Critica Sociale - Anno II - n. 4 - 16 febbraio 1892

CRITICA SOCIALE 61 Jlca a ciò che quei poemi ci hanno lnoandato. Sul suolo della Grecia e sulla eos1a dell"Asia minore si sco- :r!~:\;~~0~:1,!,~!~~~g!~~~ii~u11f~/:t1:~:~~e ! t::t~i ad un e,·o anteriore. Ebbene nel libro XX.llf dell'Iliade li detto: ve~~ D.iè~ ~:l}!:ti~ioJ>=I ;::J~~t;~~ f~in~:c:~Jla~oli'ri Orocla.,dove ha avuto Inizio IR.clv11tà. europea.,si rico– noscono le condizioni r11,·ore,·oll np11un10 generanti quel progresso, o rra queste sono importanti anche la lotta ~~ S::.t W!l8obi~e~~u:C 1 ,i. :1r 1 ~"!~l>~~ 1 ~'ì!f~t f.~Ji~,'i\::l:,~~ 1: .. o:,?i~::: :_os~;zfi!1:~o 1!i~~t~1t~ italica., la gennanica., ralloganiana. la messicana, la pe– ruviana, cosi appunto s"iniziarono. Ora I poemi omerici narrano non altro che la. lotta lMLdue popoli, tra duo ci\•lltà. Quostoè anche il signi• tlcato che oramai si riconosco nella guerra di Troia. La {~:'::ei, 0 vrr~:~es 0 r~~t! 1 d~fla g~~::ira:61~:it~~~t1:~J. :~~:;;.u!:!~\,~tS:doeln~e;r1.la ra11presentazlono di tutta La concezione mitica che grandoggla nel poewi ome– rici, Il ca.rauero speciale di quella religione, il concetto stesso In cui necessariamente si trasrormò il dh'ino in quella società e in quel poemi, r appreson t&vano in ul– timo una elevazione del l'attore menta.le ad energia raurico nel 1n-ogresso sociale. Quando nel corso della. civiltà. questo inizio si ebbe, anche l'evo storico era. vi• cino ad incominciare. I poemi omerici erano dunque rannunzio di una età novella, comlnuatrico di <1uelcorso d'inch'illmento che JHlrlh•adtlll'Orloute. Negli stadi arnn• zatl di ch'lltà lo s11irito dl,•enta veramente libero o rat· toro autonomo (ml si lasci In l'rnso) del progresso quando lo leggi che governano lui stesso o 111, natura non gli ~~.,~~lf~t\-:~:,i~ 0 iut'~n 1 a g : \\~ (~d (Ji\\~!l:1~i=tc~~~~:~n~ proprio forze, o questo f'u appunto nella socieià. eroica della Grocla., nella epol?ea omerica In cui l'uomo per la prlm& ,·olta sentiva m sè o lt1 ciò cbo lo circonda"a la natura. stessa dh'ina, slcclu) quella concezione mitica. abbracciava insieme in un mondo dei, eroi ed uomini ~~~e·dl ~~ 1 lei~)~nmcr~ii;;:,t:: ! :~ ,g~it"r:~ ~": eipando della natura. di ossi, sentiva.no già una libertà r.1ttrlce del proprio vh•ero. Da tulto ciò (elle è stato un accenno o non uno s,·01- gimcnto) I lettori ,•edono qualo novello aspetto rendo ~:._g~a~:1° J:~~t!~~t!e~~~~:! le~lts~~j?. ~o~!~ glla110essi però accogliere como non glu&l• f1uesta ultima concluslo110. cho f'ra non mollo, conosciuto anche meglio l'amblen10 111 cui si s,•olsero la soelotlì omerica e quel pensiero, rese noto lo condillonl o lo direzioni 1mte di quella conyh·enu. sociale, saranno un bisogno 1.e.lsapere 111 ogni naz10110 anche nuo,,o traduzioni dei poemi omerici. Il progrosso degli studi sociali farà dunque ritornare i~t:~~! ~a~!:c!