotonlamo pw·c! s'indusse a stampare. Lo stampò per rassegnazione; seguitò per alt1'0 a ragionare il meno J>9SSibile; stralciò dnlln nostra polemica il rovescio,· sopprimendo il diritto; allo obiezioni non risposo . .'.\lalo obiezioni lo tempostu1-ono: eh! non son m.tca so1·do ! fu costretto a gridare. E proprio noi gridare cosi era pii1 so1'do che mai. :ii1a rnflno il fato lo vinse; la discussione allagò le suo colonne; do,•ò lasciar posto 1>0rflnoa11o teorie finanziario del matematico Do .\ndreis che, ammollendo la l'i,pcrcussione sul lavoro di tutto lo im1>0Ste,distinse fa 1•ipcrcussione in mgiono di salw·to, da quella in ragione di con– S'Umo; il che, o c'inganniamo forto, do.cchè il con– sumo e il salario si dotorminano noccssariamente a vicenda, o debbono coincidere, ò p1'0prio calcolo .... sublime. Comunquo, s'ò dovuto ragionare, 1•agionare alla distesa. Noi abbiamo un'idea un po' balzana: o poiché sflo1'a 01 appena la questione son1.a pr;egiudicnro il merito, la buttiamo fuori sin d'o1-a. t: quosfa: che dal pro– getto Albortoni la cosa piu utile che possa uscire, la pili utile che ne rimarrà, snrà appunto .... l'averne discusso. LA CRITIOA SOCIALE. La ltllem dello Zubiat1i t lt no,t,·e lMltl'1XJZio11i in- 101'110 alla 1>at·lecipa.:ione deoli 11w:lc11ti italiani al Co11• grt180 di Gitaer,1-a ci J,am10 pt-ocurato 1ma u1·ag11-uola di lelltrc dall'llalia t daU't1tero 1 elleci obbliga a ritor– ttare tull'argome11to. Abbiamo a11chtricevuto u,ta lettera di u11 amico ntlla i1tru.:ioM t-tligio,a t dobbiamo ri• q>01te e rtce111io11i a gior11ali e ad autori. L·abbonda11.:a di materia ci co,tringe, no,tro mal– gr<Ulo, a rimandare tulio q1,e1to, e dtll'alt1'0, ai prw- 1imi n11meri. RIVOLTA E RIVOLUZIONE Dopo qunsi tre anni che racciamo, in quest-o co– lonne, bene o male, la.propaganda delle nostre idee, potremmo tonerei dispensati dnl tornare su certi argomenti fondo.meot..'\li, corno: che cos'è la rivolu- 1.iono T siamo noi rh•oluziona1•i T argomenti che più o mono dirottamente furono frattali in ogni nostro numero. Qual sia la rivolu1.iono del nostro evo, d'ondo provenga, di quali clementi consti, a quali necessit..\ obbedisca, con quali metodi la si secondi, questo, ben può dirsi, è il tema dei nostri temi, è il motivo fondament..'lle che sta sotto allo variazioni dei nostri articoli. Anzi, cogliendo le più svariate occasioni di esporre o di illustrare le nostre vedute in proposito, toccandone il più sovente in modo indiretto od implicito, facendolo pervenire al lettore insensibilmente e senza metterlo sutravviso, senza destare in lui la l'ibelliono istintiva doi proconcetti, quell'amo1· proprio, che abbiamo un po' tutti, di non lasciarci convinco1"0y di \'Olo1'0 che altri sia della nostra, non :noi dell'altrui opiniono - potemmo por avventura raggiungere meglio lo scopo cho se nl torna osp1'0ssodella l'ivoluziono avessimo dedicata una sci•io d'a1•ticoli, ponendo apertamente una tesi o dichiarando di voler dimostl'arla. Cosi noi 1>0ssiamo lusingarci cho corti vecchi e banali progiudizì - como quello di opporre eoo– lu;lonc a 1·ivolu::icmc, qu~i due concetti antitetici - che formano ancora la delizia della turba igno– rante dei nostri anarchici o in genero della gente priva di coltu1'a o inc..'l.p..'\CO di riflessione, non fac– ciano piit alcuna prosa sulla mento dei nostri lettori attenti o redeli. Puro 11011 vogliamo perdere l'occasiono - giacch0 ella ci si prosonta - di tor– naro alquanto sull'argomento o di formulare pili nitidamente i risultati del nostro pensiero intorno ad esso. E l'occasione oo la porgo un nostro abbo– nato di 'l'osarnn che, firmando il uregarto. ci manda le brevi paginette che seguono. 11 pubblicarle ci dar..\ appunto il pretesto di nlcuno forse non inutili dichiamzioni. Al Congresso di Reggio Emilia. si r,u·à dunque dai compagni del Veneto lo. proposta. cho Il Partito dei la– ,·oratorl dichiari di tcndoro ulla rivoluziono, como

RkJQdWJsaXNoZXIy