Critica Sociale - Anno III - n. 10 - 16 maggio 1893

CRITICA SOCIALE 1:into delle campagne, che è la classe dei br-a.ccianti. ~:n: ~~o:~i ~ic~~~b{~ 1 t'!t\ ~~e!~rui~m:~~ l'CSL'\DO inerti. lo non so fJlmli siano 01.i lo condb:ioni delle po- 1,otazioningl'tcolo negli altd paesi d'Jo:t11'0pa, quali siano i sistemi di sr,•uttamontoa cui sono sottopcr sto; ma da noi, pe1· un complesso di cause che è inutile pc1· ora nnali1,1.nre, lo condi1.ioni della fo1•- ~~~t0::p{:1~{m~~f~~o L 1 ~·::t ,~,~if~rita ~~B~ srrutlamcnto J>.'ltl'iarcalescrepola da tutto le parti; da per tutto, per una conscguen1.l\ necess.1ria deHo s,•ilu1>J>O capit.:1listico. comincia a disegnarsi il si– gicm:1 di sfruttamento a. contrasti ,,i,·i; e con q_u~ta 11-asform~uiouo dallo ,•ccchiocnmpngno ns.sop1to cd inol'ii b.111.a su un 11110, 1 ribcll<\ g10,•nne o ,·igoroso. il p1'0lot:wintoagl'icolo, cho 1;1-cndc il suo posto di lotta nccauto al proletariato rndusti·iale. Qunli sono i ca1·atteri, i lincnmenli della sua fisio– nomin1 le suo condizioui, lo suo sorro1'8n1.e le suo ~;~~;~;1J~~l J~:~jl ~g1: 1 :;;~c:;!:si 1 ~d~~~T 0 bis2~!lt~ lo suo forze. no,i pofremo disegnare un rrogramma d'aziono pc1· il quale possiamo f,u-gli i suo posto n:\i~!:tÒ-o u~,·~~~i~t•l~n:C:nck 1 i 0 0~~ =~: di ,·itni perché in Ilnlia è esso il solo vero e po– tente p1-olotariato: il proletariato industriale è una miseria. o. MALAGODI. BORGHESIA ESOCIALISMO L'o.ltn. o la bassa borghesia in crescente lotta d'inte– ressi fra loro, 1>reoccupate 1 la prima. di accumulare nello proprio mani sempre maggior copia cli ricchezze, la seconJa delle dif'llcoltì. ognorn crescenti che aggra– \' O.DO la suo. precaria esistenza, in questo però sono solidali, che concordi combattono un reputato comune nemico, Il prolelo.rio.to, che si estrinseca ai loro occhi sollo l'nspctto te rrifico del socialismo; e non tanto esse lo combu.tiono per chè nella. l oro m ento trovino ragioni sciontillcho por roputo.ro ,·o.no li movimento progrossh·o dolllLnuo,·a iden, non porchò s·nccorgano cho una lenta, solJbono lmmons111·abllo trasformazione, sotto milio formo od in millo funzioni, s'Insinui cheta– mente nell'organismo della. sociotiì.odierna., non porchè la ,•ita economica o morale dell'oggi appaia. loro la.mi– glioro Jcllo desidero.bili, ma semplicemente per quel sentimento profondo di egoismo animale cho ra temere :agli indh•iJui, alle classi ed anche nllo dh·erse nazioni una.diminuzione della ricchezza. o della potenza propria 11cll'aumcnto tiella ricchoua e della polont.a altrui. !.'empirismo dello iJee economiCÌ1e, politiche e morali cho ha.nnoInformato la nostra. educazione, e l'apparenza tlei fenomeni quali ora si produ cono nella società, non l)ossono invero che conr erma.ro, In coloro che sono in· ,•eslili della proprlefa e della ricche:tta., un tale pregiu– Jizio: e tanto J>iù cho essi, In generale, più che ap– prezzare la quo.lilil od il valore dei beni che le ricchezze J>OSSOno procurare, ne misurano la potenzialità., e di questa essenzialmente si appagano o si ranno forti. Ora, a parte che nel suo fa.tale 11ndare I& sociela dobb&più o meno radica.lmenle tra,forma.rsi nella eco– nomu:i.e negli Istituti elle la governano, è pur ,·ero che In misura della ricchezzn. Jouobbo essere l'utile cd il godimento che essa procura; o la misura. del godimento o dell'utile do,·robbo dotormlnarsl dal fabbisogno llsio– logico o 1>sicologicodoll'indl\'iduo. 1ote a G ro B a co Tutto quanto eccedo tale normale fabbisogno o ,·a perduto, o 11 con,·erte in danno