Critica Sociale - Anno II - n. 5 - 1 marzo 1892

CRITICA SOCIALE il fantasma della loro agonia, è la crcdcn1... 1, la lu– singa di 1)0lcr essere ossi. cacciandosi nel nu0\'0 ambiente, i tmsro,matori di <1uesto ambiento stesso. Ingenua illusione! Illusione simile a <1uolla cho poh-ebbo nutrire la Terra se, fatta persona, pens..'\SSo che, stando nclrorbita dol Sole, potrobbo trasror– ma1·e il sistema sola1'0. C'è una meccanica sociale, corno c'ò una mecca– nica celeste. Egli è perciò che il socialismo, JX)I' conquistar terreno o assorbire sempre più uommi e cose, altro a faro non ha che complol1t'C, atror1 ... 'U'O o perri> zionaro i suoi organi di altmziono o lo suo runzioni di olabo1·,·udono. Ad ogni modo, chocchè si dica dai sofisti, chccchè si faccia dagli ~w,·c1"S.1rì, il grande a""cnimcnto dei noslt'i gio1·ui, e che fa epoca. è il socialismo dh•cn– tato polcn1,a. F..ssoinfatti è già arrivalo a un J>unto, in cui a tcsL-i alta può dire dall'oriento o all'oc– cidcnto: Uno. fon-i, normalo della pubblica vita io sono, o una for·,.a cho alti destini ha dn.compiol''C. E li compil"J, porchò oss..-icapriccio non ò, nò di un genio, nò di moltitudini, ma è la l'isu lt.·rnto stol'ic.'\o logica del pa.S&.'\to; è rinte1·pt'Olo e.li quella altissima idoalit:.\ umana cho al°frSia otornamonto ~~~or.f'd~ll:~i !~e 5 ~f~~1~~~i~u :~ t~t ::~\ 8 1 !~ fraso dol J>t'OI'. Bovio - la rinnovata giovinezza della sto1·m. 0. GN0CCIII-VIANI, ANALISI DELL'UNIVERSO Dall'eterogeneoall'omoteneo. Credio.mo inutile il dimostrare, perehb O\'vio, cho l'uni"erso, quale ce lo raJ>))resentiamo,O un(l.sogget• tivazione lncom1>rensibilenel suo come, di m:miresta• zioni puro incomprensibili nella loro csscm:a. Perciò è naturale che il nostro sapore sia limitato alla solo.co– nosconzn.soggotti,•o.dello.ronltà, la quale l'imo.n·à. quindi sempre inconoscibile OgfIOtli,•nmcnte. Cominciandodalresammnro comea\'''ongn Incoscienza indh•idualo d"essere, \'odromo che essa nniono, J>er<:hè :;:~:n~~~:r~t~fi~~ig~C~ :6~lg:ct)~~~::~i:~a~~t.~rdi~ versi, cho soggettil•ati da.oss n doten ninano un'indivi– duale coscienzn. Sebbono noi sio.mo costroU i, por ino• sorabilitù di logica, a considol'aro un qualcoso.di ooalo quest a sensibilità, che percepisce e soggettiva I diversi sfa.ti d'ambiente, delc.l'minanclouna coscienzo.; siamo puro costretti, dalla modosima logica. a considerare la. ::ie~~~ 0 :0~::o::o ma~~o1~T.~ 0 mc~~lo~ ~w:~n:b~'tf psichica nvessoro a mancnro i ~i\•01-si sto.tid'ambiento. Questa sensibilità afpartiono rorso a un ordino SO· 1~~~~!l~i~~~~ 1 r t {?~~cc!~ li::a~:~ ~: 0 ~~~~n~~~ ~i~:~; materia o rorzo.,cho determina la vita o la.sensibilità!' no~ 0 ~1~=i~•~ri/~~f~ò ~: f:.!::! 0 1:'::ai'e~~a~d~ quali ronomeni dano luogo, e come. Analizziamo ora che cosa siano la forza o lo.materia, questi duo modi d'essere, che determinano tutti i fe– nomeni, o l'uni,•erso soggotti\'O, u~ ~ 0 n~:pi 1 ~r c~1~ 0 =r:u~is~~~::.o~~~~ ~~fòido~ ~iamo considerarla come uno stato della materia. m~t~b1ntt~~i~u~~i ~on:i~~~t~1~;!;,i,•~1odej~~m~udi ci~~~i~~ si risol"o In una energia indistruttibile e inattra"er- · sabilo. Questa energia, che a noi si rappresenta come ,,o– lume-pressiono, cioè come atlrazion&-\'olumo,non può essere nella sua essenza quale e~ la rappresentiamo. B b 1ote }: di ciò pefremo racilmonlo convincerci, considerando che l'universo, somma di essa 1>0tcnza,non può pesare o attrarre, perchè non può agire su nessuna J)Olcnza che non sia uni,•crso. Non J>OSsiamo conceJ)iro attrazione so non come una forza