Critica Sociale - Anno III - n. 12 - 16 giugno 1893

188 CRITICA SOCIALI!: la quale noi vediamo oggi cos1 Intimi e possenti i vin– c?II di tenere.zia che legano I padri al ftgli; vincoli resi più atrelU dall'incertezza dell'anonire. dalla comunant.a dei pericoli, dal bisogno di _lottare Insieme. Il padre sa che dallo. società non può o.spettarti che poco o nulla; se non O nato ricco, tanto vale,·a por lui n&SCerenella solitudine di un deserto. Alla. prole chÒ egli ha messo al mondo chi pensa, chi le assicur& il domani, Dise– redo.loe reietto egli steuo, sento gonftarglisinel petto un'onda di tenerezza pei diseredati e t reietti che deb– bono a lui, a un suo rremilo di voluttà, se son venuti al mondo senza che ciò abbiano n~ chiesto nè voluto. Chi sapesse guardare a rondo s·accorgerebbe che questi tesori d'amore paterno e materno sono tanto ph\ ab– bondanti quanto più si cercano rr& lo classi men ricche e più Incerte dell'avvenire. Pei ricchi ci son sempre le nutrici, lo bambinaie, i pedagoghi e gli istituti {specie I clericali) cho si incaricano di procurare al padre il tempo di l'requontnro il circolo, o nll& mndro quello di propnrarsi trlontl nelle resto sontuose e noi balli. Nel mondo dogll umili non tro\'0roto più traccia dell'uso antico tll rarsl dare del lei dal proprii ftgli; ancora qualche esempio so ne tro,·a nelle famiglie dei ricchi. Gli aV\'ersarl dicono che pel solo ratto di a,·er messo al mondo dei tigli Il padre sente Il dovere, anzi l'im– pulso del Ja,•oro, a tino di lasciar loro un patrimonio. Ora, che questo sia falso ba!torobbe a dimostrarlo il ratto già accennato che in altri tempi una tale solle– citudine per l'&Vvenlre della prole non esi1to,·a. Quando il padre sapo,·a che nell'armata o nel clero c'era sempre modo di tro,·are un posto pe' suol c&dolli, non cerea va altro. Quivi li cacciava senza preoccuparsi della sorto che Il attondo,•a; se non si cava,·an J'impaccio, peggio por loro. La su& ricchezza era tutta pel primogenito. La pretesa voce della natura egli non la senti,•& nè punto nè poco. E ciò pro,·a che la cu.ra che ci pren– diamo del tlgli non dipende da altro che dal sistema eco– nomico secondo il quale una data società si go,·erna. Ma c'è di piò. Il dire che Il padre si anima al Ja,·oro per i tlgll e che per conseguenza l'attuale costituzione della famiglia è di per sè stessa uno stimolo al risparmio e alla produzione della ricchezza, sarà bollo, sar.\.grande, sarà poetico quanto ,·oleto, mn è (l\lso. E non fa d'uopo di molto acume por accorgersi che quosto O un con– rondoro Il proprio dosidorlo con la roalllt. dello cose: Quelli che oggi possono speraro di ltu;claro ai loro tigli a rorza di risparmio e di raticho. non dico un patri– monio, ma solo quel tanto che basti a preservarli dall& rame, sono la minima parte. Non Il con1adino, non l'operaio, non l'impiegato, non il professionista. Per dieci che aiutali dal caso o dall'assenta. di troppi scru– poli riescono, migliaia e migliaia procombono, prostrati dalla rauca e dalla Inanità del loro srorzi. Muoiono rivolgendo un ultimo sguardo ditporato ai figli a cui, msncato 11modesto guadagno del padre, resta Interrotta la CIUTlera, l'istruzione, la speranza di un avvenire miglioro. Quanti sono quelll che si permettono, nelle attuali condizioni economiche, il lusso di vagheggiare un pic– colo pa1rimonio per la prolel Aff'ormare cbe ciò è lecito a tutti sarebbe cna legge– rezza. tale eia muover le risa, se ahimè! non rosse tale crude.le Ironia da empir gli occhi di lagrime e da far m ontare sulle labbra la bestemmia. Perciò I padri odierni lavorano corno galeotti per dar pane a sè od al tlgli, ma guardo.no c on oc chi torbidi di plnnlo ra,·,·onlro. SI arro.nnn.noper do.re ai tigli un B1bll te a G1 B a po· d'istruzione che apra loro lo vie delle officine, delle proreulonl, degli Impieghi. L'avvenire è chiaro: quella medesima vita di suggezlone e di fatiche non ricom– pensate che Il padre ha trascinato, no•antano"e volte su cento il tiglio la trascinerà egli pure. Questa ò la realtà. Ed è un tale stato di coso che in nome dei ttailo-ali affetti di famiglia si vorrebbe per– petuarel Ma 88 noi vagheggiamo invece una società che compia il dovere di assicurar resistenza di tutti i 1uoi membri, i quali al tempo stesso lavoran per lei; se noi la pre– dichia1no vicina perchè ce ne danno affidamento la storia e la scienza, cl si dice che siam ,·ittime di una colossale Illusione e che neghiamo nientemeno che la stessa umana natura! Noi invoco pensiamo che il nuovo sistema. economico, cho Inevitabilmente si imporrà. alla società rutura, insieme con tutto lo altro lstltm~lonl soclu.11modltlchora. pure In. lstltu1.iono fa.milio.le, o che il nUO\'O tipo di rnmlglla cho verrà. atrormnndosl sara. senza alcuna ec– cezione mlalloro tlol presente. Pensiamo che quando il padre non a,•n\ più per I&sua prole le terribili ansie presenti diminuirà forse la tenereua degli arretu (che fin d'oggi molli accusano di troppo languore e di troppo sentimentalismo a danno degli stessi ftgli) ma solo per allargarti a cerchia phì vas1a. L'amore paterno e ma• terno usunteffl rorme più virili, rivolgendosi sopratutto all'educazione dell'intelletto e del cuore dei ftgli. Il ri– stretto gruppo ra.mlglil\re attualo porden\ quel carattere d'egoismo che ora lo distingue, e al vincolo limitato del sangue si soslltuirà quello ph'i umano tlclla solida• rietà sociale. IJtopio! già, sicuro! Così sarebbe pa.rsa un'utopia agli uomini del secolo passato la rapp~sentaiione d'un tipo famlllalo qual è quello che oggi abbiamo e che a noi pare cosi naturale. Chi sa pensare e riflettere non teme la sovversione del mondo, porchè le istituzioni che han fallo Il loro tempo vengano a perire dando luogo a forme nuove. Anzi sa che cosl do\'e essere. Immagiuare che la ramiglla attuale 11&qualcosa di immutabile ò tanto assurdo qunnlo l'immaginaro che ossa sia qualcosa di porrotto. Perciò noi, appunto porchò socialisti di cuore, all'ret– tiamo ra,,vonto della società. nUO\'a.cho abbatta l'o– dierno egoismo sotto tutto le sue rormo, e che estenda il concetto dell'amore famigliare non a un gruppo limi– tato di uomini, ma alla società tutta quanta. CORRADO COnRADL~O. La forowlooe del proletariato lD IDgbl)tlm <'> La storia della classe operala In Inghilterra principia alla second& metà del secolo scorso, colla Invenzione della macchina a ,·apore e Jello macchine per lavorare il cotone. Come è noto, queste ln,•enzlonl diedero la spinta a una rivoluzione Industrialo, che trasrormò in-

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