Critica Sociale - Anno III - n. 11 - 1 giugno 1893

172 CRITICA SOCIALE :\lunicipio rapJ)oggio e la protel.iono por le loro legho, o sopratutto la cura degli interessi e delle nccessit..\ del proletariato miserabile. I.o vnrict..\ delle concfo:ioni dn paese a paese, da regione n regione, potranno ,•nriare superficialmente questo esplicazioni; mri.dovunque si (orma il vero JH'Olotal'iatoagricolo, il suo movimento seguii•:\ questo lince fondamentali. E nel osso dovrà essere l'inttnccnto il programma cho a HoggioEmilia noi vogliamo formulare por il socinlismo delle cam– pagne. !'n J~t'Ogramm_a non è altro .c!10.u~a scala che dat pr1m1 grndrn1 dello oondu:1on1 immediate si eleva allo aspira1.ioni pili lontnne o finali. :\fa questi primi gradini non dc,·ono mai mancare: esso dern esser-oscmp1'0 riatL-iccato alla realh\. Come per il prolotal'iato industriato noi abbiamo tromto la for• muln. dolio otto ore di lavoro, cosi per il proleta– riato ngl'icolo dobbiamo h'O\'at'C la formula cho rispondn allo necessiti\ presenti. ~la por fat· questo noi nbbinmo bisogno di molti tinti. So li P,?h·emo riunire 1wima del Cong1·esso di ~~1~gti,?o~;.~,~~•a <~os?u~~ 1 a1~~~,~e~~cf:\',~~to~sc~~~ rispondente alla reallà, da Sl!rvil-ci come un potente strumento nella nostra lotta. Preghiamo dunque di nuovo gli amici d'aiutarci e di non tardare: noi sentiamo scm1>1'0 pH• il bi– sogno di uscire dal molle e comodo scnhcro dello Mtrnzioni per metterci sulla rude, ma solida ,•ia dei ratti, della realtà. 01,INDO MALAGODI. PER lL DIRITfO DIVIVERE Gh\ si sa: sono i cenci cho ,·nnno all'o.rio.; sono i ll\drunco li di poca legna cho si buscano mesi ed anni rli ca.ree.re, perchè non sanno aeconci;u'll - gli incontentn.• blli - a morire di freddo ne· lunghi rigidissimi in,·emi, o non b:rnno ancora scoperto - (otiuso intelligenze) - altra m11.teri& tanto a buon merca1o come l'aria. per scaJda.rti lo membra intiriuito o per cuocere la.polcnla. Andato a tliro a· nostri giuJici ili 1e111pernro l'iniquo rigore Jo!ICL legge'. Xon sono essi pagati per tutelare l'Interesso degli abbienti cho l'hanno dettata 1 Fossero, o.Imeno,interpreti rodcli quando si tro.Ua di sal\'llrO dt~ Irreparabili svcnturo dogli lnfolici ! Al con– trarlo essi, a nche quando la loltcra della leggo può glustiftca.ro un nito di cosi detta clt:nw,;a ,·erso i tli- 1 ercdati, non c'è sofisma che non in,·cntino per eolpirli. Chi non lt11. ,•isto e conosciuto alcuno di quell"erra– bondo eserei to di inabili al luoro, di af famat i per for• tata di1occupazione. di vagabondi elio ira.scina.no la loro miseria per le nostre ciuà. o le nostro borgate; di accattoni che si lasciano, in onta nlla legge, mendicare por le ,,io per non rico\'erarli negli asili a spese dello Stnto1 Sono ossi ai quali In diflldenzn chiudo raccesso nucho nll'inftdo porto del lavoro nello omcine come negli impieghi. sui campi come negli opUlcl;al quali la caritù. o non arrh•a, o arri ,·a troppo tardi ed In misura inada. guntn nl bisogno, per ripiombarli poi in una miseria aneho pili desolante; sono codesti roietli della società che, qualche ,·olla., in un·ora in cui lo 1tomaeo moto reclama il necessario nutrimento, e prima eho la di– sperazione li spinga al suicidio o al delitto, ent rano dal 1>rlmobettoliero che incontrnno per sazl11.re la rame. Non sono essi i cavalieri d 0 industrla. ehe, o stentando fittizio ricchezze o racendo pompa di un lusso srrcnn.lo, vivono parassiticamonto allo spallo dei gomd i - n on B1blloteca Gino B :mco sono nemmeno gli astuti e i dissipatori che, per abbor– rimonto del luoro, si danno al mestiere del gabba– mondo; non I degenerati, gli abbrutiti dlll vizio che, inottl ad ogni utile fatica., fanno i trutrnlori, come ieri rurono, o possono diventare domani, nssasslni. No: sono ossi quo· poveri paria della socloli\ che apri• rono gli occhi nllu. luce per non "edere Intorno a sè cho lo squu lloro della m iseria.; che non maledlcono alla ,•ltn., mo. la sopporto.no rasscgntLtl, paghi so Il la,·oro o.nelloduro, ingrato, raticoso, tfa loro lnnto da campare miseramcnlc. !