Critica Sociale - Anno III - n. 9 - 1 maggio 1893

CRITICA SOCIALE L'avevo vtsla Il giorno prima, o, al solito, mi u·eva raccontato qualcuna delle sue miserie. Tutte le settimane la po,·era Agnese aveva qualche guaio o qualche angotw:.lou.paura di nuovi guaì. I.a conosuvo da molto tempo, dacchè aveva sposalo il Oionnnino, Il ftgllo unico della mia Angelina., la.ve, c. chia domestica. che .non dimenticherò mai. Rra. una d i quelle dl!graziate che lavorano troppo ed hanno anche la croce della rceondilà: dopo sette o otto anni di ma– trimonio, mentre non giungono neppure alla trentina, hanno un mucchio di bimbi tra· piedi e il corpo sftorito. Ella ne avev._tre de"bimbi, cbè il quarto le era morto; e serbava soltanto negli occhi un raggio di giovineua.. li suo tonnonto maggiore era il marito. Un buon ra– gano, del resto, Il Olo,•atmlno; affezionato, h1.voratore, ma senza.fortuna, Ve ne sono lanti, tra i poveri spe– clalmento. Una. sequela di disdetto l'ave,'& condotto al duro II\VOt'O notturno, alla ,•tta forzatamente disordinata • del garzone fornaio. f;ra un giovino alto, bruno, dal petto largo, dal viso aporto; sembrava robustissimo; ma aveva i bronchi delicati, i polmoni ftaeehl, corno la su& mamma. - Como va1 - chiedevo ali& lavandaia quando mi riporta,·& la roba lavata, montro lo pagM·o il suo pie• colo conto. - Cosa f& Il tuo Glonnnino1 La. risp011t& suonaYa.1pesso cotl: - Oh ! 6 & letto con le. tosso ! Oppure: - Non ha. più irove.to le.voro dopo che è rimasto & casa per vi&dellt. l01se. La va mollo male. Oppuro ancora: - i,; t.ndalo a pt.drono qu01ta settimane.; ma ho una gran paura che non possa. durare. E per lo plò duraYa poco. Cosi, la logica fatale delle cose lo portan 1empre più In basso. I peggiori posti, quelli ebo un operaio aneduto e fortunato non accetta neppure, erano I suol posli. VIentrava per I&rame, no usch·a per I&malattia, o In un Impeto di collera e di indignazione. Etornavac.a spasso• osi acquista,•a sempre più H nomo d"inotlo, di scioperato, di cattivo operaio. Sicuro che, quulcho ,•olta, si ubbrlacava. Il vizio gli si ora infiltrato a ))OCO 1~1>oco 1 quasi senza sua colpa. Da gio,•lno oril sobrio; sapeva leggere, o la resta gli 1>iaeovu. di staro lu casa con un buon libro. Era. intel– ligente, o accanito al lavoro. Como rattorino non ave,·a l'uguale: svolto, abile, onesto; nessun poso, gli parO\'a troppo gravo por le sue spalle. f:pJ>uro,non aveva mai tre,. valo un padrone ftsso.f'orso gli mancava quel rar~ umile, quell'aria sommossa, che I p1vtronl esigono dai loro su– balterni. Anche più tardi, dopo che raee,·a il rornaio, quando torna.•a. a casa la mattina. per dormire, egli si mette,·a a lavorare d& l'aechlno per guadagnare qualche soldo da aiutt.ro I&famiglia, sempre più grossa. f; per tenersi in piedi, per cacciare Il sonno, beveva. un bicchiere più del solito. E quando la. iouo lo buttua giù, per rimet– tersi In roru, non potendo giovarsi di buoni brodi, nè di COitoioal ferri - ricorrev& t.neora. al vino, &ll'a.c– quuite, che dà per un momento l'illusione della forza. e dell& salute. Verso il principio dell'inverno l'Agnese mi apparve uu giorno tutta sorridente, o mi disse che suo marito aveva