~~thi .:-~'rn~::n~t.i!le~~~~ 1 ~~ii- zonu Immensi. Non vi è solo una grande parlo nuova da esplorare: "i ò anche tutto un passato da rirarc. ERRICO DE MARINI$. Un' lnclliesta ulla proprietà oolletttra inIlalla LA propose, anche a nome del collega pror. Carlo De Steranl, alla Società italiana d·aniropologla, pres.ie– du1a dal Mantegana in firenzo, il nostro amico dottor JllCOpoDaniclll, Il quale ci manda il progelto di que– stiona.rio d& diramarsi, desiderando che gli studiosi di sociologia che leggono la C,·it.ica Sociale lo 10CCOrnno di appunU o consigli per la migliore riuscita della In– chiesta &tO!sa. Essa sarebbe un ratto relativamente nuo,·o nel nostro paese, che manca. qua.si aff'a1to di 11tudlsulla 11roprietiL colletii,•a, del quali è così ricca la Russia, la Gennania, ICL Svizzera, la 1-·rancia. l'Inghilterra; mentre è proprio in Italia, do,·o prima si rondò la J)t'OJ)rlotà.quiritaria sul dissol\•crsl della comunale, do,•o quindi i residui e le 1raceio di pro1wiotò. collotti\•a sono lo J)iù antiche di ,otto, cho uno studio J")()tilioo di 0880 avrebbe, secondo il Do S1ernnl, un vnlore sociologico, u ftuindi anche antropologico, lmmeuso. Per le migliori illustrazioni del tem", limitate ad una sola o ph) f'rozioni o a gruppi di comuni, la società tlurà dei premi in denaro. t:eeo ora lo schema di (1ues1io111rioJlroposto: 1.• •:sistono iu uua od alfra frazione di un Coumue proprietà. colleuh·o di 1errierì o comuni.itli coltivato in comune? Si diano lo maggiori nolizio 1111lrestc11sione, sui siste mi dell a. J>arlecipazione, coltinuione. raccolta e, so del ca.so, qualche cenno storico. Saranno pure ammesse al concono Indicazioni SOIH'& pro11rlotiìeollet– th•o oggi scomparso. 2.• Esistono coltivazioni iradizion all, le cito od abu– sh·o, di pri\&tl sui beni del Comune ( dcbl.ii, t'<mtlll·, ecc.) o di ahri 11rivati o neffah·oo dei flumlt S o 110es1>0n– gano lo circostall'l.O o lo consuetudini. 3.• Esistono, nello l'ruioni, speciali si temi e regolo comuni 1ml giorno, modo od altro circostanze dello raccohe agrarie (r'rutta, castagne, ghiande, onaglie, fieni, ecc.) che accennino ad antiche consuetudini co– munali colleuh·o? 4! Esistono nntaggi e 11ri,•ilcgi tradizionali dei terrieri od abitanti di ogni trazione o reslrizionl ai rorostieri, sebbene dn lungo tcm1>0M ablta111i,circa ruso, Il godimento o altri diritti sulla proprietà del Comune o dei JJrh•ati T 5. 0 1:-:ststo110 diritti o sorvihì lii 1>a$COlO, legm,tico e simili nello 111-opl'lolù. dello Slnlo, del Comuul _o doi p1·iva1i1Si rentltl conto di tutto le rCll\tiVe consuetudini e circostanze. O• Esistono )Xlip0veri o pegli abitanti in gener,tle diri11i o consuetudini relati\'O alla raccolta del frutti o J>rodotli agrari dimenticati o abbandonati volon1aria- Ì!e~~~ds:!:,~:1~11d~= r~t~~\~i~trr.: :~rio, do1>0 La Società prcea. gli autori di a1tenC'rsl strottamcn10 ai ratti, e,•itando le discussioni h.. 'Ore1icho o I dh•aga.- :::~:ic;;i r.:~~:~~I ~in:;rt~ ~li 11 i~':.i~ir, ~:ii 1 :~d e,·eniualmente «incho altri dei migliori, ~nchè non premiati) verranno pubblicati nell'Arcllicio dell&Società .. Ed ora. 111 lettori nostri compo1ontl, daro Il loro giu– dizio o il loro contributo Clii 1101&, sct·IK, la colle:.ione della CRlTICA, o chi ha 1·tce.cuW (e sono molli (,·a f 11ostrl lello1·t) del duplicati. et farebbe tm facm·c grandissimo col 1·lloniarcf. se t,i ttuono stato, f numeri dal 4 al 10 e ft 17, che rt OC(."On-o,w pe1· ,-ompletan alcune colle.:lonf. A t·lcllleA·ta ma,utcremo tn 1·tno1•a;lamcnto. pc1• ognuno del detu fasctcolt, tmo del nostri opuSCQU da cent. IO,

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