¼n questi in cui le lunghe sotrerenio attutiscono ogni Istinto di ribellione, od un resto di digoili\ e di senso mora.lo rrcna gli im;mlsi criminosi, 10n questi i quali, non che colpire la iniquità Jl unll contlnnna., do– ,·rebbo soccorrnro la pietà. di una giustizia riparatrice. Eppure. In giurisprudenza dei nostri trlbunnli 11.degua. gll nbbioUI od I tristi agli inrolici - colpisce nello.stessa mis ura, sposso, anzi, pHt so,·or,,monto Il misero che, a.ll' ostorln, inghiottisco un boccone di 1nrnoo tracanna u n bi cchiere di ,·ino poi' far cessare gli str:"i ineffabili dclln ra.me, e I trulTatori in guanti gialli, che oggi car– piscono danari a una donna galan1e a cui Ongono di rare la corto, per pro,·aro domani su qul\lche rnakapitato la loro ablllt& di borsaiuoli insigni. Xon si ranno distinzioni - trurratori li chia.mino, non arramnll che, gagliardi, sarebbero ancora abili operai so li nccogliesso (alto guiderdone!) un opificio o. una. bottega, o Industriosi coloni se la terra Joml\ndasso la rorzn dello loro braccia indarno poderoso; inetti per malattia o ,·ecchlain, chiuderebbero gli occhi nlla luce benedicendo alla società. cho hn loro nperto un asilo. Non è In. Critica Sociale campo o.per1o allo discus– i,ilonigiuridiche; mn si può ben dire :1ncho qui cho è arbitrio, è ,•iolnzione della legge, ò spietata. Ironia con– dannare per trutra della povera gente che non ha. Calto nulla per lnsclar credere a chi la satolla di poter pa– gare lo scotto; che, anzi, in molti CMI, la.scia. supporre tutio !"opposto. Ma, sì che I giudici si preoccupano della. logica per gli stomachi ,·uoti ! •: tl'allrl cho essi si prendono cura; dell'osto cito si ru.pagnro del pessimo \'ino Il dop))IO Jel prezzo di costo, qunlcho volta.nemmeno 1>agtltO; Olui cho ,•ogllono prot.eggorc anche f}uando di protoziono non co n'è bi– sogM; nncl10quando la. pii1 \'Olgare prudenza può sai• vario da un rischio elio egli ,·uol correre. La. peregrina. teorica della liberlti del COtllraUo allora non ò pit'11pondibile; allora non ò più ,·ero che il bel· tolicro Oliber issimo di somministrare cibi e bevande a chi gli pare o pio.ce; allora non ò la.1teua. cosa andaro da un negoziante a comper are dello merci upeudo di non po1erlc pagare, o non conta.ro all'osto Il prezzo delle \'lrnnde consumate. 1:1.n-crrame Jiventa delitto; o Il diritto di vh·ere, ch'O In.SlC!'S(L cosa. dell'istinto della COIISCl'\'O.Zione, di• venia il diritto di morire d'inanltlono. Fossero logici, almeno, condannando tutti quelli che mangiano :senza. pagare. Se pagare col f'rutto del lavoro degli o.Itri,non è pagare del proprio, che bello retate, o cho processi colossali! )la I&borghesia non può rare Il proceuo a sà slessL Altri giudici ci ,·ogliono, o cl s~nno. Condannate, condannate sempre, Inesorabilmente il disgraziato che non vuol rare la morte del conte Ugolino; rntone una reclub. do· vostri rcclusor1; siccome non lo 1>0totesopprimere (gran merce!}, fategli le spese corrompondolo, sObrandolo, rendendolo Inutile n sò cd

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