per l'individuo e per la società. I llsiologi, p. e., ha nno orma i stabilita. la quantifa di so– stanzo necessarie al non na.le nutrimento di un uomo; o tutti sono concordi noll'o.lTormaroche Il cibo ordina– ri11menleIngerito non solo dal ricchi, m, anche dalle classi medio, è superiore· di molto, sia per la.qua.lità.che per la.quantità, al bisogno delI& 101'0 nutrizione; l'eccesso non ù assorbito dalla corrente del sangue; o viene eli– minato coma inutile, quando non GCC&da che accumuli nell'organismo l germi di gravi malattie. 1.:uomo ricco o lo scioperato, p. es.• che 1>rofondono per un capriccio o per un sentimento di o.morproprio 1anto in un urfor11quan1o butercbbe a mantenere una intera famigli& in un anno di vita, non sot.hlisfan certo ad un bisogno psicologicamente utile; Il cumulo delle loro ricchezze o la patologia del loro aplrito ra loro cer, caro Il godimento In uno sperpero che può chiamarsi rlJicolo, quando non si voglia. qualitlcnro odioso, o cho oltre IL non esser un bene por chi lo ftL, è di danno reale per chi lo ricevo, polchù sobbeno lo ricchezze prodiiatc possano dh·ontare un bone per altre persone, pure esse d'ordinario valgono solo a.d alimentare e mantenere una. classe p11rassitaria ed improdutth•a.. dannosa ai nri e morali interessi dolla. collettività. Oli esempi si potrebbero moltiplicare, ma.questi due bastano per dimostrare, dimostrazione che potrebbe parere bisantina, che la massima. potenzialità umana dei bisogni e dei godimenti, anche degli lntollettuali, è di gran lunga Inferiore o.Ilo rlccheue di cui molli dispongono e por la quale, in verità., più che pei godi– menti reali che ossi Intendono o possono ottenere, essi si affaticano, togliendo cosi a. molti la. possibilità di fruire di quel!& parte che loro sarebbe dovuta.. La prooccupuione morale di moltiuimi fra coloro cho ora posseggono e generata da ciù, che essi presu– mono che col socialismo la somma delle ricchezze e Jei godimenti int.lh· lduali debbo. diminuire In ragione diretta <lei suo maggiore diffondersi, costituendo cosi l'aurea. mediocrità nell'unica immensa. classe di la.vo – rntori, impotente perciò o schiva da. qualunque con• cczione od iniziativa nelle alte conquisto ciel pensiero e dell'urto. Ora in,·ero costoro hanno ragiono soosai considerano corno ricchezza ulilo o necessaria quella. che non puù essere se non se inutile o dannosa.; mrLqualora in,·ece con1iJerino por ricchezza. tutt1L la maggioro quantità di beni intellettuali, morali o 01Lturalldi cui un uomo può intcgralmcnto godere, io non dubito di affermare invece, o non solo per riguardo o.trnttoale condizione dei proletari, ma. 11nchein riguardo allo stesse condi– zioni delle classi ora dirigenti, che essa sar'il. di molto aumer.tatn. Se pensiamo al barone del medio e,·o cbo, solo per rare un breve ,·!aggio, dovon arma rsi di tutto punto, munirsi di una scor1a numerosa., e cammina.re lunghe gjoma.to per strade pressochè im praticabili, e vitare ci ttiL e castella più o meno nemiche, alloggia.re in al– berghi del quali le Jescrizionl, anche dei migliori, mo– strano q uanto lasciassero desiderare; se noi conside• rio.mo poi tutta la vi1a di quel potente nei particolari trasmossicl Jalle storie o dalle cronache, corto noi dob– biamo dire cho egli, qual era, pure godeva. d'assai mi– noro ricchezza. di quanto ne goda. nella 1oclotà odierna uno qualunque di noi, per poco camJ>Ila vita, o spe– cialmente se vivo In uuo. cittù, ove d'ortllnario è com-

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