trovato un posto assai buono, sebbene un po' faticoso, pro!IIO u. un panettiere di porta Garibaldi. Ottanta lire Il mese, un pano Il giorno o non so quali altri vantaggi, lo sembr&vano una rortuna.. B teca G no B,an Ma non andò guari che la sua gioia si cambiò in tristona. Quel forno era In un locale basso, asfissiante, ed egli ora addetto al riscaldamento del forno, alla e6ttura del pane. I 11uoipolmoni, glt. mezzo logori, non vi potevano reggere; si senti\"&soff°oca.renella.mancanza. d'aria. Allora, aprh·a una porta che era proprio di fronte al forno, e luci&va entrare !"aria gelida della notte. COSI, tra le ft&mmoche gli bruci&vano il petto e il vento t'reddo cho gli 1ferzav& le spali°' egli andan innanzi nel duro la.voro. - Ha una tosso d& morire - sospirava. l'Agnese. - s·ammazza, 1'ammuia o non vuole smeltore. Era strano come tenev& saldo. Non a,•e,•a.mai durato tanto In un posto. Forse, guadagnando un po' meglio del solito, mangiava o.nello meglio, o Il cibo e il vino lo sostononno. Più di tutto porò doveva potere in lui la volontà. sostenuta dalla. disperazione. to , 1 idi una sera, traverso l'Inferriata. di quella 1>orta runesta, nel ritlcsso rosso del rorno ncceso, o Il suo , •iso distrutto, gli occhi o.rdontl di febbre, lo. voce rot.tn , lo brevi, ta– glienti parole, tutto ml rivolò che egli non voleva muoversi da quel posto, che si accaniva In uno srorzo supremo. Oovo,•a sentire che quella era la sutL ultima tappa, che la morto In aaguato lo aspettava. •: (orso erede\'& di sfidarla cosi, o sperava di vincerla col suo disperalo coraggio. Povero eroe della notte, lottatore senza glori&! In fln di mano sentii che lo uevano portato all'ospe– dale. E l'ultimo aabato, quando l'Agnese mi arrivò in casa col J'uzolello nero a.I collo, gti occhi rossi o i due bimbi più grandìcelll stretti alle suo gonnelle, lo dom&ndai palpitando e pur sentendo che I&domanda era vana: - E Giovannino'-.. Il tuo Giovannino! ... - li orto! - 11inghiouò, deponendo il fagotto. - È morto ieri, mentre ero al fosso &la.vare. - Morto! - singhiozzarono pili forte i piccini spa– v-cntatìdalle lagrimo della loro ma.dro.- Morto il papà.!... Non vi ora stata nessuna. provvldenz&por lui: nessun parente ricco, nessuna ereditò.; nulla.. altro che l'ospe– dale che lo aveva. strapp&to prima del tempo allo ea– rozze, ni buci del suol. llllUNO SPEIUNI. PER LA PROPAGANDA. Dal 1ig1101· X. Y. \V. di Mila110abbiamo avuto coi suo abtxmamellto all,·d L. 10 chd co,ivertiamo ili due abbo– namenti per Soeittd. Opcl'aie da oggi alla /il1e delfanno. BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO. BRUNO SrKRANI, E••· Waldtr; romanzo. - Milano, no– chietloi, ISO-J. Oi questo recente libro della rorte o simpatica scrit• lrice pubblicheremo nel proulmo numero una recen– sione di Angiolo Cabrlnl. Chi'1mole l'cinnatci completa1892 CRITICA SOCIALE eleg&ntemente rilegata in tela o oro la 1·tceccni 1·acconuuutata tnvfando al nosl1-o L"/Ticfo, Portici Galleria, 28, Milano, cartolftm-·vaulta da Lire 10. A.n. l'ILll'PO TURATI,"'""'°"' N!lpr)MlobClc. T1pografta dea:11 Operal (IOC.CO0i)•) - Milano, c. Vltt- Kman,,11-16.

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