Critica Sociale - Anno III - n. 12 - 16 giugno 1893

CRITICA SOCIALE 187 1J F!IIGW .O STATO SIWLIST! Nei giorni passati ebbi occasione di leggere certo ar– ticolo di un giornale milanese dove, tra una mena dozzina di quol~e affermazioni categoriche sulle quali, come sopra aas1oml Indiscutibili, fondano spesso i loro ragionamenti Inemici del socialismo, trovai anche questa: che il socialismo vuole abolire I& ramiglia.. la qual cosa v&rrobbe quanto voler abolire la na.tura umana; che noli& l'amiglla l'uomo concentra naturalmente le sue maggiori cure, le sue maggiori speranze; che il pa.Jre non può non pensare alle sorti del propri tigli, nè per– mettere che li poco o Il molto da lui guadagnato non divenga. loro proprietà ereditaria; che la natura. umana si ribella all'ipotesi di uno St&t.o-chesi incarichi di prov– vedere in modo uniformo all'avvenire di tutti; che nos11unsocialista di cuore vorrà mal che questa sia la sorto risorbfl.lo. o.i propri figli. Queste coao l"autore le ha scritte con la beata sicu– rezza di citare dei ratti: ratti innogabUi anzi. che hanno por garanzia la st.easa evidenza del vero, e che per ciò solo sono superiori a qualsiasi discussione. SI Invoca la. natura umana come se essa. stessa non potesse sbugiardare rafforma.zione; si parla di reoomenl attuali e tran11itoriicome ae si rossero sempre presentati In tal rorma, e tali dovessero mantenersi nelra.vveniro. Ma pur troppo queste affermazioni, buttate là.con tanta disinvoltura, hanno Il gran vantaggio di rispondere a qualche sentimento tradizionale non ancora discuuo dalla coscienza. dei più.; o per ciò ran colpo sulle mol• titudini. K la legge d"inerzia applicata ai mo\·imentl delle idee; si seguita a pensare in un dato modo per Io Impulso ricevuto dal pensiero noi tempi passati. Dire crudamente che il socialismo vuole abolire la ramiglia è un r"-re a ftdanza con la poca pratica che i ph\ hanno del ftni e degli intenti che la grande dot– trina si propone. Abolire la ramlglia ! è una di ;quelle l'rnsl che si lanciano tro. lo roll4\por atterrirlo come per lo &coppio di un peta.rdo. Sarebbe più esatto e sopra.– tutto ph:1onesto il diro che il socialismo tendo a mo– diftcaro il concetto cho altuo.lmenlo si ha della ramiglia, tondo a creare un tipo r,~mlliale pili rispondente alte idee di umanità., di giustizio. economica o di progresso psichico. li còmpito degli av\•ersarll è ben definito: si tl'I\Ua.per essi di dimostrare cho questa mota ,•agheg– ginta. è impossibile a raggiungersi, o su quoslo terreno non saranno certo i aoeialisti quelli che ruggiranno la Jiscusslone. Che l'istinto irrerrcnabilo della proliflcaziono spinga. ruomo a creare intomo a sè una ramigli&,sarebbe as– surdo il voler negare. Ma che dal solo ratto della pro– creazione del tigli nasca .no tutte quello conseguenze cho altri afferma, e cioù la concontraiione in loro d'ogni nostro affetto, lo stimolo al guadagno per lasciar loro un patrimonio, l'egoistico deshlcrio di non ,·ederli tnit– tati alla stregu1L degli !Litri, occ., ecc., iò poi proprio ,·ero 1 So rosao vero, la natura sempre eguale a sò stessa., anebbe do,·uto esser costante sempre nei suoi etretti; o, dato il semplice ratto della. procreazione dei flgli, ci 1Lvrebbodnvuto sempre presentare le medesime rola• zionl tra generante o generato, lo medesimo rorme di o.moro rooiproco,.di reciproci diritti o doveri. Ora, quanto diversa è la roallà. dello coso! E che infinite varietà dl rormo hanno assunto o. ,traverso i paesi ed I secoli le a r,,.,o B ;:i., o relazioni ramigllart, a.oche 1010quello che si dicono re– lazioni di cuore! 