Critica Sociale - Anno II - n. 4 - 16 febbraio 1892

CRITICA SOCIALE 53 --------------- f~\•li~vf~J8 r~~~zs10 è 0 tfi°~~ fa~~. ~iena di dolori che di Or che è. di fronlo ali:, realt:'t, qu~lo a1·marsi a ti~jtj de:;?~~1:de ~if.~!t1~l;i Q~f 1 ~'-t 8 ~m~~~fl~!~•z~ mpp1-esaglie?Quale nitro cl'itcrio è possibile. in fatto. ru01·quello ,lnl llonghi 1lesignato dnpp1·ima. elle il confr:U!IO, riOC'. « non f-li com·erta in un con– h-asto di mani»? E poi, cotesto limite, cho ,·oi dite, esiste egli 1 Dovo termina In diresa, quando ogni mia rivendi– cazione è a tuo danno e io chiedo quel che tu mi logli? - Tale è la natura immutabile del capita- 1i1:mo: cs.'-0 è in csscn1.a il ,·h,crc del sudore altrui: questa i\ la sua giuslifica1.ione sto1·ica ed è la sua condanna ad un tempo; ogni dircs.'\ lo viola e la compiuta diresa. lo uccide. i clirende od offendo chi snida d:i sò collo un– ghie il suo pnrassila. chi l'ilìuL'\ il tributo di ca• ~~~":,~10~! 1 1~1~!l°~~d~i1~?T,~~~;~r.cf~-C:1% 0 ~i: 1 {~gN1~~-i ~j~fig 0 ~1on ponsie1'0 posith·o di osser,,atoro e so-- E cho è l'accordo, so non la resulL'lnte, matema– !ica o ratale, di un conlraslo di forze 1 In che mula lo coso « In JlCl'SUAsionodell'ine,·itabilit:\ di es.~ ~~~~fn~ql~~. ':°;1~;!1 ,:~i ~ :~o•c!ti~1 pll~1t~\tenersi E a chi ormai. fra tanto e ~I mpido s,•iluppo di una produzione scmf-o pili demoemtica e coore- l~~~i~'a 0 !:W\1~~it's~1~1~~ a;~~!~1ie~~ r:r~~hr~ dogma della eterna necessiU\ dell'ascesso padronale? E chi t>ill, infine, spererete di illudere cogli attucci contriti circa le • ama1-czzo » del potere e i so– pracc.,pi che proc..1ccia l'altalenare della rendita, se cotesto amarezze o sopraccapi debbono solo suggc– ri1'C agli altri di non invidiar,·i quei beni, e non ant~o::n;~~~lisi~!i~~~~ 1:1~ 1 cercheremmo risposta nello scritto del nostro forte contraddittore. Ond'è che tutto cotesto suo ci p.'lro un discorso, professo– rale e bello, ma da fin di pranzo, da quando le espansioni cordiali o il calore doi vini, a quei che ponno goderne, colorano il mondo o la vita di tinte dolcemente vaporoso o utopistiche. cho la fredda alba, domani, dissiperà. In f\HOi caldi momenti di ;!!,~~~ 1~11~ ~/ 1 fio: 1 ~r 1 ~t:~~~c~u1 ~\\g,b~l!~i;~,~~ « invida, golosa, egoista », nllora do"·essere tutta giulebbe .... peP noi. i inneggia« amore! amore!» o si invoca Cristo - il ~ocinlistn, como dicono, ~ v:,~ •g:i1~i1:;h: ~litr~•r;;,~1 «n~!;a~~~~~1! ~l~~~f~i11i JlCnsi o dica doversi cacciare a nerbate i trafficanti rial !empio. Se dalla selva dei seminati ve~ri. dnlle angustio (croci delln ,·ita dei miseri, sboccia il pal– lido fiorellino delrodio, si esclama: perc.hè. o tri– -;;tanzuoli, non fiorite roso? Non vedete corno bril• Inno il giòlito o l'nmo1"0 sui nostri ,·isi 1 Discorsi, ripetiamo, da fino di cena. E discorsi di lieti banchettanti. n mala 11ena turbati da un 1·u– moro di folli\ lonlann, ci sembrano sempre i rngio– uari borghesi intorno ai problemi sociali. « lo le 1womeUo - cosi chiude il Bonghi - di continuare ~h~e=~1:~n :..~~~ ;i~~eiu~;C:n~ s~n~'\t~~,·o~fn~ smo di questa splendida frase, tutta è chiusa la filo– sofia fllanlropico-borghe:.o di quesL'l. corno il Ronghi In dice, « terribile flue di secolo». E mcnh-'egli va cerc.1ndo quel « modo», il sceol IHIO\'Os'rtppressi\, cho tronchor~\ il vnno cicaleccio e fari\ i commensali le\'nr~i. Fn.lPPO •ruRATI. Incoscienza di classe Co ne capita. sotrocchi tutti i giorni e - se meno ci tiranneggiasse lo spazio - ne daremmo in ogni nu– mero una peregrina raccolta. Mo ecco uno dei cam– pioni più belli o pii1 f'resclii c- che no ,·ate molti altri. In un· giomalo miln.nosotlol mattino, a 11roposito,lolla possibilità di nitri 1umulli a RomA,cagionali dalla dis:– occupaiione operaio.,si leggeva l'altro di quanto segue: • Il mo,•imonto è manifesto, o l'on. Nicolera ha l'ob- :~fong~ f!': li~~r 0Pf1~;~0~::o:;~o~•,!