determinata dallo.massa, malgrado il volume sia un ronomono ,·nriabilissimo, o che non sta. mai in ))l'O· porzione di qunntità.co ll'immu fabilo J)eso.Perciò.so noi vogliamo sapere so \'i s.ia.un limlto nella dh•isibilill\ di questo, dobbiamo di"iderlo o suddividerlo come massa. E ov,•io quindi che esso sembrerà di"isibilo all'intlnito, pcrchò anche la più piccola lhuione si rappresenta alla. nostra coscionzo.come ,·olume, o corno tale sem1>rodi• ,•isibilo. Mo.ques1o risultato 1>0trcbbonon essere giusto; per• chò so Il volume di una qualunque quantittl di J>oso ò "nriabilo, è nt1.l.uralo che esso sia dotcrminato, o tutto o in ))nrtc. dallo spazio che separa le più piccolo frn– zioni di energia; o che quindi potremmo a,·cr tlh·lso magari il solo spazio, intondencloa"er dil·iso il \}OSO. Siccome la materia, ossia il ,·olumc-peso, ò di,•1sibilo, ))OSSiamo domandarci che cosa sia che tiene unito lo suo parti. Non possiamo ammettere che uno. rorza di coesione, eioò attratti \'a. So noi riduciamo mont.almcnto lo.malcrin a rrnzioni f::1~:;;!n~~1 :n~~;~i.!:, 0 ~~h~m:::ir~~:~•aE~::ng 0 !~ 11:; soro composte di particelle ancor più minuto, unito dalla stessa rorza.attraUi\'a. E induttirnmente non tro– \'Oromolimito che giungendo al conoolto di centri som:a mnssa di fol'7.anttratti,•a; che determinano il ,·olume; giungeremo cosi all';rnniontamento del finito, all'illimi– tato, nll'incompronsibilo. E a questo concetto possiamo nrrh· n.ro per altro vie. Osson•ando una srora che gil'a su sò stessa. ,•odromo ~~• 0 ))~\t:~·;r~~~~ e~1s 8 :; ~1 1 !t 0 1~~i~~1 .~~t~~:i~~~ 0 1 d ~~ ,·amento a 9.uosli con duo 1mnli infiniti di superficie renna. Qucsh punti, prolungandosi da un pelo alrallr'O nllrtwcrso la srora, formeranno una linea con In sola dimensiono di lunghezza. Prchdinmo ora. por poli duo punti dell'equatore o r1,ceiamogirare lo. srora. A,·romo una secondo. linea. uguale nlla prima, che la taglieri\, formando cosi un imnto senza dimensioni. Questo ))Unto ò l'incli\•isillilo perziono di massaÒo non ò più massa J>erchò1wivodi ~ft~m~c':n~~~ B~ta.~~":ru~~:~~~i,i>~"g~~ni:nn;;/Ji altalena ò natumle ,•i sia una linea, colla sola dimen- !ii~:nì\i Ji~!M!7.:, J'i~fc~~tN::~ ~~o 1 ~~1~i 0 sr 0 :i~!sr:~: Dnntlo il movimento d'altalena ai lati opposti, si n\'l'à. una linea uguale allo.prima, che la ln~lierà, formando cosi un punto infinito o quindi immobile. de 1 f~~ 1 ::.:i~,i10~ 1 ~o:Ì:: st ~afi:!ti a 1~ 1 1:se~ro or;~m: pur ammettendo questo, bisogna: o ammettere che 13. mnssa sia dotermi113.tad3.relazioni inconcepibili di 1,)0· tonzo infinite; o do. {la1·ti finite o quindi atto o. subire fino all'ultimo I m0\ 1 1montisu descritti, o o. risoh'm"SI cosi in potenze senza massa. Con un esempio erodiamo poter dimostrare In realtà di queste ineonco11ibilipeten1.o. su 5 ~l! 1~:~~gi~)l~~aa~~l~~tt~g1 :i~i~g:t~~,·ir:i 1 :t~!~~lg~f.~i. essendo convessa anche la più piccola.1>ar10di su1>or– tlcie della srcra, il contatto col ))inno non possa O.\'\'O· niro che rra duo punti J>ri,•idi ostensione. Che questi punti inftniti sieno qualcosa di reale, J)Ossiamocon"in– ccr:ciconsiderando che essi sostengono la srern. la ~;ni~~ q~ ~~~~~!ia~g c11~~~~~of~~~t~~ft:r,~i1~~~~ 3!W~))~ròr~a~t~o~ 1 ~i:~~: 1 ~~::~o 1 ~ig 0 :!~ 1 ~1t~ac7~' t~~~ superfi cie; e , ri))orlondoci ai Juo pl'imi esemJ?i, che, quanto P.iù saranno lunghe le lince nodalì di mo,•1monto, tanto pili saranno alle ad essere intersecale e a. risol• versi m un mo.ggiornumero di punti.

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