11 discorrere, por esempio, di ansie po.terne por rav– venire del figli, non è rorse un gabellare per u n ratto immanente, non mutabil&. che sempre sia sta.lo o debba 8Yere sempre, quello che invece è un ratto del pre– sente, che una volt.a non ora, e che potrè. non essere domani1 Che povera cosa aia la ramiglia odierna studiata cosi nello relazioni fra I coniugi come in quello rra padri e figli, la critica nogatha del socialisti l'ha già. dimo– stra.lo ad esuberanza. Ma pure ammettendo come cosa in ogni sua. parte eccellente. ciò che ne ror~a la carat– teristica. speciale, o cioò quoll"amoro sollecito, quelle cure ansiose che oggi legano i genitori alla prole non si può a meno di riconoscoro che questo rormo di 'amor ramlgllaro. o.nzlchè essere un portato inevitabile della natura, sono semplicemente rotretto di speciali condi– zioni, sopra.tutto oconomlcho, della. società attunle. Non è qui il luogo di rlcordaro cose che tutti sanno nè di ril'are i& storia dello Infinito vnrlazioni di quest~ amore. Ma ml giovi accennar di ,·olo ad un ratto che non O poi tanto lontano. O rorse che era differente da.I nostro Il modo onde i figli si generava.no noi secolo passato 1 Eppure chi vor– rebbe sostenere che la ramiglia d"allora rosso una fu– sione lntim& di cuori, e che I padri e le madri si mo– strassero solleciti dell'avvenlro dei ftglil Basta a\•ere una mediocri.ulma conoscenza. degli scrittori rranc.esi del secolo xvm, per sapere che suprema inditrerenza avessero igenitori per la prole In quel civilissimo paese. ~ati, non alla madre appartenenno m!l alla balla: dalle mani di qucst.' \ pas savano al collegio o ad altro mani mercenarie. •· a.tu adulti, la lor via era tracciata: pel primogenito i m~gioraschl, I cadetti o preti o soldati; ora la regola. Le figlie si educavano noi conventi lon• tane dagli o cchi del p arenll, ftno a che ne uscivan~ per enlnir nella ca.sa.di un marito non mai ,•ist.o da prima. Oppure non n'uscivano, ed eran costretto a prondero il velo por non esser di nggrnvio nllo ramiglio. 13astu non aver dimenticato il Parini, per sapere che cosa rosse a quel tempi la ramlglia in Italia. che razza d'amore rosse quello dei genitori poi tigli, e che razza Ji sollecitudine nvossoro I padri dolreducazionc o dot– l"avvenlro della prole. Oh dunque, è lecito domandare, che racci1Ltosta è quella con cui si viene a parlare di vincoli di natura, di \'OCO del sangue, di affolli indo– mabili che il solo ratto della 1u·ocroaziono stabilisce fra generanti e generali f La. ramiglia, come tutte le allre istituzioni sociali si atteggia In questo o In quel modo secondo lo condizi~ni ~ella 1ocietà. stoua; e so oggi la ramlglia si 1>rcsenta, in qualche parto, migliorata por rispot.lo al passato nulla Impedisce di crctlero cho al tipo attuale un al~ anche migliore si sostiluisca nolravrnnlre. Nella società odierna in cui il principio della lotta per la. vita, sracciatamonlo predicato e sraccla.tamento pra– ticato, ha condotto l'uomo ad armarsi contro I suoi si– mili del più brutale egoismo, I& r11migtia ò quello che deve essere. Egoista. à l'individuo, egoista ò per conse– guenza II gruppo di individui cho costituiscono la fa– miglia. In lotta con tutti, l'uomo si stringe a quelli che gli son ph\ prossimi e noi quali ò almeno logico che egli non ,·oda del nemici; di questi ra Il suo mondo, qui concentra i suoi o.trotti. i-; questa è la ragiono per

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