~~~~ opportuno • ~on occorrono sfoggio cli baionette e plotoni di <:a• ,•alleria. ma saggio e pl'udcnti disposizioni legislati\·e. • Si motta d'accordo con i suol colleghi JI Gabinetto ~~r.r~~n;!•st~ el~\!t~1~°Ci~ol~i~~~~~ r,;.~~f\\~1 1 ~r~~grf~ circondario agli individui che sono SJJI-O\'visti d1 mozzi di susslstenzn. e che non hanno la.\'Ol'O.Prcscri\•a, ))Cl' leggo, che noi centri 1irinefpali sia proibita In.dimora a coloro che non abbiano una occupazione flssa. • Impedita con questo mozzo la possibilità di una agg\o– mcraz1ono di oporai noi contri prlncipali d"Jtali~ resta di por sò o,•itnto qualunque disordine, polchò gli srrut.• 11\lorinon hanno più campo di a\'ero a loro disposi– zionn delle masso di 01>orai. • Mi diceva stamane un allo funzionario che il mi– nistro dell'interno diramerà una circolare ai sindaci prescrivendo loro di non rar l'Onirc in Roma.più operai. • Ebbene, crede sul scrio l'on. Nicotern che 1alc cir– colare possa l\\'Ol'O emcacia? Scommetto cito egli stes.so ne dubita. Occorroquindi Jlrov,·edero \>Orleggo affinchè la libera circolazione nel regno rcs11 limitata in un dato cerchio. • A\'ete lenoT A,·oto inteso! VI siete bene stropicciati gli ocr.hi, se a,·cste mai lo tra\'(iggolcl li grandioso, lo straordinario non è Il consiglio dato al\'on. Nicotora, che erodiamo assai degno, a sua \'Olta, di sentirselo dare. Non ò il consiglio, in sè stesso, di inchiodare per legge, il proletario che sia ruor d'impiego, di inchiodarlo noi suo comune o nella sua frazione, ad accattare se trova, a rubare otl a crepare so no. A questo, di sopprimere il diritto di locomozione della ,,11 gente che non ,•i\•e cli rendila, crediamo anzi che avr-d. tem1>0 di giungere la nostra borghesia liberalo prima di finire la cur,•a discendente del potere suo. Ma il grandioso, lo straordinario, il mirabile ò il can– dore, ò la porrotta, si direbbe, incoscienza. cho trapela. dalla rorma colla qualo il consiglio è dato. Niente - che diamine! - misure violenti; niente baionette o gendarmeria, che alta. fin finesono armi n dc,p11io taglio e suscitano 1ropJ)oscal11oro ! Nient'altro che un 1iiccolo (quel • piccolo • ò già un monumento!) un piccolo progotlo di legge, saggio o prudente, che risusciti, anche ))Cr l'opera.io, e senza i dritti o lo tutele che in altri tempi lo raccan contrap– peso, la scr,•itù tlolla gleba, od applichi a tutto quanto il proletariato il domicilio coatto. !.'occupato è là di suo piede; il disoccupato. mò in,•occ, resta. là in ,·irtù di una e piccola» legge o di una• Jliccoln» sorn,glianza speciale. Cosi si e,•i!Mo spargimenti di sangue e altri contrasti molesti. Una bazzecola! Nient'altro che questo. t. semplice corno buon giorno. Si metta S. E. Nicotera d'accordo coi colleghi. Ciò non gli de,·e riuscire t:1.nto difllcilel Accordo fatto, leggo promulgata, proletario inchiodato. Una piccola specio di catenaccio. t: tutti si ò o. posto! Il peggio ò (o non sarebbe Il •meglio» por caso?) che un simile spirito da guardiano di l!chiM•i inco– sciente, al quale non saprosto neppure attribuire una. 8[JCCialevolontaria mah•agità, lo trovate, ripetiamo, ogni

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